La sindrome del tramonto è caratterizzata da una sensazione di irrequietezza e disorientamento che si manifesta nel tardo pomeriggio. Si prolunga fino alla notte e può sfociare in ansia e irritabilità.
Si tratta di un disturbo che colpisce quasi il 20% delle persone affette da Alzheimer, la forma più comune di demenza che porta a una riduzione delle facoltà cognitive.
L’Alzheimer altera la memoria, il pensiero, il comportamento e un gran numero di funzioni cognitive. È una malattia progressiva e invalidante con una prevalenza pari al 4,4% nelle persone con più di 65 anni. La sua incidenza e le conseguenze sono dunque importanti. Vediamo in questo articolo una manifestazione di questa malattia, la sindrome del tramonto.
In cosa consiste la sindrome del tramonto?
La sindrome del tramonto è uno stato di disorientamento che insorge la sera e che può prolungarsi fino a tutta la notte. Colpisce le persone che soffrono di Alzheimer, generalmente nella fase intermedia della malattia.
I motivi per cui si verifica ciò non sono ancora del tutto chiari. Alcuni studi indicano tra le cause un’alterazione del ritmo circadiano, l’orologio interno che controlla i cicli di veglia e riposo.
Il ritmo circadiano è controllato da un’area del cervello chiamata nucleo soprachiasmatico. Il funzionamento di quest’ultima è collegato alla produzione di melatonina. Si ritiene dunque che la sindrome del tramonto sia dovuta a un’alterazione di quest’area a causa dell’Alzheimer.
Un’alterazione del nucleo soprachiasmatico porta a cambiamenti nella concentrazione di melatonina, il che sfasa il nostro orologio biologico. Ciò genera confusione e disorientamento.
Non sono da escludere, tuttavia, altri fattori. Per esempio, si pensa che anche la stanchezza, la fame e la sete possano influire. Oltre a ciò, il calo della luce pomeridiano, il dolore o il malessere.
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Sintomi
La sindrome della sera non è in realtà una malattia, ma piuttosto un insieme di sintomi che si producono nel tardo pomeriggio. Può verificarsi anche in concomitanza ad altri tipi di demenza.
Il sintomo principale è una sensazione di disorientamento e di ansia. Può inoltre rendere l’anziano aggressivo o indurlo a vagare da un punto all’altro della casa.
Chi ne soffre può arrivare a strapparsi i vestiti, lanciare oggetti, gridare o addirittura ferirsi. In alcuni casi una sonnolenza diurna è seguita da iperattività serale.
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Consigli per convivere con la sindrome del tramonto
Non esiste una cura per la sindrome del tramonto, ma una serie di comportamenti possono aiutare a ridurre o prevenire i sintomi. L’ideale è parlarne con il medico. Oltre a questo sarà utile:
- Cercare di esporre la persona alla luce naturale al mattino presto. Questo facilita la naturale regolazione del ritmo circadiano. Qualora non sia possibile, si può ricorrere alla luce artificiale.
- Impedire al paziente di dormire durante il giorno. A tale scopo, occorre pianificare delle attività o semplici esercizi. In tal modo viene facilitato il riposo notturno.
- Anche la dieta è importante, soprattutto ridurre il consumo di dolci ed eliminare la caffeina. La cena dovrà essere leggera perché una digestione pesante disturba il sonno.
- Cercare di creare un’atmosfera rilassante prima di andare a letto. Non bisogna imporre alla persona con Alzheimer restrizioni fisiche che causano maggiore paura e agitazione.
- Stabilire abitudini e orari fissi per i pasti e le attività.
Naturalmente, chi soffre di sindrome del tramonto trarrà beneficio dal nostro stato di tranquillità e fiducia. È di grande aiuto, inoltre, avere accanto a sé un oggetto familiare, motivo per cui si sconsigliano i cambi di residenza.
In sintesi
Chiedete consiglio al medico curante se pensate che un parente o amico possa soffrire di Alzheimer o di sindrome del tramonto
Sebbene non sia sempre facile, occorre restare calmi e trasmettere quanta più serenità possibile. Cercate di rispettare una routine per i pasti e le attività quotidiane e, soprattutto, controllate che la persona riposi a sufficienza.
Bibliografia
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