La vista è uno dei sensi meno sviluppati alla nascita, ecco perché è estremamente importante stimolare la vista del neonato.
Alla nascita l’essere umano non è in grado di mettere a fuoco alla perfezione, ma impara a farla nel giro di pochi mesi di intenso apprendimento, imitando i movimenti, riconoscendo i volti e interagendo.
Il neonato è attratto da oggetti dai forti contrasti, dalle forme arrotondate e in movimento, così come dalle voci. La stimolazione precoce gli dà sicurezza poiché lo aiuta a collocarsi e a riconoscere mamma e papà. La comunicazione visiva è fonte di conforto e di legame.
Indubbiamente, stimolarlo è necessario per una serie di motivi. Nel primo anno, il ritmo delle esperienze cognitive è vertiginoso, ma come vede il bambino?
Come vede il neonato?
Il neonato possiede la vista necessaria ad afferrarsi alla vita intima e personale. In primo piano vede la madre, a circa 20 – 30 centimetri che sorride, lo guarda e lo allatta. Più lontano, la vista offuscata gli impedisce di capire quello che accade intorno a lui, per concentrarsi solo su ciò che è vicino e vitale.
Lo sguardo del bambino appena nato è rivolto alla madre, alla forma arrotondata del suo viso, al contrasto dei suoi occhi, alla voce acuta. Anche al colore più scuro dell’areola. È un primo sguardo che unisce a chi gli ha dato la vita.
Nell’articolo Le regard du nouveau-né, il pediatra francese Marc Pilliot lo definisce un protosguardo o uno sguardo “fondatore”. Un ponte verso la vita che comincia. La perdita del calore e del buio dopo l’abbandono del ventre materno porta il neonato a non amare la luce.
Se segue qualcosa con gli occhi, lo fa lateralmente, non dall’alto verso il basso. Guarda i bordi e non il centro.
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Come stimolare la vista del neonato?
In generale non bisogna forzare il bambino a eseguire un’attività, qualunque essa sia. Imparerà esclusivamente giocando, in un’atmosfera di armonia, gioia e tranquillità. Se notiamo che si irrita, qualcosa lo turba.
Stimolazione precoce
A partire dal grembo materno, madre e figlio sviluppano un rapporto intimo e stretto. Il feto sente rumori e voci che ritroverà in seguito alla nascita. E questo lo emozionerà.
Numerose ricerche dimostrano quanto sia cruciale la relazione prenatale nello sviluppo del legame madre-neonato. Di fatto, è possibile stimolare la vista del neonato sin dal momento in cui il piccolo apre gli occhi e si verifica quel primo incrocio di sguardi che dà inizio al rapporto con la madre.
Odori e colori, più il calore e la morbidezza della pelle lo dispongono, da questo momento in poi, a intraprendere l’avventura istintiva dell’esistenza.
Rafforzare il contatto visivo
Il rapporto visivo madre-bambino è intenso e sarà il filo conduttore per i successivi stimoli. La relazione che l’occhio instaura con gli oggetti fa muovere le mani e il corpo.
La coordinazione occhio-mano è strutturale e determina i progressi dello sviluppo cognitivo. In modo naturale, se la madre non lo guarda durante l’allattamento, il bambino si sporgerà in avanti cercando di ristabilire il contatto. Se non ci riesce, potrebbe cominciare a piangere.
Un altro elemento che rafforza il contatto è l’atteggiamento della donna. In questo senso, le madri sensibili hanno una maggiore propensione ad adattare i propri comportamenti alle esigenze di stimolazione, regolazione e comunicazione del bambino.
Stimolare la curiosità
Non c’è dubbio che il motore della conoscenza sia la curiosità. L’ambiente che il bambino visualizza, vicino e in movimento, è legato alla sopravvivenza e alla ricerca di protezione. Biologicamente è attratto dai volti perché sono proprio i volti che mette meglio a fuoco.
In secondo luogo, è attratto dalle forme luminose che riproducono sequenze e ritmi organici. Attirare la sua curiosità, fare in modo che segua un oggetto, farlo apparire e scomparire, esercita la sua capacità di ricerca e memorizzazione. Sono esercizi che rientrano nel campo della neuroplasticità.
I vantaggi di una stimolare la vista del neonato precocemente
L’acuità visiva inizia a circa tre mesi e aumenta fino a sei. A sei mesi si avvicina già ai parametri del campo visivo posseduto dagli adulti. Tuttavia, già dalla nascita è possibile stimolare la capacità visiva del bambino.
Un fattore fondamentale nella stimolazione è l’individuazione tempestiva di eventuali vizi della vista che possono essere diagnosticati prima dell’anno di età.
Ad esempio, prima dei trenta giorni è possibile capire se il bambino sia in grado di fissare lo sguardo e seguire un oggetto in movimento di suo interesse. L’esame non sarà decisivo fino al terzo mese di vita, ma se il bambino non ha questa caratteristica sarà opportuna una visita specialistica.
Infine, la stimolazione genera la coscienza del corpo, che è alla base della coscienza spaziale. Questa, allo stesso tempo, si fonda sullo sviluppo dell’udito e del tatto e sulle informazioni tattili che il neonato riceve alla nascita.
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Stimolare la vista del neonato: prima avviene, meglio è
Nella 25a settimana di gestazione, il feto dispone di 100 miliardi di neuroni, ma solo alcuni sono connessi alla nascita. È quindi dalla nascita ai 3 anni che entreranno in relazione attraverso reti e connessioni.
Ecco perché, ad esempio, la stimolazione precoce con la musicoterapia è così importante a partire dal grembo materno fino ai 6 anni di età.
Sarà basilare inoltre l’aggiunta di esercizi e giochi che attivino lo sviluppo sensoriale, intellettuale, motorio, affettivo e sociale. Voci e suoni, carezze, colori e movimenti sono altri elementi che creano connessioni nervose nel cervello.
In conclusione, la vista è uno dei sensi che va stimolato quanto prima. Occorre tenere presente che è nei primi quattro mesi che il bambino sviluppa la vista e il circuito neurologico a essa corrispondente.
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