
Ogni anno decine di postazioni mobili e fisse ci invitano a donare il sangue. La domanda aumenta in estate quando il numero di infortuni è in genere più alto. La donazione di sangue è un’attività sanitaria ancora necessaria. È possibile…
Sapere come agire di fronte a un'emergenza cardiaca, in attesa dell'arrivo dei soccorsi, può essere determinante sia in caso di infarto del miocardio sia di arresto cardiaco
Un’emergenza cardiaca può presentarsi in qualunque momento e in qualsiasi luogo. Anche se i pazienti devono fare attenzione ai rischi e adottare alcune precauzioni, in linea di massima si tratta di eventi quasi impossibili da prevedere.
Il moderno ritmo di vita ha fatto sì che gran parte della popolazione trascorra la maggior parte della giornata sul posto di lavoro. Per questo motivo, le probabilità che questi episodi si verifichino in ufficio e in azienda sono abbastanza alte.
Le emergenze cardiache si verificano più spesso di quanto non si voglia ammettere:
Un attacco cardiaco e un arresto cardiaco improvviso sono due cose diverse:
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Si verifica quando l’afflusso di sangue verso una parte del cuore si riduce o si interrompe del tutto e ciò a causa – nella maggior parte dei casi – della rottura di una placca delle arterie coronarie.
Questo episodio può essere anche dovuto a un coagulo di sangue a causa di un’ostruzione o a uno spasmo di un’arteria coronaria. Gli attacchi cardiaci non implicano necessariamente che il cuore smetta di battere.
Il sintomo principale è un dolore improvviso e molto intenso al petto che può raggiungere altre zone del corpo, quali braccia, spalle, mandibola, collo o nuca.
È importante sapere che la sintomatologia di un attacco cardiaco non è la stessa per tutti. In alcuni casi, gli attacchi si verificano senza che il soggetto colpito percepisca nessuno di questi campanelli di allarme oppure quest’ultimo può confonderli con altri disturbi e, quindi, sottovalutarli.
Si verifica quando il cuore si paralizza del tutto in modo improvviso. Il soggetto rimane privo di flusso sanguigno e di ossigeno al cervello e nel resto del corpo.
I casi in cui si verifica la cosiddetta “morte cardiaca improvvisa” non danno modo al paziente di chiedere aiuto.
Quando il cuore si ferma, la persona sviene all’improvviso, perdendo del tutto conoscenza. Di conseguenza, può interrompersi la respirazione.
Solo in pochi casi il soggetto avverte una sensazione di nausea qualche minuto prima di svenire.
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Più rapidamente agiamo, maggiori sono le probabilità che la persona possa superare lo stato di trance.
I casi di arresto cardiaco improvviso richiedono azioni di risposta ancora più rapide. Per ogni minuto trascorso, le probabilità di sopravvivenza a un’emergenza cardiaca diminuiscono del 10%, dunque dopo 10 minuti saranno pari a zero.
Se le persone che circondano il soggetto non agiscono e si limitano ad attendere l’arrivo dei soccorsi, le possibilità di un esito fatale salgono al 95%.
Nota: per sapere come comportarsi in caso di emergenza cardiaca tra le mura di casa, è possibile consultare i consigli forniti dagli esperti pubblicate nel Manuale MSD.