Vaccino contro la poliomielite: cosa sapere
Attualmente il vaccino contro la poliomielite è un chiaro esempio di come i programmi di immunizzazione nel tempo diano ottimi risultati, nonostante gli oppositori. Grazie al vaccino, la grave malattia nota anche come polio è stata quasi del tutto debellata a livello mondiale.
Questo semplice metodo (economico e diffuso, nonché dell’efficacia testata) contribuisce a limitare la trasmissione del virus tra la popolazione mondiale, sia tra i bambini che tra gli adulti. In cosa consiste? Quando viene somministrato? A seguire vi spieghiamo tutto quello che c’è da sapere in merito.
Cos’è la poliomielite?
La poliomielite è una malattia causata dal poliovirus, del quale conosciamo tre varianti. Una è stata debellata e non si sono registrati nuovi focolai. Le altre due sono ancora attive, ma presentano una bassa incidenza grazie alla vaccinazione globale.
Una persona contrae la poliomielite a seguito del contatto con un altro individuo infetto oppure quando attraverso cibi che contengono il virus. Questo succede a causa del meccanismo ano-mano-bocca, ovvero della contaminazione di bevande e cibi tramite materiale fecale.
Buona parte delle persone infette sono asintomatiche, vale a dire che non mostrano sintomi della patologia. Chi presenta un quadro clinico sintomatico, invece, ha buone probabilità di incorrere in gravi complicanze, come la paralisi.
La variante paralitica è la forma più grave di poliomielite; in questo caso si verifica un’estrema debolezza muscolare che si diffonde a tutte le parti del corpo, incluso il torace. La paralisi, di fatto, ostacola la capacità respiratoria inducendo alla morte per asfissia.
Non esiste una cura per questa malattia, motivo per cui il vaccino contro la poliomielite rappresenta una misura necessaria per prevenire la diffusione incontrollata del virus.
Continuate a leggere: Contagi virali: come possiamo evitarli?
Vaccino contro la poliomielite: quali tipi disponibili?
La scienza è stata in grado di sviluppare due vaccini contro la poliomielite, che prendono il nome dei ricercatori che li hanno elaborati, Sabin e Salk. Il primo viene somministrato per via orale, mentre il secondo è intramuscolare.
Vaccino Sabin
Il vaccino Sabin prevede l’immunizzazione mediante somministrazione del virus vivo indebolito. Per ottenerlo, i laboratori provocano mutazioni genetiche delle particelle virali, in modo da renderle meno virulente. Una volta iniettato, il vaccino può provocare sintomi molto leggeri che vengono facilmente combattuti dal sistema immunitario.
Questo vaccino si diffonde nell’apparato digerente provocando un “effetto gregge”, per cui chi è stato vaccinato, espellendo particelle attenuate per mezzo delle feci, favorirà l’immunizzazione delle persone con cui condivide la casa.
Vaccino Salk
La variante di Salk, come abbiamo accennato, è intramuscolare. Come altri vaccini, viene somministrato per mezzo di una siringa il cui ago penetra il muscolo per iniettarvi la sostanza. In questo caso i virus non sono attenuati, bensì inattivi.
La procedura è diversa e il risultato varia leggermente rispetto a quello di Sabin. Questa immunizzazione è efficace nella prevenzione delle forme gravi della patologia, ma non ha l’effetto gregge del primo poiché non raggiunge l’apparto digerente.
Chi deve sottoporsi al vaccino contro la poliomielite?
Le indicazioni sulla vaccinazione contro la poliomielite variano a seconda del Paese. Ogni stato elabora un protocollo per la gestione dei processi di immunizzazione sulla base dell’epidemiologia locale e delle legislazioni vigenti. In ogni caso, la maggior parte concorda su quanto segue:
- I bambini devono ricevere un dosaggio ripetuto per immunizzarsi. Si tratta della fascia di popolazione più a rischio, per cui l’obiettivo è raggiungerli tutti, in un modo o nell’altro.
- Sono previste 5 dosi. Viene somministrato a 2 mesi di età, poi a 4 e a 6 mesi, a 18 e, infine, l’ultima dose a 6 anni. Le date possono variare leggermente, ma non possono mai essere anticipate.
Nel caso degli adulti il consenso è meno unanime. Se da bambini non sono stati vaccinati, verranno sottoposti a somministrazioni con intervalli simili al dosaggio pediatrico.
Dovranno immunizzarsi anche le persone che viaggiano in Paesi ad alta incidenza di polio e il personale sanitario che lavora con pazienti affetti dalla patologia.
Continuate a leggere: I vaccini fondamentali per l’essere umano: eccone 6
Possibili effetti indesiderati del vaccino contro la poliomielite
In linea di massima, il vaccino contro la poliomielite provoca pochi effetti indesiderati. Nel vaccino Salk, la maggior parte interessa l’area in cui è avvenuta l’iniezione, che appare rossa e infiammata.
La variante immunizzante Sabin provoca sintomi gastrointestinali lievi come diarrea, nausea e febbre al di sotto di 37,5 °C. Questo quadro è raro e non supera le 48 ore.
Alcuni report hanno evidenziato reazioni più gravi, tra le quali la reazione allergica è la più preoccupante. Per fortuna, si calcola circa 1 caso ogni milione di abitanti.
Un vaccino efficace e disponibile ovunque nel mondo
Il vaccino contro la poliomielite è un metodo molto efficace per prevenire la malattia. Non esistono molte altre patologie con un simile programma di vaccinazione.
È dunque fondamentale che i Paesi e i singoli cittadini si impegnino di più per garantire la corretta immunizzazione. Manca davvero poco per debellare del tutto la poliomielite dal pianeta, e retrocedere significherebbe aver sprecato decenni di lavoro.
Consultate il medico curante riguardo alla vaccinazione per i bambini. Se siete adulti, verificate che il libretto delle vaccinazioni sia aggiornato. Potete richiedere tutte le informazioni del caso negli appositi reparti ospedalieri.
Potrebbe interessarti ...