Sapevate che tra il 75 e l’85% dei casi di cancro sono riconducibili ad agenti esterni che alterano il normale funzionamento dell’organismo? Secondo quanto afferma l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), le abitudini alimentari sono una probabile causa di questa malattia. Alla luce di ciò, oggi vogliamo condividere le considerazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) sulla relazione tra carne e cancro.
Sebbene non sia facile identificare le cause esatte per cui alcune persone siano più predisposte di altre a soffrire di cancro, diversi studi scientifici dimostrano che la genetica, così come specifici agenti ambientali e lo stile di vita sono i principali fattori che influenzano l’alterazione delle cellule del nostro corpo. Se i genitori o persino alcuni parenti sono stati o sono affetti da cancro al seno o al colon, potremmo aver ereditato una predisposizione allo stesso. Tuttavia, è necessario chiarire che questo non vuol dire che a un certo punto della nostra vita soffriremo senz’altro di questa malattia.
Esistono anche fattori ambientali e stili di vita che possono causare una trasformazione delle cellule in cellule cancerogene. Tra queste, fumo, alcol o esporsi a componenti chimiche come il fumo della sigaretta o le radiazioni ultraviolette della luce del sole. Ma esiste anche una correlazione tra consumo di carne e cancro?
L’Associazione Italiana Malati di Cancro (AIMAC) definisce il cancro come un gruppo di malattie accomunate da un’alterazione del normale processo di riproduzione cellulare. Di conseguenza, queste cellule crescono e si moltiplicano senza controllo e senza sosta, favorendo la formazione di masse conosciute come tumori.
Carne rossa e carne processata
La OMS classifica come carne rossa qualunque tessuto muscolare proveniente dai seguenti mammiferi:
- Bovino
- Vitello
- Maiale
- Agnello
- Capra
- Cavallo
E definisce come carni processate tutte quelle che una volta separate dall’animale sono state elaborate. Tra queste:
- Carne e pesce sottosale
- I salumi
- Carni fermentate
- Le carni affumicate
Le carni processate provengono per lo più da bovini e maiali. Tuttavia, a volte possono provenire da volatili, da derivati della carne, come il sangue, interiora e carni rosse varie. Alcuni esempi sono:
- Salsicce
- Prosciutti
- Carni in scatola
- Carni essiccate o sottosale
- Salse a base di carne
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Carne e cancro
Uno studio condotto dalla OMS rivela che, nonostante gli indizi sulla correlazione minima tra il tumore del colon-retto e la carne, questa appartiene al gruppo 2A, ovvero il gruppo di alimenti probabilmente cancerogeni per l’essere umano.
D’altra parte l’Organizzazione spiega che l’alto consumo di carni rosse è una delle cause certe del cancro. Di conseguenza incluse nel gruppo 1, ovvero cancerogeno per gli esseri umani.
Questa classificazione si basa su prove sufficienti sviluppate a partire da studi epidemiologici che dimostrano che il consumo di carne processata provoca il cancro del colon-retto.
Un dato importante sulla relazione tra carne e cancro
Bisogna sottolineare che è il consumo prolungato e continuo di carni processate a essere stato incluso nel gruppo 1. Questo a causa di risultati che provano che il rischio è reale, e non perché è stato semplicemente stimato un possibile rischio.
La relazione tra il consumo di carne e lo sviluppo del cancro
Sulla base del programma di ricerca Global Burden of Desease (GBD), l’OMS afferma che le diete ad alto contenuto di carni lavorate sono responsabili di circa 34.000 morti per tumore l’anno, in tutto il mondo.
Afferma anche che ingerire carni processate è causa di cancro al colon-retto, oltre a essere stata osservata una correlazione con il cancro allo stomaco (anche se i risultati non sono stati del tutto confermati).
L’OMS aggiunge che ingerire 50 grammi di carni lavorate ogni giorno incrementa il rischio di sviluppare il cancro al colon-retto di circa il 18% rispetto alla norma.
Carne e cancro: la virtù sta nel mezzo
Dando risposta ai molti interrogativi sorti, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ratificato la raccomandazione del 2002 secondo cui bisogna ridurre o moderare il consumo di carni lavorate per ridurre il rischio di cancro al colon-retto.
Questo concetto è sostenuto dalle prove scientifiche convalidate dall’organismo intergovernativo International Centre on Continuous Innovation (ICCI). La commissione era formata da 22 esperti provenienti da 10 paesi diversi, i quali hanno analizzato oltre 800 diverse ricerche sul cancro negli esseri umani.
Alcuni di questi studi hanno fornito dati interessanti su due tipi di carne: 700 analisi epidemiologiche sulla carne rossa e oltre 400 sulle carni lavorate.
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Alla luce di queste considerazioni, la migliore raccomandazione è di moderare il consumo di questi prodotti. Ecco quindi l’importanza di seguire una dieta bilanciata in grado di apportare al corpo i nutrienti di cui ha bisogno.
In caso di dubbi, vi invitiamo a consultare uno specialista in nutrizione. In questo modo, potrete seguire una dieta pensata apposta per il vostro corpo e un piano alimentare adeguato per raggiungere i vostri obiettivi.
Bibliografia
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