Il cancroide è un’infezione delle mucose genitali causata dal batterio Haemophilus ducreyi. Tale infezione è diffusa in diverse zone del mondo, tra cui l’Africa e il sud-est asiatico. Nei paesi sviluppati, sono pochi i casi di cancroide.
La maggior parte delle persone, di fatto, contrae la malattia al di fuori del proprio paese di residenza, in aree in cui questa infezione è più diffusa. Il cancroide si manifesta con la comparsa di piaghe o ulcere genitali, e si trasmette in due modi:
- Per via sessuale attraverso il contatto diretto con una ferita aperta.
- Per autoinoculazione, nel caso di contatto con fluidi quali il pus dell’ulcera.
La persona è considerata potenzialmente contagiosa quando presenta ulcere o piaghe. In altre parole, finché sul corpo sono presenti le ulcere del cancroide, la persona può trasmettere l’infezione. Questa malattia, tuttavia, non è mai stata rilevata nei neonati nati da donne infette.
Segni e sintomi del cancroide
Il periodo di incubazione dell’Haemophilus ducreyi è compreso tra i 3 e i 7 giorni. In seguito, compaiono delle piccole papule dolorose che in poco tempo si trasformano in ulcere superficiali.
Tali ulcere si presentano molli, dai bordi irregolari ed eritematosi, con tessuto debordante. In genere hanno dimensioni variabili e spesso si uniscono tra loro per formarne una sola. In alcuni casi, possono persino provocare una fistola.
Talvolta, le lesioni più profonde possono causare importanti danni ai tessuti. I linfonodi tendono a infiammarsi e a gonfiare. All’interno delle lesioni può raccogliersi del pus, condizione che causa ascesso.
Occorre segnalare che il cancroide può diffondersi in altre zone del corpo, causando nuove lesioni. Tra gli altri sintomi dell’infezione abbiamo:
- Fimosi: restringimento dell’apertura del prepuzio che impedisce l’esposizione totale o parziale del glande.
- Stenosi uretrale: consiste nel restringimento dell’uretra, ovvero il condotto che trasporta l’urina fuori dal corpo.
- Fistole uretrali.
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Come si cura?
È importante iniziare quanto prima il trattamento. Se il paziente manifesta sintomi osservabili, riconducibili alla malattia è opportuno iniziare la terapia del caso nel più breve tempo possibile.
Trattandosi di un’infezione batterica, la terapia consisterà nella somministrazione di antibiotici. Quelli impiegati abitualmente in questo caso sono l’azitromicina (1 grammo per via orale), il ceftriaxone (250 mg per via intramuscolare) e la ciprofloxacina, da assumere per 3 giorni.
Si procede anche al trattamento dei partner sessuali incontrati nei 10 giorni precedenti all’insorgenza dei sintomi, anche in assenza dei sintomi caratteristici della patologia. Oltre a ciò, è estremamente importante che il paziente infetto non abbia rapporti sessuali non protetti durante la terapia. In presenza di linfonodi fluttuanti, è necessario drenarli mediante un’incisione o aspirazione con ago.
Se il paziente rispetta il trattamento prescritto, sempre sotto supervisione medica e mai in forma di automedicazione, i sintomi regrediranno nei 3 giorni successivi. In alcuni casi, come nei pazienti affetti da HIV, possono essere necessarie due settimane per la totale guarigione.
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Prevenzione del cancroide
La misura preventiva di base è non avere rapporti sessuali non protetti. Anche limitare il numero di partner sessuali contiene il rischio di infezione. L’uso del preservativo riduce notevolmente la possibilità di contrarre il cancroide.
In caso di sospetta infezione, è necessario evitare qualsiasi contatto sessuale prima di consultare un medico, il quale effettuerà le valutazioni del caso per confermare o escludere l’infezione.
In seguito, si dovranno avvisare i partner sessuali più recenti, affinché possano sottoporsi a visita medica e, se necessario, iniziare il trattamento.
Bibliografia
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