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Essere figlia unica significa far parte di una famiglia con caratteristiche speciali e dover affrontare alcuni problemi durante la crescita.
Spesso i genitori trattano una figlia unica come la reginetta di casa e, spesso, la viziano un po’. Inconsapevolmente, sono iperprotettivi e fanno ogni sforzo per soddisfarne tutti i bisogni, poiché è la persona più importante della loro vita.
Allo stesso tempo, essere figlia unica significa portare un notevole peso sulle spalle. Una volta adulta, dovrà restituire ai genitori quanto ha ricevuto negli anni dell’infanzia. Una responsabilità che può arrivare a condizionare la crescita e creare conflitti di personalità.
Una figlia unica può avere difficoltà a relazionarsi con gli altri. Concentrata sui propri bisogni e poco abituata a essere empatica, non si trova a proprio agio quando deve lavorare in gruppo e sforzarsi per riconoscere il buon lavoro svolto dagli altri.
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I conflitti fanno parte della vita quotidiana, tuttavia per le figlie uniche questi episodi sono ridotti. Non hanno fratelli con cui litigare e quindi poche occasioni per esercitare gli strumenti utili alla risoluzione dei conflitti.
D’altra parte, i genitori sono sempre pronti a risolvere ogni loro problema e questo le porta a lottare poco per quello che desiderano: ottengono tutto con più facilità delle loro coetanee con fratelli. È anche più difficile che ammettano uno sbaglio o una sconfitta.
Tutti i bambini, fino ai 10 -12 anni, sono egoisti ed egocentrici. Quando ci sono fratelli o sorelle, occorre tenere a freno l’egoismo perché si è obbligati a condividere.
Se si è figlia unica, si hanno meno opportunità di mettere in pratica il valore della condivisione, dal momento che tutte le risorse economiche e l’attenzione dei genitori sono rivolte al soddisfacimento dei suoi bisogni. Il risultato è spesso la convinzione di avere diritto a ottenere tutto senza pensare agli altri.
Indipendentemente dall’età, i genitori ripongono tutte le loro speranze sulla figlia unica. Si tratta di una forma di pressione che le fa desiderare di essere perfetta e realizzare i sogni dei genitori.
Da adulta diventerà il sostegno su cui si regge la famiglia. È una dipendenza reciproca, perché sara lei a farsi totalmente carico della cura dei genitori anziani.
I genitori vorranno avere la figlia accanto per tutta la vita, coltivando in essa il senso di colpa. Questo può rappresentare un ostacolo quando arriva il momento di lasciare il nido e assumere nuovi ruoli.
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Trascorrono la maggior parte del tempo in compagnia degli adulti, partecipando alle loro attività. Sono incentivate a preferire la lettura, il disegno e i passatempi che richiedono silenzio e concentrazione. Questo le porta a essere più mature rispetto ai bambini della loro età.
Gli adulti spesso non hanno molto tempo libero e una figlia unica si vede costretta a creare fratelli, amici o animali di fantasia per poter giocare. Allo stesso modo, inventa giochi in cui si può divertire da sola, senza pensare a chi vince o chi perde, ma semplicemente per passare il tempo.
Una figlia unica deve portare a termine i compiti assegnati, non li può negoziare o condividere con qualcuno. Non ha fratelli o sorelle su cui scaricare la colpa quando si comporta male: deve farsi carico delle proprie responsabilità.
Insomma, è un po’ speciale il nucleo familiare delle figlie uniche, a loro volta incuriosite o affascinate dalla vita familiare di chi ha fratelli, così diversa e un po’ misteriosa.
Non è facile capire il legame esclusivo che si viene a creare con i genitori, una dipendenza reciproca che si farà sentire nella vita adulta.