Sindrome di Sinding-Larsen-Johansson

Descritta da Sinding-Larsen nel 1921 e da Johansson nel 1922, questa sindrome consiste in un sovraccarico meccanico che colpisce il polo inferiore della rotula. Si manifesta spesso in giovani sportivi che si trovano nella fase della crescita.
Sindrome di Sinding-Larsen-Johansson
Diego Pereira

Scritto e verificato il dottore Diego Pereira.

Ultimo aggiornamento: 11 febbraio, 2021

La sindrome di Sinding-Larsen-Johansson è caratterizzata da un dolore localizzato nel polo inferiore della rotula durante l’attività fisica. È accompagnata da infiammazione locale e da intenso dolore quando si tocca l’area interessata.

La sindrome venne descritta da Sinding-Larsen nel 1921 e da Johansson nel 1922. Consiste in un sovraccarico meccanico dovuto a trazione e assomiglia alla sindrome di Osgood-Schlatter.

Nei giovani in fase di crescita è presente un’area chiamata fisi o cartilagine di accrescimento, in cui si trovano le cellule responsabili della crescita dell’osso. Si tratta di un punto debole predisposto a soffrire di diverse patologie.

A causa della trazione ripetitiva dovuta all’azione sportiva, la fisi viene sottoposta a stress che a sua volta provoca infiammazione e dolore.

Diagnosi della sindrome di Sinding-Larsen-Johansson

Sindrome di Sinding-Larsen-Johansson e persona che corre.

Per formulare la diagnosi, in genere è sufficiente effettuare un esame fisico. Il dolore può causare impotenza funzionale, che di solito l’adolescente descrive come “non riuscire a saltare”, “non riuscire a colpire con forza la palla”. ecc. Tende a peggiorare con il freddo e a migliorare con il calore.

Tuttavia, in caso di dolore intenso, il giovane può zoppica, il che induce a escludere la presenza di altre patologie. Solo in caso di recidive frequenti, dolore molto inteso o precedente trauma, sarà necessario eseguire una radiografia e valutare la possibilità di un’ecografia.

Fattori di rischio della sindrome di Sinding-Larsen-Johansson

Alcuni fattori di rischio che possono causare questa patologia sono i seguenti:

  • Pratica sportiva intensa.
  • Sovrappeso oppure obesità.
  • Fattori ambientali, come il terreno di gioco.
  • Calzature inadeguate.
  • Altezza.
  • Condizione muscolare ed età.

Nei pazienti che presentano questi fattori di rischio, sono molto frequenti le recidive. È importante poter disporre di un’adeguata diagnosi e spiegare alla famiglia che si tratta di una condizione comune durante la fase della crescita.

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Trattamento della sindrome di Sinding-Larsen-Johansson

Il trattamento ha lo scopo di eliminare il dolore mantenendo, nella misura del possibile, la funzionalità dell’articolazione. Di solito è possibile raggiungere questo risultato attraverso una combinazione di allungamenti, applicazione locale di ghiaccio e farmaci antinfiammatori.

Gli esercizi di stretching devono essere realizzati prima di fare sport. Devono essere eseguiti con i muscoli anteriori e posteriori della coscia, chiamati quadricipiti e ischiocrurali.

Dopo l’attività fisica, va applicato del ghiaccio sulla zona dolorante per 20 minuti. Il trattamento a base di antinfiammatori contribuisce a calmare il dolore.

Nei casi in cui le manifestazioni di dolore sono particolarmente intense, oppure quando non si ottengono miglioramenti con le misure descritte, bisognerà optare per i trattamenti che seguono.

1. Riposo dall’attività sportiva

Astenersi dall’abituale attività sportiva consente un notevole miglioramento. Il ragazzo potrà andare a scuola, ma deve ridurre l’intensità dell’allenamento per circa 10-15 giorni. Grazie a queste misure, il 90% dei casi è destinato a migliorare.

2. Trattamento fisioterapico

Nei casi più difficili o giovani che presentano elevate esigenze di carattere sportivo, la fisioterapia contribuirà a calmare l’infiammazione della zona.

Impacco di ghiaccio sul ginocchio.

3. Plasma ricco di piastrine

Questo trattamento è ancora oggetto di studio, dal momento che la sua efficacia in questi casi non è ancora nota con esattezza.

Le piastrine vengono ottenute dal sangue del paziente e vengono poi iniettate nell’area interessata; si tratta dunque di un trattamento biologico privo di rischi. Può rappresentare una possibilità in casi molto difficili o che tendono a ripresentarsi spesso.

4. Intervento chirurgico

È estremamente raro ricorrere a tecniche chirurgiche per il trattamento di questa patologia. Vi si opta, di fatto, solo in presenza di complicazioni e, di solito, negli adulti.

Quando è possibile riprendere l’attività fisica?

Una volta che il dolore è diminuito, è possibile eseguire degli esercizi per il rafforzamento e l’equilibrio in modo da limitare per futuri episodi. Si consiglia di eseguire un allenamento alternato o di dedicarsi ad attività che non richiedano di correre o saltare, come il nuoto o il ciclismo.

La maggior parte degli atleti giovani possono praticare sport accusando un lieve dolore senza che si verifichino lesioni. Ciononostante, la pratica sportiva accompagnata da dolore moderato o forte può aggravare il problema o rendere più difficile il suo trattamento.

Quando si riprende l’attività fisica, può essere utile utilizzare una ginocchiera. Il medico aiuterà a stabilire il momento e le modalità per riprendere l’attività fisica in maniera sicura.


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