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Il sonnambulismo è più frequente nei bambini rispetto agli adulti. Il motivo risiede nel fatto che, con il passare degli anni, diminuisce la durata della fase del sonno profondo non REM.
Il sonnambulismo desta molta curiosità per alcune sue caratteristiche strane e inquietanti. Si tratta di un disturbo del sonno caratterizzato da un risveglio parziale. Il sintomo principale riguarda gli episodi ripetuti di comportamenti motori complessi che hanno inizio nella fase di sonno profondo.
Il sonnambulo parla o si muove durante il sonno; può, ad esempio, sfregarsi gli occhi, camminare o perfino uscire di casa. È persino capace di evitare gli oggetti, sebbene la mente e la facoltà di ragionamento siano molto alterate. Si potrebbe dire che agisce o parla senza essere cosciente di quanto sta succedendo.
Si stima che il sonnambulismo colpisca tra l’1 e il 15% della popolazione. Non è, quindi, un disturbo insolito sebbene sia molto più frequente nei bambini. In genere non è associato a nessun disturbo di tipo psichiatrico o psicologico.
Questo particolare disturbo del sonno si verifica durante la prima fase del sonno non REM. Per poterlo comprendere meglio, vi spieghiamo in modo semplice in che cosa consistono le diverse fasi del sonno.
Una volta a letto, il nostro sonno non è costante, ma si divide in fasi della durata di circa 90 minuti che si ripetono fino al risveglio.
All’interno di questo ciclo, si alternano fasi diverse: il sonno lento e il sonno paradosso. Vediamo più da vicino le tappe denominate sonno REM e sonno non REM.
Il sonno non REM si compone, a sua volta, di quattro momenti:
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Occupa circa il 25% del nostro ciclo del sonno e dura dai 15 ai 30 minuti. Questa fase è caratterizzata da un movimento costante dei bulbi oculari al di sotto delle palpebre.
L’attività cerebrale è intensa, molto simile a quando siamo svegli, ma i nostri muscoli sono bloccati. È la fase in cui sogniamo e captiamo gli stimoli dall’esterno.
Come abbiamo detto, il sonnambulismo ha una prevalenza più alta nei bambini. Ciò perché, con il passare degli anni, diminuisce la durata della fase del sonno profondo non REM.
Questo disturbo tende a essere ereditario. La stanchezza, la mancanza di sonno e l’ansia sono altri motivi associati. Ulteriori fattori che favoriscono il sonnambulismo sono:
Cosa fare quando ci imbattiamo in una persona in preda al sonnambulismo? Per prima cosa non è il caso di spaventarsi, bensì bisogna mantenere la calma. Sarà bene guidare la persona verso il letto, parlandole con dolcezza con frasi brevi e chiare.
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In molti casi è sufficiente migliorare l’igiene del sonno per eliminare il problema. Se ciò non è sufficiente, sarà utile consultare lo specialista per risalire ai possibili fattori scatenanti.
Alcuni ex-sonnambuli affermano di essersi curati con tecniche come l’ipnosi. Inoltre, è possibile ricorrere al trattamento farmacologico.
Il sonnambulismo tende comunque a risolversi con gli anni perché come abbiamo detto, la fase di sonno profondo diventa più breve e vi sono quindi minori possibilità di risvegliarsi come sonnambuli.