Vaccino per il Coronavirus: quanto ci vorrà ancora?

Trovare un vaccino per il Coronavirus è la priorità dei ricercatori di tutto il mondo. Ma sappiamo davvero cosa è un vaccino? Quali passaggi richiede la sua elaborazione? Quando sarà disponibile? In questo articolo approfondiremo la questione.
Vaccino per il Coronavirus: quanto ci vorrà ancora?

Ultimo aggiornamento: 05 maggio, 2020

“È stato trovato un vaccino per il Coronavirus”… Leggiamo spesso notizie simili, che finiscono per essere rapidamente smentite. In linea di massima si tratta di titoli che hanno lo scopo di attirare l’attenzione e che omettono l’estrema complessità di questo processo, in cambio di quel po’ di speranza da infondere alla popolazione mondiale.

La triste realtà è che l’elaborazione di un vaccino è costosa e, soprattutto, lenta. Per quanto i laboratori di tutto il mondo stiano unendo le forze e per quanto giganti come la fondazione Bill Gates abbiano smosso mari e monti in termini di risorse, per questa titanica impresa la strada da fare è ancora lunga.

Dunque, quanto tempo ci vorrà per trovare un vaccino per il Coronavirus? Fino a oggi non c’è una risposta precisa. Nel frattempo, ne approfittiamo per darvi qualche informazione sui vaccini in generale e, soprattutto, del complesso processo che richiede il loro sviluppo.

Vaccini: combattere il nemico

Un vaccino è una preparazione che ha lo scopo di generare immunità contro un agente patogeno, stimolando la produzione di anticorpi. Il medico in genere inietta una soluzione con forme indebolite o morte del microbo che vogliamo combattere.

Questo agente stimola il sistema immunitario, che è in grado di riconoscere, distruggere e soprattutto di ricordare la minaccia in caso di future esposizioni allo stesso. Il nostro sistema immunitario saprà come reagire a future invasioni davanti al nemico riconosciuto, evitando così una infezione.

Per questo motivo, la febbre non rappresenta un problema per la popolazione globale: se siamo vaccinati, non abbiamo di che preoccuparci.

Sviluppo di un vaccino per il Coronavirus: i primi passi

Lo sviluppo di un vaccino è un processo lungo e complesso che spesso richiede fino a 3 anni e che coinvolge la partecipazione combinata di organizzazioni pubbliche e private.

Non c’è da preoccuparsi: lo sviluppo del vaccino del coronavirus è la massima priorità, e si calcola che sarà pronto in 12/18 mesi. Eppure la strada è in salita. Ne parliamo a seguire.

1. Fase di esplorazione

Questa fase suppone tutti i passaggi primari da eseguire in laboratorio. Il primo, più complesso di quanto possa sembrare, consiste nell’isolare il virus fuori dal corpo del paziente e lasciarlo su un terreno di coltura. Nel caso del Sars-CoV-2, questo passaggio è stato compiuto con successo un mese dopo la sua scoperta.

Una volta isolato, possono essere eseguite delle modifiche sul virus, in modo da indebolirlo o isolarne le tossine, trasformandole così in un probabile vaccino. Questa prima fase in condizioni normali può durare da 2 a 4 mesi.

2. Fase preclinica

In questa fase l’agente indebolito e isolato viene iniettato all’interno dei tessuti animali isolati o negli animali vivi (come i topi da laboratorio) per vedere se si produce una reazione del sistema immunitario dell’organismo.

Non viene mai eseguito su esseri umani, in quanto il rischio di una infezione è altissimo. Molti vaccini non riescono ad andare oltre questa fase, in quanto non stimolano la risposta auspicabile da parte dell’organismo. Una volta descritte le prime analisi esplorative, e se funziona sugli animali, inizia la fase della sperimentazione umana.

Vaccino contro le allergie
I vaccini hanno lo scopo di stimolare l’immunità agli agenti patogeni.

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Studi clinici sugli umani

Qui inizia la parte complicata e, senza dubbio, quella che determina maggiormente l’adeguata elaborazione del vaccino.

  • FASE I: a un piccolo gruppo di adulti, in genere di età compresa tra 20 e 80 anni, verrà somministrato l’agente infettivo morto o debilitato. Gli obiettivi in questa prima fase sono valutare la sicurezza del possibile vaccino e determinare la tipologia e il successo della risposta fisiologica.
  • FASE II: il gruppo sperimentale aumenta, coinvolgendo diverse centinaia di persone. In questa fase possono partecipare persone a rischio di fronte alla malattia.
  • FASE III: vengono vaccinate decine di migliaia di persone. Alcuni effetti collaterali poco comuni potrebbero non essere evidenti in gruppi più ristretti. Sarà capitato a tutti di leggere le controindicazioni di molti vaccini: “in 1 caso su 1000 persone produce intensa cefalea”, ad esempio. Sebbene la percentuale sia molto bassa, è necessario metterla in luce.
Vaccino per il coronavirus
Prima di essere prodotto in massa, un vaccino deve superare una procedura composta da almeno tre fasi.

Vaccino per il Coronavirus: quando ci vorrà per averlo?

La maggior parte dei Paesi si trova ancora in fase preclinica. Al momento attuale, infatti, risulta indispensabile continuare a testare i vaccini sugli animali per verificarne l’efficacia. Ciononostante, dalla fine di marzo in Cina si è passati alla Fase I della sperimentazione con umani.

È una buona notizia, ma bisogna chiarire che il monitoraggio dei volontari vaccinati sarà di 6 mesi. Successivamente si procederà ampliando il campione delle persone in esame, si aspetterà del tempo e, infine, si inizierà a produrre il vaccino in dosi massicce.

Dovremo convivere con il Coronavirus per diverso tempo, è una triste realtà. Ma conviviamo con tante altre malattie per le quali non esiste alcun vaccino. La cosa più importante è restringere il gruppo delle persone contagiate e una volta frenata la pandemia, il peggio sarà passato.


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