Il dibattito sull’amore a prima vista è ancora aperto e sembra non avere fine. C’è chi afferma con assoluta certezza di averlo vissuto e chi rifiuta di accettare che un sentimento così complesso e profondo come questo possa sorgere in un istante.
La verità è che non è facile stabilire quale di queste opinioni sia vera. Ma la scienza può far luce su questo argomento.
Si stima che circa il 60% delle persone riferisca di aver sperimentato l’amore a prima vista ad un certo punto della propria vita. Questa sensazione non è definita come una semplice attrazione fisica, ma come una certezza che quella sia la persona giusta per te, con la quale vuoi avere una relazione e stringere un legame solido, senza impiegare più di qualche secondo per raggiungere questa lucidità.
È davvero possibile che ciò accada?
L’amore a prima vista può essere un errore di valutazione
Ci sono molte coppie che, dopo essersi frequentate per un po’, dicono che la loro connessione iniziale è stata istantanea e hanno capito dal primo minuto che erano destinate a stare insieme. Ma è possibile che non fosse esattamente così.
Può darsi che questa presunta sensazione non sia altro che una errore di valutazione della memoria, distorcendo il passato alla luce degli eventi attuali.
È anche possibile che un membro della coppia abbia sperimentato quella scintilla iniziale e l’altra persona, inconsciamente, finisca per modificare i propri ricordi e credere di aver avuto quella esperienza. Ricorda che l’amore a prima vista non è sempre reciproco.
Il ruolo dell’effetto alone
In altre occasioni, questa sensazione non è altro che il risultato del noto effetto alone. Questo è un fenomeno per cui le persone attribuiscono caratteristiche positive a coloro che ci sembrano attraenti, senza avere realmente indicazioni che lo siano.
Quando incontriamo qualcuno che ci piace o da cui siamo molto attratti, deduciamo inavvertitamente che è anche una persona gentile, intelligente o degna di fiducia. Così ci innamoriamo di quella proiezione, di quell’idea che ci siamo formati e che non per forza corrisponde alla realtà.
Durante uno studio condotto nel 2017 nei Paesi Bassi, i ricercatori hanno chiesto a 400 persone di segnalare la presenza o l’assenza di amore a prima vista dopo il primo incontro con dei potenziali partner romantici. I risultati hanno indicato che quelli classificati come più attraenti avevano 9 volte più probabilità che gli altri provassero amore a prima vista per loro.
Leggi anche: Qual è il vero segreto dell’attrazione?
La legge della somiglianza
Tuttavia, non tutte le caratteristiche che attribuiamo all’altro non appena lo incontriamo sono dovute all’effetto alone. Ci sono prove che indicano che tendiamo a percepire le persone che sono fisicamente simili a noi come più attraenti e le giudichiamo anche come più affidabili.
In qualche modo, assumiamo che anche la loro personalità sarà simile alla nostra. Oppure potrebbero persino ricordarci volti fidati dell’infanzia, come i nostri genitori.
D’altra parte, il linguaggio non verbale trasmette informazioni importanti e preziose sugli altri, sui loro atteggiamenti e qualità. In questo modo, anche se non abbiamo parlato o interagito molto con qualcuno, possiamo percepire approssimativamente com’è e, se si adatta allo stampo mentale di ciò che vogliamo e cerchiamo, possiamo provare un “amore” istantaneo.
Le componenti dell’amore
Per determinare se c’è amore a prima vista, dobbiamo tenere a mente la definizione di questo sentimento. Robert Sternberg ha stabilito che l’amore è la combinazione di tre elementi fondamentali:
- Passione: designa il desiderio, l’impulso o il bisogno di stare con l’altra persona. Include l’eccitazione e il desiderio sessuale.
- Intimità: è la sensazione di vicinanza, connessione emotiva e fiducia che esiste tra due persone.
- Impegno: si riferisce all’intenzione e alla decisione di rimanere in quella relazione a lungo termine, nonostante le crisi vissute e quelle a venire.
Quando incontriamo un’altra persona, queste componenti non sono presenti, o almeno non nella stessa misura in cui lo sono in chi ha già una relazione. Tuttavia, quella scintilla iniziale ci rende molto più disposti a sviluppare e accogliere questi 3 elementi di quanto non saremmo in qualsiasi altro incontro in cui non sentiamo questo “amore” istantaneo.
Scopri di più: Diversi tipi di amore: qual è quello ideale?
L’amore a prima vista può portare a relazioni felici?
Spesso crediamo che l’amore a prima vista sia un errore o un rischio enorme. Alla fine, se non ti dai il tempo di conoscere qualcuno, è molto probabile che quella persona non sarà simile a te e prima o poi sorgeranno problemi e insoddisfazione.
Tuttavia, sembra che non sia così. Alcune ricerche hanno scoperto che, sebbene coloro che si amano a prima vista tendano a essere dissimili sotto diversi aspetti, le loro relazioni non sono di qualità inferiore rispetto a quelle di coloro che si conoscono meglio prima di fare coppia.
In effetti, l’impatto positivo della prima impressione può compensare la mancanza di conoscenza e rendere entrambi disposti a costruire un legame a lungo termine.
Insomma, non si può dire che l’amore a prima vista esista, perché si costruisce nel tempo. Tuttavia, c’è una forte connessione o attrazione iniziale che ci porta a voler costruire qualcosa di vero con l’altro e che ce lo fa sembrare più facile da raggiungere.
Bibliografia
Tutte le fonti citate sono state attentamente esaminate dal nostro team per garantirne la qualità, affidabilità, rilevanza e validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.
- Barelds, D. P., & Barelds-Dijkstra, P. (2007). Love at first sight or friends first? Ties among partner personality trait similarity, relationship onset, relationship quality, and love. Journal of Social and Personal Relationships, 24(4), 479-496.
- Grant-Jacob, J. A. (2016). Love at first sight. Frontiers in Psychology, 7, 1113.
- Zsok, F., Haucke, M., De Wit, C. Y., & Barelds, D. P. (2017). What kind of love is love at first sight? An empirical investigation. Personal Relationships, 24(4), 869-885.