Avvelenamento da candeggina, come riconoscere i sintomi?

In caso di ingestione accidentale di candeggina, in nessun caso deve essere indotto il vomito, poiché potrebbe irritare ulteriormente le mucose. Come dobbiamo comportarci?
Avvelenamento da candeggina, come riconoscere i sintomi?
Leidy Mora Molina

Revisionato e approvato da l'infermiera Leidy Mora Molina.

Ultimo aggiornamento: 13 dicembre, 2022

I sintomi dell’avvelenamento da candeggina dipendono da come è avvenuto il contatto, cioè se è stata inalata, ingerita o si è ricevuto uno schizzo negli occhi. Può causare bruciore e arrossamento della pelle o delle mucose, nausea, tosse, mal di gola e persino aritmia.

La candeggina è ampiamente utilizzata nelle pulizie domestiche, ma va maneggiata con cautela, poiché il suo componente principale è l’ipoclorito di sodio.

In questo articolo spieghiamo i sintomi più comuni di avvelenamento da candeggina, cosa fare se la inaliamo o la ingeriamo accidentalmente e come utilizzare correttamente questo prodotto per prevenire incidenti domestici.

Cos’è la candeggina e a cosa serve?

La candeggina, chiamata talvolta varechina è una soluzione acquosa a base di ipoclorito di sodio. Questa sostanza chimica può essere presente anche nei prodotti per la pulizia e il bucato e nei depuratori d’acqua.

La sua concentrazione nei prodotti per l’igiene varia dal 3% al 6%. Nelle piscine può raggiungere il 10%.

La candeggina è utile per igienizzare i punti della casa in cui i batteri si accumulano di più in cucina, bagno, camere da letto e cantina. Viene impiegata, inoltre, per disinfettare strumenti di laboratorio (non metallici e che non contengano materiale organico), nonché su varie superfici negli ambienti sanitari.

Per le sue caratteristiche, è considerata adeguata per eliminare batteri, funghi e altri microrganismi, disinfettare e ridurre il rischio di contrarre o diffondere malattie.

Sintomi di avvelenamento da candeggina

Nonostante tutti questi vantaggi, se non utilizzata correttamente, la candeggina può essere pericolosa non solo per la persona che la utilizza, ma anche per i bambini e gli animali domestici.

È opportuno precisare che, in ambito domestico, un uso improprio può derivare dall’abitudine di miscelare l’ipoclorito di sodio con altre sostanze, come l’acido cloridrico o l’ammoniaca. Questo è uno degli errori più comuni commessi con la candeggina.

I sintomi dell’avvelenamento da candeggina possono variare a seconda del contatto, dell’area del corpo esposta, della concentrazione della sostanza e del tempo di esposizione.

Candeggina per la pulizia.
La candeggina è ampiamente distribuita in tutto il mondo. Si compra nei supermercati e nei piccoli negozi.

Contatto con la pelle

Nei prodotti per la casa, l’ipoclorito di sodio è al 5%, a volte meno. Anche in queste soluzioni acquose, la candeggina può irritare la pelle sensibile, provocando bruciore o arrossamento.

Ma a concentrazioni più elevate, l’ipoclorito si comporta come un caustico alcalino e diventa corrosiva, provocando ustioni e vesciche.

È interessante notare che i bagni di candeggina allo 0,05% vengono utilizzati per il trattamento della dermatite atopica. Il bagno sembra avere effetti antinfiammatori e aiuta a migliorare i sintomi riducendo la concentrazione di batteri come lo Staphylococcus aureus, senza ricorrere a corticosteroidi topici o antibiotici.

Contatto con gli occhi

Sugli occhi e sulle altre mucose, l’ipoclorito di sodio si va a combinare con proteine e grassi, quindi l’azione chimica è diretta. Le conseguenze sono ustioni, bruciore e una sensazione di dolore intenso; nei casi meno gravi è presente arrossamento, gonfiore e lacrimazione.

Inalazione

Come accennato, quando si mescola la candeggina con altri prodotti, domestici o industriali, si produce una reazione chimica da cui si liberano vapori di cloro.

L’inalazione può causare varie reazioni:

  • Con una parte per milione (1 ppm), le persone sensibili sperimentano irritazione della mucosa nasale, oculare e faringea, oltre a naso che cola, tosse, sensazione di soffocamento, lacrimazione e secchezza.
  • Con 30 ppm, anche con una breve esposizione, i sintomi sono dolore toracico, nausea e vomito, ritmo respiratorio alterato, attacchi di tosse, mal di testa.
  • A 40 ppm o più, possono verificarsi edema della glottide, dolore pleurico, bronchite ostruttiva e mancanza di respiro.
  • Nei casi più gravi si verificano ipossiemia ed edema polmonare.

Ingestione

In caso di ingestione, accidentale o intenzionale, i sintomi dell’avvelenamento da candeggina dipendono dalla concentrazione, oltre che dalla quantità ingerita. Con prodotti per uso domestico al 5%, si presentano i seguenti segni:

  • Mal di stomaco.
  • Nausea e vomito.
  • Ulcere delle mucose.
  • Bassa pressione arteriosa.
  • Ustioni nell’esofago, nella bocca o nella gola.

Una revisione del 2018, su una media di 45.000 casi annuali di avvelenamento da candeggina negli Stati Uniti, segnala solo 1 decesso in quattro anni.

Cosa fare in caso di avvelenamento da candeggina?

In caso di ingestione accidentale di candeggina, è essenziale mantenere la calma. In nessun caso deve essere indotto il vomito, poiché potrebbe irritare ulteriormente le mucose.

Si sconsiglia inoltre di utilizzare un sondino nasogastrico, fare lavaggi intestinali, somministrare carbone attivo o neutralizzare con alcali o acidi. Al massimo si può sciacquare la bocca con acqua.

E se non si riscontrano difficoltà di deglutizione, si può bere acqua lentamente per diluire la concentrazione del prodotto o piccoli sorsi di latte.

Ma questo non è consigliabile se è trascorsa più di un’ora dall’ingestione, se la persona non riesce a deglutire o se i tentativi di deglutizione provocano attacchi di tosse.

Nei pazienti che non presentano sintomi digestivi può essere raccomandato un protettore gastrico. I pazienti con sintomi devono sottoporsi ad alcuni esami di controllo e restare sotto trattamento per alcuni giorni.

D’altra parte, se l’ipoclorito è venuto a contatto con la pelle, tutti gli indumenti devono essere rimossi e la zona interessata lavata con abbondante acqua. Nelle mucose oculari può essere utilizzata una soluzione fisiologica.

Il bambino di cui si sospetta un ingerimento di candeggina deve essere portato immediatamente al pronto soccorso.

Tutti i casi di avvelenamento da candeggina richiedono attenzione medica immediata.

Come prevenire l’avvelenamento da candeggina?

Il fatto che l’uso della candeggina comporti dei rischi, non significa che bisogna smettere di usare il prodotto. Tuttavia, è bene adottare alcune misure precauzionali.

  • Aprire le finestre prima di iniziare l’utilizzo, in modo che l’ambiente sia ventilato.
  • Indossare una mascherina per ridurre il rischio di inalazione.
  • Indossare indumenti protettivi; meglio pantaloni e maglietta a manica lunga per evitare il contatto con la pelle.
  • Indossare guanti da lavoro spessi.

La candeggina non deve essere miscelata con altri prodotti per la pulizia. E, ultimo ma non meno importante, occorre conservare questa e altre sostanze fuori dalla portata di bambini e animali domestici.


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