Senza l’aiuto di un microscopio sono invisibili ai nostri occhi, ma le migliaia di miliardi di microrganismi che formano il nostro microbioma sono importanti per la salute. Anche se i microbi sono presenti nell’intero corpo, l’intestino presenta la maggiore concentrazione di batteri. Ecco perché è importante conoscere la relazione tra dieta e microbioma.
Studi recenti suggeriscono che il microbioma intestinale svolge un ruolo importante nella modulazione del rischio di numerose malattie croniche, compresa la malattia infiammatoria intestinale, l’obesità, il diabete di tipo 2, le malattie cardiovascolari e il cancro.
Inoltre, oggi sappiamo che anche la dieta influisce sullo stato del microbioma. In questo modo, le alterazioni nell’alimentazione possono provocare temporanei cambiamenti microbici entro un periodo di 24 ore.
Alla luce del legame tra dieta e microbioma, è possibile apportare precisi cambiamenti nell’alimentazione per migliorare le proprie condizioni di salute.
Che cos’è il microbioma?
Il microbioma umano è l’insieme di organismi microscopici presenti nel corpo. Comprende 1014 microrganismi residenti nell’intestino, compresi batteri, virus, funghi e protozoi. In generale, però, a prevalere e a influire maggiormente sulla salute sono i batteri.
Come funziona?
La maggior parte dei microrganismi risiede all’interno delle parti più distali dell’apparato digerente. I microbi dell’intestino contribuiscono al mantenimento della salute, fornendo vitamine e amminoacidi essenziali, così come sottoprodotti metabolici derivanti da componenti nutritivi che rimangono non digeriti nell’intestino tenue.
I sottoprodotti consistono in acidi grassi a catena corta, come il butirrato, il propionato e l’acetato, che fungono da principale fonte di energia per le cellule epiteliali intestinali e, di conseguenza, potrebbero rafforzare la barriera mucosa.
Uno studio pubblicato sulla rivista Cell, condotto su cavie prive di germi, suggerisce che il microbiota promuove direttamente l’immunità intestinale locale. Questi e altri benefici verificati hanno innescato un interesse crescente per la capacità di modificare il microbiota intestinale.
Un cambiamento repentino nella dieta, per esempio verso un regime strettamente carnivoro oppure vegetariano, è in grado di alterarne la composizione nello spazio di sole 24 ore a partire dall’inizio di questo cambiamento.
Per recuperare le condizioni precedenti dopo aver abbandonato la dieta, invece, è sufficiente un lasso di tempo di 48 ore.
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Stretta relazione tra dieta e microbioma
Le ricerche recenti si sono concentrate sul modo in cui possiamo cambiare il microbiota intestinale attraverso la dieta allo scopo di migliorare la nostra salute. Nel caso del microbiota intestinale, modificare la composizione delle sue popolazioni batteriche è relativamente semplice.
Diversi studi hanno dimostrato che due settimane di nuove abitudini alimentari possono alterare significativamente la composizione del microbiota intestinale negli esseri umani.
I probiotici, definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “microrganismi vivi che, somministrati in quantità adeguate, offrono un beneficio per la salute dell’organismo ospite”, possono essere utilizzati con successo nell’alterazione o nella modulazione del microbiota intestinale.
Evidenze recenti dimostrano che i cambiamenti nel microbiota intestinale, ottenuti mediante l’uso di probiotici, possono ridurre l’infiammazione cronica, ripristinare la microecologia e normalizzare la permeabilità della mucosa intestinale, fungendo anche da immunomodulatori.
Tuttavia, sono necessari ulteriori studi, per lo sviluppo di diete e integratori alimentari dotati di capacità preventive e terapeutiche, così come studi di sicurezza volti a identificare i possibili rischi derivanti da un trattamento prolungato a base di probiotici.
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Cambiare dieta e microbioma
Il microbioma umano è incredibilmente complesso e variegato. Ci sono infatti molte cose che ancora non sappiamo dei microrganismi che vivono nel nostro corpo.
Uno dei campi di ricerca del microbiota si occupa di studiare il microbioma utilizzando tecnologie “omiche”. Si tratta di tecniche sofisticate che impiegano moderni sistemi informatici per analizzare grandi gruppi di dati relativi a un’area specifica della scienza biologica.
Nel caso specifico della ricerca sul microbioma intestinale, è interessante esaminare l’insieme di geni coinvolti nel microbioma, analizzando il modo in cui interagiscono i diversi composti formati dai microrganismi presenti nell’intestino.
Queste tecnologie ci aiutano a comprendere meglio la stupefacente varietà di microbi che popolano l’apparato digerente.
Bibliografia
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