
Le stomie sono aperture create chirurgicamente in modo da permettere la fuoriuscita di sostanze di scarto. In alcuni casi vengono…
Abbiamo fatto tutti qualche volta un esame delle urine, ma è difficile sapere cosa succede al campione una volta che viene consegnato al laboratorio analisi. La coltura delle urine è una delle tecniche utilizzate per isolare gli agenti patogeni.
Le infezioni delle vie urinarie (IVU) sono malattie molto comuni. Gli studi scientifici stimano che il 50-60% delle donne ne soffrirà almeno una volta nella vita. Molti batteri possono causarle, ma per fortuna la urinocoltura serve a rilevare l’agente causale specifico.
Nel 1995, negli Stati Uniti il costo diretto e indiretto di queste infezioni era di 2 miliardi di dollari all’anno. Naturalmente, sapere come identificare l’agente patogeno che causa ogni caso è essenziale per una pronta guarigione del paziente.
Bisogna sottolineare che l’urinocoltura e le analisi delle urine non sono la stessa cosa. La seconda consiste in una serie di esami applicati al campione, tra cui esami macroscopici e microscopici, esami fisico-chimici e, se necessario, una coltura delle urine alla fine.
Non tutte le analisi delle urine, pertanto, richiedono l’urinocoltura per poter formulare la diagnosi. Questo metodo viene preso in considerazione quando il medico sospetta un’infezione urinaria in adulti e bambini, come indicato dalla United States National Library of Medicine.
Per saperne di più: Cosa rileva un’analisi delle urine?
Nella maggior parte dei casi il campione di urina sarà raccolto a casa e poi portato alla struttura sanitaria o al laboratorio di analisi di competenza.
Si tratta di una fase cruciale poiché il campione può essere contaminato da batteri commensali provenienti dalla cute e dal tratto genitourinario del paziente. Secondo l’American Society for Microbiology, affinché un campione possa ritenersi idoneo deve presentare una contaminazione inferiore al 5%.
È possibile raccogliere il campione in diversi modi. In genere, tuttavia, basta urinare in un contenitore apposito e poi portare il campione al centro di analisi. Si deve tuttavia tener conto delle seguenti linee guida:
Tuttavia, esistono anche altre tecniche per prelevare i campioni di urina. Per esempio, la puntura della vescica o un cateterismo vescicale transitorio. Sono più asettiche della minzione, ma di gran lunga più invasive; dunque vengono applicate solo in casi eccezionali.
Una volta ottenuto il campione, si eseguono diversi test, ma il più comune è la semina microbiologica. Presentiamo le fasi di questo esame:
La premessa è semplice: se i batteri sono presenti nell’urina del paziente, si moltiplicheranno nella coltura di urina. Questo permette di sapere se la persona è infetta o meno e, attraverso ulteriori esami, l’agente patogeno che causa l’infezione.
Stabilire la necessità di una urinocoltura in caso di infezione che dura da molto tempo non sempre è facile. Ci si basa, pertanto, sui sintomi più comuni di un’infezione delle vie urinarie. La Mayo Clinic parla di:
A seconda della sezione del sistema genitourinario in cui si sono insediate le colonie batteriche, i sintomi saranno diversi. Tuttavia, la presenza dei sintomi descritti accompagnati da episodi di febbre e di malessere addominale sono molto comuni.
I risultati dell’esame sono di facile interpretazione: se il valore di proliferazione è “normale”, significa che tutto è nella norma, quindi si esclude un’infezione batterica. D’altra parte, un esito positivo implica la presenza di batteri o funghi in una zona del tratto urinario.
In questi casi, il medico stabilirà l’antibiotico o l’antimicotico appropriato in base al caso. Ricordate di seguire scrupolosamente le raccomandazioni del medico. Procrastinare il trattamento può complicare la situazione.
Secondo varie organizzazioni mediche, realizzare un’urinocoltura durante la gravidanza è particolarmente importante. Le donne in gestazione sono più sensibili alle infezioni batteriche a causa dei cambiamenti fisiologici a cui vanno incontro.
Molte, inoltre, sono asintomatiche e ciò potrebbe provocare complicazioni indesiderate, come un maggiore rischio di parto prematuro.
L’urinocoltura è uno dei test inclusi nell’analisi delle urine se il medico sospetta un’infezione nel paziente. Questa semplice tecnica di laboratorio permette al personale medico di isolare e identificare l’agente patogeno in ogni caso.
La raccolta del campione è molto semplice e può essere fatta a casa, sebbene alcuni casi eccezionali richiedano punture e cateteri. Una coltura negativa indica l’assenza dei batteri nel tratto genitourinario del paziente, mentre una coltura positiva richiede la somministrazione di antibiotici o di antimicotici per curare l’infezione.