Caffè e infarti: cosa dice la scienza?

Consumo di caffè e infarti sono in qualche modo correlati, ma il dibattito sul rapporto positivo o negativo tra i due è sempre in corso. A quanto sembra, le modalità di preparazione e di consumo della bevanda sono determinanti per quanto riguarda gli effetti sull'apparato cardiovascolare.
Caffè e infarti: cosa dice la scienza?
Leonardo Biolatto

Scritto e verificato il dottore Leonardo Biolatto.

Ultimo aggiornamento: 27 maggio, 2022

Consumo di caffè e infarti sono correlati l’uno all’altro, e questo anche se gli studi scientifici mostrano pareri discordanti al riguardo. Secondo alcuni studiosi, il caffè aumenterebbe il rischio cardiovascolare, mentre altri sostengono l’opposto.

Tra le bevande in circolazione, il caffè occupa un posto di rilievo. Viene bevuto quasi in tutto il mondo e non è circoscritto all’alimentazione: il momento del caffè è spesso un’occasione per riunirsi e per conversare.

È dunque interessante conoscere gli effetti che potrebbe avere sulla salute. I suoi consumatori sono numerosi, motivo per cui andrebbero prese rigide misure in presenza di prove certe riguardo ai suoi effetti indesiderati.

In linea di massima, il legame tra caffeina e fattori di rischio cardiovascolare non gode di buona fama. Non è raro che i pazienti che hanno sofferto di infarto abbiano smesso di bere caffè in autonomia, senza il consulto medico.

La caffeina è stata relazionata per anni all’insorgere di attacchi cardiaci. Uno studio scientifico svizzero ha però dimostrato che bere caffè diventa rischioso a seconda delle modalità di preparazione. 

Il modo in cui consumiamo il caffè e il rischio di attacchi cardiaci

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Göteborg si è occupato di studiare i vari effetti sul cuore delle diverse modalità di preparazione del caffè. È interessante notare come ogni modalità abbia influito in modo unico sulla mortalità del gruppo di volontari.

Secondo questo studio, il filtro è il principale fattore determinante nel rapporto tra caffè e infarti. Quando viene filtrato, si impedisce ad alcune sostanze dagli effetti indesiderati di entrare nell’organismo.

Queste sostanze sono in grado di aumentare i valori di colesterolo LDL e i battiti cardiaci, così come di alterare il ritmo cardiaco. Questi tre aspetti hanno effetti negativi sulle arterie e sul cuore. La situazione peggiora ulteriormente se l’individuo mostra altri fattori di rischio, come l’obesità o una patologia grave, come il diabete.

Secondo i ricercatori svedesi, se il caffè non viene filtrato il corpo viene raggiunto da un numero di sostanze tossiche 30 volte superiore rispetto a quando viene filtrato. Questa differenza può essere significativa in termini di salute.

Donna con problemi cardiaci.

Studi con un’opinione diversa sul consumo di caffè e infarti

In contrapposizione ai ricercatori svizzeri, alcune metanalisi propongono il consumo di caffè per proteggere il cuore, anziché considerarlo un fattore di rischio. Questa raccomandazione fa parte della lista di consigli cardiologici dell’ultimo decennio.

Una metanalisi pubblicata sulla rivista Journal of the American College of Cardiology non ha riscontrato alcuna correlazione tra caffè e infarti. Anzi, i risultati ottenuti avrebbero rivelato effetti benefici. 

Tra i soggetti analizzati, chi beveva fino a 4 tazze di caffè al giorno presentava il 18% in meno di possibilità di morte prematura. Per concludere, i bevitori abituali e i consumatori moderati di caffè avevano maggiori aspettative di vita.

La spiegazione potrebbe trovarsi negli antiossidanti del caffè, ingeriti insieme alla caffeina. Queste sostanze sono importanti per l’invecchiamento cellulare, in quanto bloccano le tossine che l’essere umano produce per il solo fatto di essere vivo.

Caffè e infarti: maggiore produzione di cortisolo

No al consumo di caffè.

La caffeina stimola la produzione di cortisolo nel corpo. Il cortisolo è noto come ormone dello stress, poiché l’essere umano lo secerne per aumentare la sua risposta in stato di allerta e di difesa.

In presenza di eccessivi livelli di cortisolo, i battiti cardiaci aumentano e si alza lievemente la pressione arteriosa. Entrambe queste condizioni non sono auspicabili per chi soffre di problemi al cuore né per chi è soggetto a elevato rischio cardiovascolare.

I bevitori abituali di caffè si abituano a livelli di cortisolo leggermente alti. L’aumento della pressione arteriosa non è significativa e non sembra aumentare il pompaggio del cuore.

Non è chiaro se il consumo di caffè porti a soffrire di attacchi di cuore a causa del cortisolo, ma gli studi al riguardo sono ancora in corso. Regolare i livelli di questo ormone rientra tra gli obiettivi della terapia per l’ipertensione arteriosa.

Dovremmo bere caffè?

La risposta è sì, possiamo consumare caffè se ci piace questa bevanda. Come tutto nella vita, la moderazione evita possibili effetti indesiderati.

Infine, è importante capire che il consumo di caffè da solo non può provocare un infarto. Altri aspetti come la dieta e l’attività fisica fanno parte dell’equazione sul rischio cardiovascolare. In fin dei conti, le abitudini sane ci aiutano a prenderci cura di noi.


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