
Proteggere la salute mentale si traduce in un generale benessere psicologico, nonché in buona gestione di sentimenti e relazioni. Le…
Dobbiamo imparare ad essere a nostro agio con noi stessi e capaci di aprofittare dei nostri momenti di solitudine, in modo da non dover ricorrare alla compagnia altrui a qualsiasi costo
Quando parliamo di stare da soli, in molti non possono fare a meno di pensare che a una sensazione di tristezza e fallimento personale.
La solitudine è un concetto che dovrebbe essere riformulato nella nostra società e, in qualche modo, dovremmo anche focalizzarci sul suo aspetto più positivo, ed educare ad esso fin dalla più tenera età.
Stare da soli, in realtà, è avere la compagnia di se stessi e se non si sta bene con i propri pensieri, accettandosi pienamente, allora si formerà un vuoto nel cuore che gli altri dovranno colmare.
Se c’è una cosa che tutti noi scopriamo ad un certo punto, è che è sempre meglio stare bene con se stessi che condividere la vita con qualcuno che, in realtà, ci dimostra che la peggiore solitudine è quella che ci offrono gli altri, pur stando al nostro fianco.
È necessario comprendere anche il lato positivo di alcuni termini culturalmente considerati negativi, come nel caso della solitudine.
In primo luogo, dobbiamo capire che l’essere umano essenzialmente è un essere solitario. Nasciamo e moriamo in solitudine, il processo che si trova in mezzo si chiama vita, da sperimentare con la massima intensità.
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Come abbiamo detto all’inizio, la sana solitudine è una dimensione che dovremmo trasmettere ai bambini, affinché la comprendano e non la vedano in un’ottica negativa.
Molti bambini sviluppano il gioco simbolico in solitudine, immaginando, costruendo scene, giungendo a conclusioni, pensano e conoscendosi. È uno spazio per la riflessione personale che li aiuterà a maturare.
Non si tratta di lasciarli “soli”, ma di favorire momenti “supervisionati” durante i quali possano pensare, rilassarsi tramite il disegno ed il gioco.
Tutto questo, li fa sentire a loro agio e non li rende troppo dipendenti da noi. Un bambino sicuro, con una buona autostima, non teme i suoi momenti di solitudine e capisce di potersi divertire in compagnia degli altri, così come isolandosi per un po’.
Un aspetto che molte persone rimproverano al proprio partner è che, pur condividendo la casa e gli spazi con la persona amata, si sentono soli. Può essere devastante.
Una rapporto affettivo ci fa avere molte aspettative:
Se questo non si compie, non ci troviamo in un rapporto sano, ben che meno felice. Si hanno solo delusioni e un’evidente sensazione di solitudine.
Questo è un principio fondamentale che dovremmo interiorizzare tutti; non solo per rispetto a noi stessi, ma anche per rispetto agli altri.
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Non permettetelo. Non lasciatevi trascinare da questi rapporti in cui una persona vi cerca solo per fuggire alla sua solitudine.
Allo stesso modo, non dobbiamo essere noi a fare lo stesso. È importante mantenere la dignità e prima di tutto pensare che c’è felicità pur restando soli, perché questo non vuol dire essere isolati.
Avete degli amici, una famiglia, persone che per voi sono importanti. Tuttavia, la persona che per voi deve essere sempre più importante siete voi stessi.
Siete l’amore della vostra vita e dirlo, pensarlo, non è un atto di egoismo, ma di riconoscimento delle attenzioni a noi necessarie.
Perché se non state bene, se non siete felici con quello che avete e quello che provate, non sarete in grado di offrire una felicità autentica a chi vi circonda. Non ne vale la pena.