Al giorno d’oggi il rischio di soffrire di Alzheimer è aumentato notevolmente anche tra i più giovani. Le cause di questo processo degenerativo non sono ancora state identificate, ma quel che è certo è che il numero dei casi cresce sempre di più. La scienza, però, ci dice che dormire male può essere una delle possibili cause.
Il cervello è un organo con molteplici funzioni. È vincolato praticamente a tutti i processi biologici, in quanto ha il compito di “dare gli ordini” alle cellule dell’organismo.
L’Alzheimer è uno dei disturbi neurologici più frequenti in tutto il mondo. Recenti studi hanno evidenziato che dormire male può aumentare il rischio di soffrire di questa malattia.
Che cos’è l’Alzheimer e quali sono i sintomi principali?
L’Alzheimer è comunemente conosciuto come “demenza” e in genere viene associato alla fase della vecchiaia.
Per demenza si intendono quei processi che implicano la perdita della memoria e delle capacità intellettive.
Con il passare del tempo, si iniziano a manifestare alcuni segnali: i neuroni muoiono e il cervello non è più capace di rigenerarsi, perdendo, così, la potenza e l’efficacia della gioventù.
Tuttavia, in caso di Alzheimer, la demenza è una delle conseguenze di qiesta malattia cerebrale molto grave.
La degenerazione neuronale arriva al punto tale da modificare radicalmente la personalità e il comportamento della persona che ne è affetta. Alcuni pazienti possono presentare gravi disturbi di identità.
Sebbene l’Alzheimer interessi soprattutto le persone anziane, può colpire chiunque a qualsiasi età, soprattutto in presenza di fattori di rischio tra cui:
- Fumo
- Alcolismo
- Consumo di sostanze tossiche
- Alimentazione scorretta e poco equilibrata
- Malattie
- Incidenti
Tra i sintomi principali del morbo di Alzheimer ricordiamo:
- Problemi di memoria che ostacolano le attività quotidiane
- Difficoltà nel risolvere problemi semplici
- Difficoltà a svolgere attività di routine
- Perdita della nozione del tempo e dello spazio
- Difficoltà a interpretare immagini
- Problemi con il linguaggio scritto o parlato
- Problemi a riporre e ritrovare oggetti
- Incapacità di prendere decisioni e perdita del buon senso
- Perdita dell’iniziativa e della motivazione
- Sbalzi d’umore, alterazioni nel comportamento o nella personalità
Vi consigliamo di leggere anche: Principio di Alzheimer: è possibile fermare il processo?
Dormire male e Alzheimer: esiste una relazione?
Il cervello sperimenta una sorta di deterioramento accelerato in caso di cattivo riposo o in assenza di esso.
Il sonno, in realtà, è collegato a diversi problemi dell’organismo perché è coinvolto direttamente nel metabolismo delle cellule. Può compromettere tutti gli organi del corpo, aumentare la vulnerabilità al dolore, causare problemi di memoria e indebolire il sistema immunitario.
Tutto questo ha a che vedere con la funzione principale del sonno, ovvero quello di garantire un adeguato riposo all’organismo.
Un organismo che non riposa è come una macchina che continua a produrre senza sosta e che prima o poi si rompe.
Dormire molto o dormire bene?
Contrariamente a quanto molti pensano, non si tratta solo di dormire poco. La quantità di sonno non ne garantisce la buona qualità.
Questo spiega perché alcune persone sono perfettamente in forma anche se dormono 5-6 ore al giorno, mentre altre sono stanchissime anche dopo aver dormito 12 ore.
Dormire male aumenta il rischio di soffrire di Alzheimer. Si registra un aumento nella produzione di due dei principali marcatori biologici di questa malattia: la proteina beta-amiloide e la proteina tau.
L’accumulo di proteina beta-amiloide determina la formazione di placche altamente tossiche per i neuroni. L’eccesso di proteina tau può produrre ammassi neurofibrillari altamente distruttivi per il cervello.
Volete saperne di più? Leggete anche: 7 abitudini che danneggiano la salute del cervello
La relazione tra sonno e Alzheimer
Non si conoscono ancora la causa e le conseguenze esatte, in quanto anche le sostanze tossiche che danneggiano le cellule in caso di Alzheimer possono ostacolare il riposo notturno.
A ogni modo, ribadiamo l’importanza di preservare la buona qualità del sonno.
Non è difficile fare in modo di dormire meglio, quasi sempre è questione di apportare qualche cambiamento nelle abitudini quotidiane.
Ad esempio, è possibile ridurre lo stress, praticare attività fisica, stabilire dei limiti tra la vita professionale e quella privata. Bisogna alternare momenti di allenamento e momenti di riposo, oltre a seguire un’alimentazione equilibrata.
È indispensabile, infine, consultare il medico in presenza di qualsiasi sintomo e scegliere, quindi, il trattamento più adatto da seguire. Il rischio di soffrire di Alzheimer non può essere preso alla leggera ed è possibile prevenirlo se si investe correttamente sulla propria qualità di vita.
Bibliografia
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