
Individuare i motivi di consulto medico più frequenti durante l’adolescenza è un passo fondamentale per delineare le politiche pubbliche destinate…
Farsi del male intenzionalmente viene definito "autolesionismo". È il sintomo di un problema più grande, non un disturbo a sé.
L’autolesionismo negli adolescenti purtroppo sta diventando sempre più frequente. Fattori come la situazione familiare, il contesto sociale o l’uso eccessivo delle nuove tecnologie hanno contribuito a un aumento dei casi.
Nelle prossime righe rifletteremo su questo problema, che deve essere affrontato in tempo, in quanto potrebbe causare patologie più gravi. Studieremo anche le cause dell’autolesionismo negli adolescenti e i possibili modi per affrontarlo.
L’autolesionismo negli adolescenti è un problema sia familiare che sociale. È già di per sé grave il fatto di farsi male, ma potrebbe anche essere un segnale di avvertimento di un successivo tentativo di suicidio o di un disturbo psicologico più profondo. Il problema deve quindi essere affrontato nel modo più appropriato e cauto possibile.
Diversi fattori possono promuovere l’autolesionismo negli adolescenti. È tuttavia importante notare che, indipendentemente dall’origine, tutti i casi devono essere trattati con l’aiuto di un professionista. Solo il medico può indicare i modi migliori per affrontare il problema e proporre una soluzione.
Diversi studi dimostrano che alcuni fattori familiari possono influire sull’autolesionismo negli adolescenti, tra questi:
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I fattori citati portano gli adolescenti a soffrire di uno squilibrio emotivo e, quindi, all’autolesionismo. Ferirsi sarebbe un modo (sbagliato) per cercare di colmare la grande angoscia che provano.
In molti casi, le ferite sono così sottili che è difficile vederle a occhio nudo. Una volta individuate, sarà essenziale tenere sotto controllo la situazione. Un buon modo per farlo è porsi alcune domande:
In questi casi gli specialisti suggeriscono che tanto più forte è il rifiuto o la pressione esercitata dai genitori, tanto maggiore sarà la rabbia e la frustrazione provate dall’adolescente.
Ecco perché i giovani intendono il problema come una sfida e mostrano un atteggiamento di rifiuto o apertamente conflittuale di fronte alle proposte degli adulti.
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Oltre al contesto familiare, ci sono altri fattori che causano l’autolesionismo negli adolescenti. Per esempio, può entrare in gioco la vulnerabilità emotiva, più accentuata durante l’adolescenza, una fase di grandi cambiamenti.
L’adolescente non è solo più sensibile alla situazione familiare, ma anche al suo ambiente sociale. In tal senso, è comune un atteggiamento di ribellione contro le regole, ma anche imitare gli amici. Questo fa sì che l’autolesionismo appaia “figo”, da copiare, proprio come una moda.
Infine, vale la pena di evidenziare il ruolo non indifferente delle nuove tecnologie. L’uso eccessivo dei social network può portare l’adolescente a idealizzare una vita virtuale in cui domina la violenza, per esempio.
Consigliamo vivamente di rivolgersi a un professionista per risalire ai fattori che influenzano i giovani, nonché le particolarità specifiche della personalità. Un numero sempre maggiore di campagne e programmi di prevenzione a livello educativo e medico invitano ad andare da uno psicologo in questi casi.
Tenete presente che talvolta l’autolesionismo potrebbe celare un disturbo mentale. Tuttavia, l’aumento dei casi di autolesionismo negli adolescenti mostra che, il più delle volte, si tratta solo di una grande difficoltà a gestire le emozioni. È dunque essenziale chiedere l’aiuto di uno psicologo e seguire le sue istruzioni.
Infine, i genitori non dovrebbero mai dimenticare che un adolescente autolesionista sta soffrendo e ciò di cui ha più bisogno è comprensione e affetto. Ascoltateli, porgete loro la mano e mantenete la calma e la serenità in ogni momento.
Come abbiamo visto, un atteggiamento aggressivo e nervoso causa solo maggiore rifiuto e opposizione da parte dei giovani, finendo per ostacolare l’intervento degli adulti.