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Gli effetti dell'acido salicilico, appartenente al gruppo degli agenti analgesici, antipiretici e antinfiammatori, sono stati descritti per la prima volta nel XVIII secolo dal reverendo Richard Stone. Il pastore inglese osservò che gli infusi a base di corteccia di salice bianco comune potevano curare la febbre.
L’acido salicilico è una sostanza dalle proprietà cheratolitiche e antimicrobiche. Viene ampiamente impiegato in settori come la dermatologia per la sua capacità di desquamare la pelle e prevenire la contaminazione da batteri e funghi opportunisti.
È in grado di regolare l’oleosità della pelle e di agire come potenziale antinfiammatorio. In questo senso, l’acido salicilico è considerato un ingrediente molto utile per migliorare l’aspetto della pelle invecchiata.
La corteccia del salice bianco, Salix alba, contiene una sostanza nota come salicina. Da questa si può ottenere l’acido salicilico. Questo idrossiacido, tuttavia, si può trovare anche in altre piante come la betulla e le foglie della gaultheria.
Gli effetti dell’acido salicilico, appartenente al gruppo degli agenti analgesici, antipiretici e antinfiammatori, sono stati descritti per la prima volta nel XVIII secolo dal reverendo Richard Stone. Il pastore inglese osservò che gli infusi a base di corteccia di salice bianco comune potevano curare la febbre.
Bisognerà attendere il 1899 per vedere sintetizzata la molecola destinata a sostituire il chinino nel controllo della febbre e del dolore. Uno dei suoi metaboliti era appunto l’acido salicilico, adatto all’uso topico.
Gli effetti topici offerti da questa sostanza sono legati al suo impatto nella struttura della cute. L’acido salicilico agisce sulla coesione dei cheratinociti – un tipo di cellule – e causa desquamazione.
In questo modo, come abbiamo detto, agisce come cheratolitico (esfoliante) e antimicrobico, in concentrazioni dal 5 al 10%. Gli si attribuisce anche un effetto antinfiammatorio diretto, sebbene non ancora confermato. In concentrazioni più basse, dall’1 al 3%, agisce come cheratoplastico.
Si definiscono sostanze cheratoplastiche quelle che stimolano la rigenerazione dello strato corneo e normalizzano una cheratinizzazione difettosa. I cheratolitici, invece, sono sostanze che provocano la caduta dello strato corneo o ne riducono lo spessore.
È importante specificare che l’acido salicilico è liposolubile; questo significa che si può miscelare e sciogliere con i grassi dell’epidermide e con il materiale sebaceo che talvolta si trova intrappolato nei follicoli.
In breve, una volta a contatto con le strutture lipidiche della pelle, provoca esfoliazione e desquamazione.
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Possiamo evidenziare 9 usi principali per questa sostanza.
Come avviene con tutti i farmaci e le sostanze chimiche, l’acido salicilico può scatenare alcuni effetti indesiderati. Tra i più comuni possiamo citare:
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L’acido salicilico continua a essere in uso per le indicazioni tradizionali e nuovi usi, con un buon profilo di efficacia e sicurezza.