Con l’aumento dei casi di Coronavirus anche l’Europa comincia a paralizzarsi. Quello che abbiamo capito in questi giorni è che in tempi di globalizzazione non esiste un’area del mondo che si possa considerare esente da rischi. Il contagio si diffonde rapidamente con gli spostamenti e gli scambi interpersonali e i sintomi del Coronavirus interessano una fascia sempre più estesa.
Con la stessa velocità corrono le informazioni in rete, in qualche caso diffondendo dati incorretti. La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha redatto un documento con domande e risposte sui principali miti che stanno circolando in questi giorni.
Che cos’è il Coronavirus?
Prima di parlare dei sintomi del Coronavirus, conviene ricordare che tipo di microrganismo stiamo combattendo. Dal suo riconoscimento deriva la possibilità di identificarlo e prevenirlo.
In realtà con il termine Coronavirus si intende una famiglia di virus individuata già da diversi anni. La denominazione generica con cui ci riferiamo all’attuale pandemia è quindi equivoca poiché questo ceppo ha un nome specifico.
Dal 7 gennaio 2020 sappiamo che la varietà che si sta attualmente diffondendo è il 2019-nCov, in seguito ribattezzata SARS-CoV-2, e la malattia che causa prende il nome di COVID-19. Questo è il ceppo che ha iniziato il suo percorso di contagio nell’uomo a fine del 2019, nella città cinese di Wuhan.
Il mondo ha affrontato tre grandi focolai di Coronavirus a trasmissione umana, compreso questo. Il più noto era, prima dell’attuale pandemia, la sindrome respiratoria acuta grave o SARS.
Prima di gennaio, la famiglia dei Coronavirus possedeva una trasmissione tra animali relativamente ben documentata. Quello che è successo ora è che un ceppo è mutato rendendo possibile la trasmissione da persona e persona.
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Come si trasmette il nuovo Coronavirus?
La via di trasmissione del nuovo Coronavirus è il contatto con le goccioline emesse dalle persone infette attraverso il naso e la bocca. Il virus viaggia nell’aria attraverso queste gocce e penetra nella mucosa del recettore.
Le goccioline possono cadere sulle superfici e il virus sopravvivere per un certo tempo. Se durante questo lasso di tempo una persona sana viene a contatto con la superficie contaminata e successivamente porta le mani a una mucosa (bocca, naso, occhi) rischia di essere contagiata.
È stata rilevata la presenza del coronavirus anche nelle feci dei pazienti, ma le attuali ricerche sembrano considerare il rischio di trasmissione per via fecale molto basso.
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Sintomi del Coronavirus
Quali sono, quindi, i sintomi del COVID-19 a cui prestare attenzione? Trattandosi di un virus che si trasmette attraverso secrezioni del naso e della bocca, è logico associarlo ai sintomi dell’influenza. I tre sintomi tipici di questa malattia sono febbre, tosse secca e stanchezza.
Altri sintomi del Coronavirus meno frequenti, più lievi e non sempre presenti in tutti i casi positivi, sono rinorrea, o gocciolamento del naso, mal di gola, deglutizione dolorosa, diarrea, dolori muscolari. Ci sono anche casi positivi al COVID-19 che non presentano alcun sintomo.
Nel 20% circa dei casi, la malattia progredisce verso una più grave forma clinica. In generale si tratta di pazienti anziani o con comorbilità, come diabete, ipertensione, malattie polmonari ostruttive o immunosopressione.
Cosa fare in caso di sintomi influenzali?
Con la presenza di uno dei tre sintomi citati o la concomitanza di tutti e tre, dopo contatto con una persona positiva al virus o se non si sono rispettate le disposizioni ministeriali in materia di contenimento, è opportuno contattare telefonicamente il medico curante o la guardia medica. È possibile, inoltre, chiamare i numeri regionali messi a disposizione dal Ministero della Salute.
Per i malati cronici, con difese immunitarie ridotte e anziani, la febbre deve essere un campanello d’allarme immediato. A maggior ragione queste categorie devono contattare subito il sistema sanitario per ricevere diagnosi e cure tempestive. Ricordiamo, nuovamente, che il rischio di mortalità è più alto nei pazienti con malattie concomitanti.
Non è necessario farsi prendere dal panico, ma essere molto attenti. Seguendo le disposizioni via via in aggiornamento e con l’isolamento selettivo dei casi sospetti sarà possibile controllare l’avanzamento del SARS-Cov-2.
Bibliografia
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