Si parla di ipnosi e la maggior parte di noi immaginerà un pendolo che oscilla davanti agli occhi e comandi pronunciati in modo lento e piacevole. Quanto c’è di vero in questa immagine? L’ipnosi è uno degli strumenti più utilizzati in terapia regressiva.
Per alcuni è uno strumento clinico, per altri, una pratica esoterica o magica. C’è infine chi teme uno stato di vulnerabilità dovuto alla perdita di coscienza.
Cos’è la terapia regressiva?
La terapia regressiva permette di compiere un viaggio nel passato attraverso diverse tecniche, come il rilassamento profondo o l’ipnosi clinica. L’obiettivo è rivivere possibili situazioni traumatiche che hanno causato un sintomo o una malattia.
Rivivendo mentalmente ed emotivamente queste esperienze, si può comprendere il trauma e avviare un processo di miglioramento. Secondo l’American Psychological Association, l’ipnosi è “uno stato di coscienza che comporta attenzione focalizzata e ridotta consapevolezza periferica “.
Essendo uno stato alterato di coscienza, permette di connetterci con alcune esperienze depositate nel fondo della nostra mente. Il terapeuta, o chi si occupa di ipnosi, guida il paziente, attraverso parole o frasi, a quell’episodio che potrebbe essere alla base di un blocco emotivo.
Gli specialisti sottolineano che non c’è perdita di coscienza, aspetto da chiarire per una maggiore tranquillità del paziente.
Avviene perdita di coscienza?
Entrare in uno stato alterato implica una maggiore facilità a rilassarsi, a connettersi con i suggerimenti del terapeuta, ma non essere alla sua mercé. Quest’ultimo è un malinteso diffuso.
Come strumento clinico, persegue il benessere, proprio come qualsiasi altra tecnica utilizzata in terapia. Il paziente, mantiene sempre il controllo sui suoi comportamenti.
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Vantaggi e svantaggi della terapia regressiva
Vantaggi:
- Permette di sbloccare episodi o situazioni dolorose: risalire al trauma aiuta ad elaborarlo.
- Dà la possibilità di elaborare le emozioni che stanno bloccando il paziente.
- L’ipnosi, come altri strumenti utilizzati in questo tipo di terapia, è consigliata nel trattamento del dolore cronico. Anche per i casi di stress post-traumatico, cessazione del fumo e disturbi del sonno.
Svantaggi:
- La terapia regressiva non è adatta a tutti. Il paziente deve essere maggiorenne e non deve avere ricevuto una diagnosi di psicosi, schizofrenia, disturbo bipolare o disturbo borderline di personalità. È inoltre sconsigliato a chi soffre di epilessia, anoressia, tentato suicidio o assume ansiolitici o antidepressivi.
- Non ha ancora ottenuto pieno consenso nella comunità scientifica. Sebbene questo non impedisca a molti professionisti di utilizzare l’ipnosi come tecnica, quello che è certo è che non avendo questo supporto, si è impedita o ostacolata un’applicazione più diffusa.
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L’importanza di sostenere ogni tecnica
All’interno della psicologia esistono numerosi correnti e scuole con propri postulati teorici e centri di interesse: pensieri, comportamenti, relazioni. Anche il periodo della vita in cui decidono di concentrarsi può variare; alcune si rivolgono al passato, altre sono interessate al qui e ora.
Al di là delle differenze e del tipo di terapia scelta, è fondamentale affidarsi a professionisti che possano garantire preparazione, esperienza e competenza. Questo è estremamente importante, poiché stiamo parlano di un’area personale molto sensibile.
Ricordiamo che l’informazione è un diritto, quindi è sempre bene chiarire eventuali dubbi prima di iniziare qualunque trattamento. L’ipnosi è una tecnica, come tante altre, una proposta psicoterapeutica. Chi la pratica è formato e deve applicarla in modo etico e responsabile.
Bibliografia
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- Mendoza, M. Elena, & Capafons, Antonio (2009). Eficacia de la hipnosis clínica: resumen de evidencia empírica. Papeles del Psicólogo, 30(2),98-116.[fecha de Consulta 18 de Octubre de 2021]. ISSN: 0214-7823. Disponible en: https://www.redalyc.org/articulo.oa?id=77811726001