Aborto differito: cos'è e perché si verifica?

Le donne che hanno ricevuto una diagnosi di aborto differito devono ricevere il sostegno adeguato. In questo articolo spieghiamo in cosa consiste e le possibili cause.
Aborto differito: cos'è e perché si verifica?
María Cantos

Scritto e verificato l'ostetrica María Cantos.

Ultimo aggiornamento: 26 maggio, 2022

L’aborto differito è una delle diagnosi che più spaventano le gestanti. Rappresenta, di fatto, uno dei maggiori timori nel corso del primo trimestre.

Quando si verifica un aborto, molte donne tendono a ricercarne la ragione in comportamenti negativi che possono aver adottato. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, il motivo non ha nulla a che vedere con la condotta della donna.

Nelle righe che seguono spieghiamo esattamente come si verifica un aborto differito. La donna non deve mai sentirsi colpevole dell’accaduto.

Che cos’è l’aborto differito

L’aborto consiste nell’interruzione della gravidanza, così lo definisce un articolo pubblicato su IntraMed, la comunità medica di internet. Questo termine viene abitualmente impiegato durante la prima metà della gravidanza. Quando lo sviluppo dell’embrione si arresta, ci troviamo di fronte a un aborto differito o ritenuto.

Tale condizione si verifica in assenza di una sintomatologia associata, motivo per cui per i genitori è difficile accettare l’accaduto. Il rischio di aborto provoca tensione e dubbi.

Per diagnosticare un aborto differito, il medico effettuerà un’ecografia vaginale durante il primo trimestre. In base alla settimana di gestazione, potrebbe essere necessario ripetere l’esame per poter formulare una diagnosi definitiva.

Il valore dell’ormone gonadotropina corionica (ormone della gravidanza) inizia a ridursi circa 10 giorni dopo l’arresto dello sviluppo embrionale. Le analisi del sangue oppure un test di gravidanza non hanno alcun valore diagnostico.

Sintomi dell’aborto ritenuto

Nella maggior parte dei casi, la donna non presenta perdite né dolore addominale. In seguito a ciò, la diagnosi è in genere tardiva e coincide con l’esecuzione di un’ecografia di routine.

Aborto differito rilevato durante la ecografia.

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Cause dell’aborto differito

Come già spiegato, l’aborto differito non è accompagnato da segni che indichino l’espulsione dell’embrione né dall’ emorragia per la pulizia dell’utero. Ciò significa assenza di contrazioni, di dilatazione del collo dell’utero o di distacco delle membrane fetali.

Per questo motivo, la donna nutre numerosi dubbi in merito alle possibili cause di aborto differito. Si stima che il 15% delle donne in stato interessante ha un aborto, l’80% dei quali si verificano durante il primo trimestre di gravidanza. Le cause sono diverse:

  • Genetiche. Lo sviluppo embrionale è più delicato di quanto immaginiamo e il corpo tende ad arrestare lo sviluppo degli embrioni che presentano malformazioni cromosomiche. Secondo quanto afferma uno studio pubblicato sulla Revista chilena de ostetricia y ginecología, la metà degli aborti che si verificano durante il primo trimestre sono provocati da anomalie cromosomiche. In caso di malattie meno gravi, è possibile portare a termine la gravidanza sebbene sia più frequente un’interruzione spontanea della stessa.
  • Patologie endocrine, del sangue o immunitarie. Alcune malattie colpiscono tutti gli organi del corpo e rappresentano un fattore di rischio durante la gravidanza. Secondo un articolo pubblicato sulla rivista Reproducción, tra l’8 e il 12% dei casi di aborto spontaneo può essere dovuta a una patologia endocrina.
  • Infezioni. Alcuni virus o batteri colpiscono l’embrione, che può sviluppare una malformazione incompatibile con la vita.
Feto nella placenta.

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Trattamenti consigliati

In caso di aborto differito, il medico dovrà verificare il completo svuotamento della cavità uterina ed esaminare il tessuto estratto. Ciò è  possibile nei seguenti modi:

  • Svuotamento naturale. Attendere che sia il corpo a espellere il contenuto della cavità uterina. È fondamentale sottoporsi a controllo per valutare le condizioni e accertarsi del mancato rischio di infezione.
  • Trattamento farmacologico. Attraverso la somministrazione di farmaci che inducono la dilatazione del collo dell’utero tramite contrazioni. Come indicato in uno studio pubblicato su Progresos de obstetricia y ginecología, il trattamento farmacologico rappresenta un’alternativa meno aggressiva rispetto all’intervento chirurgico e presenta alte probabilità di successo (circa il 90%).
  • Intervento chirurgico. Si procede con il raschiamento, che può essere eseguito mediante tecnica di aspirazione o curettage. Viene effettuato in sala operatoria, sotto anestesia e a digiuno da almeno 6 ore prima dell’intervento.

Ci auguriamo che questo articolo possa essere d’aiuto a tutte le donne per affrontare nel miglior modo possibile l’eventualità di un momento così critico.


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