Ogni genitore che deve crescere ed educare un figlio affetto da autismo sa bene di non avere un compito facile, ma è anche vero che i trionfi personali offrono grandi soddisfazioni.
Il disturbo dello spettro autistico viene diagnosticato a 1 persona su 68. Dato il diverso grado con cui può colpire ogni individuo, possono esserci anche adulti a cui viene diagnosticato questo problema in età avanzata.
Si tratta di un disturbo del neurosviluppo caratterizzato soprattutto dall’alterazione dell’interazione sociale e della comunicazione. È essenziale che il problema venga diagnosticato il prima possibile per permettere al bambino di potenziare tutte le sue capacità al massimo.
La finalità ultima, come sempre, è quella di facilitare la sua totale inclusione affinché possa condurre una vita felice il più autonomamente possibile, sentendosi parte integrante della società. Per questo motivo, è necessaria una sensibilizzazione maggiore su questo tema.
L’autismo e la necessità di “rendere visibile l’invisibile”
Per una famiglia non è semplice collegare le particolarità del proprio figlio all’autismo. Diverse associazioni che si occupano di questo disturbo affermano che molti genitori preferiscono pensare che il loro bambino abbia problemi di udito o che abbia un carattere molto difficile.
Per questo motivo, in quanto genitori, dobbiamo osservare bene ed essere particolarmente sensibili riguardo a diverse caratteristiche che potrebbero indicarci l’esistenza di un disturbo dello spettro autistico.
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Primi sintomi
- Il bambino non mantiene il contatto visivo.
- Piange senza alcun motivo apparente ed è molto complicato farlo calmare.
- Quando il piccolo arriva ai 3 mesi, è normale che risponda già al “sorriso sociale”. Tuttavia, il bambino autistico non mostra questo gesto così importante.
- Non si volta quando lo chiamiamo per nome.
- Non imita e, quando gioca, passa molto tempo a mettere in fila i giocattoli.
- Impiega molto tempo ad acquisire competenze comunicative. Di fatto, è possibile che arrivi ai 4 anni pronunciando solo poche parole.
- Non risponde alle richieste.
- Lo infastidiscono i rumori forti o inaspettati, così come determinati colori, consistenze e persino sapori.
- Presenta di solito ritardi nello sviluppo per quanto riguarda imparare a camminare e la motricità fine.
- Presenta disturbi del sonno, di alimentazione e di controllo degli sfinteri.
Aspetti che la società deve conoscere sui bambini affetti da disturbi dello spettro autistico (TEA)
Una cosa che molta gente pensa dei bambini autistici è che siano dei geni con qualche comportamento asociale. Non è vero o almeno non in tutti i casi.
Non c’è un bambino autistico uguale all’altro. A seconda della gravità del disturbo presenterà più o meno limiti, atteggiamenti o aspetti da potenziare.
- Ci sono persone che arrivano in età adulta senza sapere di soffrire di tale disturbo. Nonostante si sentano diversi, soprattutto sul piano sociale, hanno imparato ad adattarsi affrontando le molte difficoltà quotidiane delle quali non conoscono le ragioni né l’origine.
- I bambini autistici non sono geni. A volte possono presentare notevoli attitudini per un’area in concreto: il disegno, la matematica, ecc. Tuttavia, esistono anche bambini con deficit di sviluppo molto gravi in cui neppure le abilità comunicative riescono a svilupparsi in modo completo.
- Altro dato da tenere in considerazione sull’autismo è che ad oggi non se ne conosce l’eziologia. Per un periodo si pensò che l’autismo fosse causato da un modello educativo riconducibile alla famiglia. Una cosa ovviamente del tutto falsa.
- Esiste anche un falso mito da scartare. I bambini autistici non evitano l’affetto né odiano il contatto fisico. La maggior parte di loro è molto legata ai propri genitori e soffre il rifiuto sociale come qualsiasi altra persona.
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I bambini autistici hanno sentimenti come tutti, pertanto dobbiamo facilitare la loro inclusione, il loro riconoscimento e la loro felicità.
Far integrare il bambino affetto da autismo è un compito di tutti
Siamo tutti educatori nella nostra società. Fare in modo, all’interno del nostro contesto più vicino, che tutti si sentano integrati, valorizzati e rispettati è essenziale.
- Abbiamo bisogno in primo luogo che le famiglie abbiano accesso a tutta l’informazione e a tutte le risorse che consentano loro di capire e soddisfare le necessità dei propri figli.
- In secondo luogo, nelle scuole, non basta soddisfare le “particolarità educative”. C’è bisogno di qualcosa in più, bisogna includere questi bambini, ovvero far in modo che conducano all’interno dell’aula una vita il più normale possibile.
- A loro volta, il resto delle istituzioni, come quelle sanitarie e lavorative, devono essere più sensibilizzate riguardo ai bambini autistici. Ogni persona è un mondo a sé e ha le proprie particolarità.
Se ce ne occupiamo in modo corretto, possono sviluppare al massimo il loro potenziale, anche se purtroppo oggi l’80% di loro è disoccupato.
È necessario, dunque, essere coscienti e ricettivi verso questo e altri collettivi in modo da poter rendere il nostro mondo un luogo in cui tutti possano sentirsi importanti. Un luogo dove ognuno di noi conta.