L’anoscopia è una delle tecniche utilizzate per ispezionare l’interno dell’ano, il canale anale e la parte terminale del retto (ultimo tratto dell’intestino crasso). Consente quindi allo specialista di valutare il tratto finale dell’apparato digerente.
Lo strumento necessario per realizzare questo esame è l’anoscopio, un tubo sottile e flessibile che viene inserito nell’ano. Di solito è accompagnato da una lampada alogena che serve a illuminare l’area. È anche possibile collegarvi un cavo di fibra ottica per una migliore visione delle pareti rettali.
In alcuni casi lo specialista può avvalersi di sostanze chimiche. L’area viene quindi illuminata con una lampada fluorescente per identificare eventuali lesioni. In questo caso, si tratta di anoscopia ad alta risoluzione.
L’anoscopia può servire anche ad altri scopi come l’esecuzione di una biopsia, il posizionamento di legature elastiche, etc. La sua funzione principale resta, tuttavia, la diagnosi del cancro del retto o altre patologie.
In che cosa consiste l’anoscopia?
Innanzitutto, l’equipe medica informa il paziente su come verrà eseguita la tecnica. È importante che questi riferisca eventuali allergie, i farmaci che assume in modo abituale, etc. È consigliabile far precedere l’esame da un clistere o un lassativo per facilitare l’analisi del tratto rettale.
Quando il paziente avrà assunto la posizione corretta, il medico comincia con l’esame fisico del retto. Questo permette di valutare lo stato dello sfintere. Si ispeziona, inoltre, l’area esterna dell’ano per individuare eventuali lesioni.
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Dopo aver passato una soluzione detergente sulla zona, viene introdotto l’anoscopio. In genere l’esame non richiede anestesia perché non causa dolore. Nel caso in cui sia necessaria una biopsia, il paziente potrebbe invece avvertire fastidio o andare incontro a una leggera emorragia. Si tratta, tuttavia, di situazioni passeggere. Il paziente di solito può ritornare a casa senza problemi.
I risultati dell’esame si ottengono subito poiché si tratta di una tecnica per immagini. Se viene eseguita una biopsia, invece, occorrerà attendere qualche settimana.
Anoscopia: quando è indicata?
Come abbiamo detto, è una tecnica che permette di vedere l’interno del retto. Viene quindi prescritta quando il paziente presenta alterazioni in questa zona. I disturbi più comuni per cui si ricorre a questo tipo di esame sono:
- Polipi.
- Ascessi.
- Tumore del retto.
- Papilloma virus umano o HPV.
- Altre lesioni del retto.
- Ragadi che possono causare dolore o perfino emorragia.
- Emorroidi dolorose o sanguinanti.
Lo specialista può optare per l’anoscopia quando è necessaria una biopsia rettale oppure una legatura elastica come trattamento contro le emorroidi.
Vi sono, invece, alcune condizioni per cui questo esame non è consigliato; ad esempio durante una crisi emorroidaria o se vi è un’infezione in corso.
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Da ricordare
In caso di errore nell’esecuzione dell’esame, il paziente può avvertire una serie di sintomi come dolore intenso e continuo, emorragia, febbre, brividi e infiammazione dell’area interessata. In questi casi è meglio recarsi dal medico quanto prima, evitando in modo assoluto di automedicarsi.
Bibliografia
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