Annegamento secondario: sintomatologia

Nell'annegamento secondario si manifesta l'incapacità di respirare a causa del liquido accumulato nei polmoni. Conoscere i suoi sintomi ci permetterà di agire con rapidità. Solo in questo modo si potranno evitare danni maggiori. 
Annegamento secondario: sintomatologia

Ultimo aggiornamento: 27 maggio, 2022

Potrebbe capitare che nelle ore successive a un principio di annegamento, si presentino dei sintomi in cui è importante intervenire il prima possibile. Potrebbe trattarsi  di un annegamento secondario o dopo aver nuotato. Entrambi si verificano fuori dell’acqua.

A seguire esamineremo alcuni dettagli che ci faranno conoscere meglio questo rischio poco conosciuto; in questo modo, nell’eventualità in cui si presenti questa situazione, potremo agire con prontezza per evitare conseguenze più serie.

Un rischio poco conosciuto

Si sono verificati alcuni casi in cui dopo aver vissuto una esperienza traumatica in acqua e dopo aver persino pensato di averla superata, si sono presentati dei sintomi che hanno portato perfino al decesso. Molti di questi casi si sono verificati in bambini.

Stiamo parlando degli annegamenti che avvengono fuori dall’acqua. La sintomatologia può manifestarsi ore o addirittura giorni dopo essere stati in acqua con corrispondente procedura di rianimazione.

L’annegamento secondario e quello secco all’inizio interessano i polmoni, in seguito le conseguenze possono influire su altre funzioni dell’organismo. Non è nostro obiettivo causare timori o preoccupazioni inutili, ma desideriamo riportare alcuni segnali che il corpo dà in seguito a incidenti come questi. In questo modo, potrete riconoscerli e nel caso in cui fosse necessario potreste dirigervi con prontezza al pronto soccorso.

Cos’è l’annegamento secondario e perché avviene

Secondo uno studio condotto negli Stati Uniti, il 75% dei casi di annegamento secondario interessa i bambini sotto i 5 anni. Può avvenire anche in adulti che hanno vissuto un incidente in acqua o che hanno dovuto fronteggiare correnti improvvise.

Quando una persona vive un evento vicino all’annegamento, può accadere che dell’acqua penetri nei polmoni prima che le corde vocali si chiudano e impediscano il suo passaggio all’interno. Il risultato è un edema polmonare acuto.

Tipi di annegamento

L’annegamento secco avviene quando la trachea si infiamma provocando uno spasmo alle corde vocali, le quali si chiudono e impediscono la respirazione. L’annegamento secondario si verifica quando il corpo non riesce a eliminare l’anidride carbonica a causa del liquido che si è accumulato nei polmoni dopo un’esperienza di principio di annegamento.

Con la presenza di acqua negli alveoli polmonari, non è possibile scambiare ossigeno mediante il sangue e il cuore inizia a rallentare. L’annegamento secondario può presentarsi fino a 76 ore successive all’episodio di annegamento. Esistono casi in cui i sintomi si sono manifestati addirittura dopo tre giorni.

Sintomi di annegamento secondario

Nuotare

Può sembrare che tutto vada bene dopo che la persona è uscita dall’acqua, ma non sempre è così. È dunque fondamentale prestare attenzione ai seguenti sintomi:

  • Difficoltà respiratorie
  • Tosse costante
  • Vomito
  • Sonnolenza e stanchezza inconsueta
  • Respiro corto
  • Febbre
  • Mutamenti nel modo di comportarsi, evidenti in maggiore irritabilità o mancanza di energia (questo si verifica quando arriva meno ossigeno al cervello)

Cosa fare se appaiono alcuni di questi sintomi

Nel caso di un annegamento dopo aver nuotato è fondamentale andare con urgenza da un medico. Questi prenderà i provvedimenti necessari. Se dopo un primo esame diagnosticherà che c’è stato un annegamento lieve, è probabile che raccomandi di mantenere il paziente sotto osservazione.

Se invece la situazione si presenta più grave, si eseguirà una radiografia toracica per assicurarsi che non ci sia un edema polmonare. Potrebbe essere valutata la somministrazione di ossigeno.

Prevenire

Nuoto

Quando si tratta di bambini, la sorveglianza in piscina o al mare è molto importante. Mentre giocano, bisogna prestare speciale attenzione ai loro movimenti, per prevenire che ingeriscano bruscamente acqua. È consigliabile, inoltre, che il bambino impari a nuotare nei primi quattro anni di vita, affinché possa perdere la paura dell’acqua.

Nel caso di un principio di annegamento in un adulto, è necessario mantenerlo sotto osservazione nelle successive 72 ore dopo l’evento. Ricordiamo di prestare particolare attenzione qualora si manifestassero alcuni dei sintomi menzionati precedentemente.

Conoscere e osservare l’annegamento secondario per assistere

I giochi d’acqua e il nuoto sono attività ricreative comuni nel periodo estivo. Tuttavia, non sono esenti da pericoli. Per questa ragione è molto importante conoscere i sintomi dell’annegamento secondario.

Essere vigilanti ci aiuterà a evitare che un’occasione di svago possa finire in tragedia. La conoscenza è il primo passo per aiutare altre persone e noi stessi davanti a situazioni di infortunio.


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