La ricerca sulla vitamina D negli ultimi tempi ha registrato un crescente interesse; in particolare, quella associata allo studio delle patologie legate alla carenza di vitamina D nei bambini.
Trattandosi di un problema in crescita, necessita di una considerevole attività di ricerca. Tuttavia, ciò che appare evidente, oltre all’accresciuto interesse, è che si tratta di un argomento controverso.
Gli specialisti, di fatto, non concordano ancora sulla tempistica nella prescrizione degli esami e dell’eventuale integrazione. Vediamo nelle prossime righe quali sono le problematiche legate alla carenza di vitamina D nei bambini.
Cosa si intende per carenza di vitamina D?
Si definisce carenza di vitamina D la riduzione dei livelli di questa sostanza, così benefica per la salute. In tal senso, la vitamina D svolge un ruolo importante nell’organismo: sia a livello del sistema nervoso, immunitario, muscolare, ecc.
Allo stesso tempo, la vitamina D permette all’organismo di assorbire il calcio, che, a sua volta, è un componente essenziale delle ossa. In tal senso, la vitamina D previene l’osteopenia, che in alcuni casi colpisce i bambini prematuri, come sostiene la US National Library of Health.
Fonti di vitamina D
Per prevenire la carenza di vitamina D nei bambini, è fondamentale conoscere le fonti da cui ottenerla. In tal senso, può essere integrati in diversi modi:
- Attraverso la pelle.
- Con l’alimentazione e gli integratori.
Sebbene l’organismo sia in grado di produrre naturalmente la vitamina D attraverso l’esposizione alla luce solare, un’eccessiva esposizione, nelle ore meno consigliate, può causare problematiche come l’invecchiamento e il tumore della pelle.
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Carenza di vitamina D e rachitismo
Come evidenziato dall’American Academy of Pediatrics, “Il rachitismo è una condizione che si manifesta con fragilità ossea nei bambini in via di sviluppo. Avviene quando le ossa non riescono ad assorbire sufficiente calcio e fosforo per fortificare le ossa. Benché il rachitismo abbia anche cause genetiche e metaboliche, quella più frequente è la carenza di vitamina D, che è all’origine al rachitismo nutrizionale”.
Il rachitismo è una malattia diffusa nei paesi in via di sviluppo o sottosviluppati. È caratterizzato da un ritardo nella crescita ed è accompagnato dalla deformazione delle ossa. In genere si manifesta nei bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 3 anni, che è la fase nella quale crescono più velocemente.
In tal senso, sempre lo stesso ente afferma che i bambini allattati al seno e che non assumono integratori di vitamina D sono esposti a un rischio maggiore. Il rischio è più alto se la madre del bambino è altrettanto carente di vitamina D.
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Eccesso di vitamina D: un problema da considerare
Secondo le informazioni riportate dalla US National Library of Medicine che abbiamo citati in precedenza, anche l’eccesso di vitamina D può essere dannoso per l’organismo. Ciò è noto come tossicità da vitamina D.
In tal senso, i sintomi dell’intossicazione da vitamina D, includono, tra gli altri:
- Nausea.
- Vomito
- Inappetenza
- Stipsi.
- Debolezza.
- Perdita di peso.
Oltre a ciò, troppa vitamina D può anche danneggiare i reni, oltre ad aumentare il livello di calcio nel sangue. L’ipercalcemia, può causare confusione, disorientamento e alterazioni del ritmo cardiaco.
Parallelamente, i ricercatori del Drug and Therapeutics Committee, Lawson Wilkins Pediatric Endocrine Society, chiariscono che è necessario rivedere le nostre conoscenze riguardo le fonti, naturali o meno, di vitamina D. Allo stesso tempo, è necessario conoscere i meccanismi attraverso i quali è possibile ottimizzare la sintesi e l’ingestione di tale vitamina.
Cos’altro sapere sulla carenza di vitamina D nei bambini?
È estremamente importante soddisfare il fabbisogno di vitamina D secondo i dosaggi espressi in unità internazionali. Per questa ragione è fondamentale non ricorrere all’autosomministrazione, bensì alla consulenza di un professionista.
Allo stesso tempo, non bisogna dimenticare che il mancato soddisfacimento del fabbisogno di vitamina D può essere dannoso quanto l’eccesso. Pertanto, è essenziale trovare il giusto equilibrio tra l’esporsi al sole in sicurezza e ottenere le adeguate quantità di vitamina D.
Ci auguriamo che queste informazioni vi siano state utili e contribuiscano ad aumentare le vostre conoscenze sull’argomento. Tuttavia, in caso di dubbi al riguardo, vi consigliamo di consultare il vostro medico affinché possa fornirvi una corretta diagnosi e il trattamento adeguato al caso, qualora necessario.
Bibliografia
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