Il COVID-19 colpisce anche il cervello

Il Sars-Cov-2 non colpisce soltanto i polmoni, ma è in grado di causare danni anche ad altri organi. I neurologi spiegano in che modo il virus nuoce al cervello. Ne parliamo in questo articolo.

COVID-19 scritta e virus

Capire se e in che modo il COVID-19 colpisce anche il cervello è una delle nuove questioni da risolvere in campo medico. Già nella prima fase della pandemia le evidenze puntavano a un coinvolgimento di reni e cuore, motivo per cui si è cominciato a parlare di malattia multisistemica.

In ciò differisce con altre malattie virali di tipo influenzale che si presentano solo con sintomi respiratori e febbre. Gli studi sul coronavirus attribuiscono ai recettori cellulari ACE2 il ruolo di chiave d’entrata a vari tipi di cellule del nostro corpo.

La questione è che il recettore ACE2, come vedremo, è presente in più tessuti e organi. È così che il COVID-19 colpisce anche il cervello, sfruttando l’affinità con questa proteina.

È bene ricordare che i sintomi per eccellenza restano gli stessi: febbre, tosse, stanchezza, difficoltà respiratoria. Si stanno aggiungendo, tuttavia, sintomi secondari che potrebbero attirare l’attenzione e accorciare i tempi di diagnosi. Si è già parlato di congiuntivite e perdita dell’olfatto. A questi campanelli d’allarme adesso forse dovremo aggiungere l’aspetto neurologico.

Il recettore ACE2 ci aiuta a capire come il COVID-19 colpisce anche il cervello

I Coronavirus hanno una struttura esterna a forma di corona, da qui il loro nome, composta da spicole con proteine in grado di penetrare nelle cellule umane. Il recettore umano è la proteina ACE2.

Il ruolo svolto dall’ACE2 nel nostro corpo è interagire all’interno di un sistema chiamato renina-angiotensina. Questo meccanismo ormonale partecipa attivamente alla regolazione della pressione arteriosa, interessando i polmoni, il cuore e i reni.

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Il Sars-Cov-2 colpisce anche il cervello perché i recettori ACE2 sono presenti anche su alcuni neuroni. Sebbene non vi sia una completa conferma del neurotropismo (affinità del SARS-CoV-2 verso i neuroni), il sospetto è fondato.

Il ruolo del recettore ACE2 sembra essere la chiave per comprendere la mortalità del nuovo Coronavirus. Gli ipertesi, ad esempio, sono una categoria ad alta incidenza di letalità, e questo si spiegherebbe con la partecipazione del sistema renina-angiotensina.

Mani con modellino del cervello
Il Coronavirus potrebbe penetrare nel cervello attraverso i recettori ACE2 dei neuroni.

COVID-19 e azione sul cervello: sintomi

La perdita dell’olfatto, uno dei primi sintomi del nuovo Coronavirus che è stato individuato, è attribuita al tropismo neurologico del SARS-CoV-2. Prende il nome di anosmia e i neurologi concordano sul fatto che potrebbe essere legata a danni nei neuroni del sistema olfattivo.

Sono stati descritti anche casi di miosite (infiammazione dei muscoli), sindrome di Guillain-Barré e meningite. Tutte queste complicanze sono legate al sistema nervoso centrale e periferico.

Un grave rischio di coinvolgimento del cervello nel COVID-19 è legato alla vascolarizzazione del cervello. Oltre al possibile tropismo del SARS-CoV-2 verso i neuroni, occorre considerare che anche i tessuti interni delle arterie cerebrali possono essere danneggiati dall’infezione.

Questo microscopico danno endoteliale è noto come microangiopatia. Nel peggiore dei casi, causa emorragia e ictus intracerebrale.

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Due danni cerebrali da Coronavirus

Il COVID-19 colpisce anche il cervello
Il COVID-19, per quanto ne sappiamo, è una malattia sistemica. Possono essere colpiti più organi, oltre ai polmoni.

Sarebbero due le strade seguite dal nuovo Coronavirus per colpire il cervello. La prima è più diretta e si basa sull’ipotesi del tropismo neuronale del virus. La seconda è indiretta ed è spiegata dai diversi organi che vanno sotto shock quando l’infezione è grave e il paziente è ricoverato nelle unità di terapia intensiva.

La via diretta non è confermata, come abbiamo detto. Il SARS-CoV-2 farebbe il suo ingresso nei neuroni mediante il recettore ACE-2, nello stesso modo in cui si fa strada nei polmoni e nei reni.

D’altro canto, la via indiretta prende in analisi l’evoluzione del Coronavirus all’interno del corpo. Prima il quadro respiratorio, la polmonite, il collasso di più organi, la diminuzione dell’afflusso di sangue al cervello e, di conseguenza, la morte dei neuroni per insufficienza di ossigeno.

Il COVID-19 aggredisce il cervello?

Sappiamo che il COVID-19 può colpire il cervello, in modo diretto o indiretto. La ricerca va avanti e continua a rivelare nuovi aspetti della malattia.

Per i medici che operano nelle unità di terapia intensiva si tratta di un’informazione vitale su cui modulare il trattamento terapeutico. Questa scoperta aumenta le possibilità di sopravvivenza dei pazienti; è una speranza in più in mezzo a tanta incertezza.

Bibliografia

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