Infezione da Clostridium difficile: cause e trattamento

L'infezione da Clostridium difficile è una malattia molto pericolosa. La sua diagnosi tempestiva può salvare la vita del paziente. Scoprite di più in questo articolo!
Infezione da Clostridium difficile: cause e trattamento
Leonardo Biolatto

Scritto e verificato il dottore Leonardo Biolatto.

Ultimo aggiornamento: 27 maggio, 2022

Per infezione da Clostridium difficile si indica la diarrea che si verifica a seguito di ricovero ospedaliero. I dati scientifici, di fatto, affermano che è molto più frequente tra le persone ricoverate in ospedale rispetto al resto della popolazione.

Per gli adulti è la causa più frequente di diarrea nosocomiale, ovvero intraospedaliera, dopo la degenza in clinica o in ospedale. Purtroppo, il numero di decessi associati a questa infezione è piuttosto preoccupante.

L’infezione da Clostridium difficile è causata da un microrganismo molto resistente. Questo batterio può sopravvivere nell’ambiente per lunghi periodi di tempo, mantenendo praticamente intatta la sua capacità di infettare.

Parte della resistenza di questo batterio risiede nella sua capacità di formare spore. Le spore aiutano il batterio a sopravvivere in condizioni ambientali sfavorevoli per la sua proliferazione.

La via di trasmissione della diarrea da Clostridium difficile è sia fecale sia orale. Il paziente infetto rilascia il batterio attraverso le feci e, in caso di scarse condizione igieniche, disperde il microrganismo, che penetra attraverso la bocca di altri pazienti.

Grazie alla sua capacità di formare spore, il Clostridium difficile sopravvive ampiamente in ambienti ospedalieri. Si trova negli arredi dei centri sanitari, negli strumenti chirurgici e sulle divise del personale sanitario.

Fattori di rischio per l’infezione da Clostridium difficile

Il principale fattore di rischio per l’infezione da Clostridium difficile è il ricovero in ospedale. Tuttavia, non è l’unica condizione che deve essere soddisfatta affinché si verifichi. Tra i fattori di rischio associati a questa malattia batterica troviamo:

  • Prolungata somministrazione di antibiotici: quando una persona viene ricoverata in ospedale per qualsiasi causa che richiede terapia antibiotica corre il rischio di infezione da Clostridium difficile.
  • Chemioterapia: il paziente sottoposto a trattamento chemioterapico tende a contrarre questa diarrea.
  • Ricovero ad alto rischio: il ​​rischio è maggiore in chi è ricoverato in terapia intensiva.
  • Età: sono stati segnalati più casi tra le persone di età superiore ai sessantaquattro anni.
  • Immunosoppressione: i pazienti con difese immunitarie, a causa della patologia di cui soffrono o dei farmaci che ricevono, sono esposti a diarrea da Clostridium difficile. Questi pazienti tendono anche a rimanere ospedalizzati per lunghi periodi a causa dell’immunosoppressione.
  • Sottoporsi a procedure endoscopiche: quando il ricovero è combinato con una procedura invasiva, ad esempio un’endoscopia digestiva, il rischio aumenta. Gli strumenti per l’endoscopia possono trasportare le spore di Clostridium difficile.
Uomo che soffre di gastroenterite.
La diarrea causata dal batterio Clostridium difficile può essere molto intensa.

Forme cliniche della malattia

La diarrea da Clostridium difficile non si manifesta sempre allo stesso modo. In base alla sua gravità e alla presenza o meno di determinati sintomi, sono state stabilite diverse forme cliniche:

  • Portatore dei batteri: alcune persone vengono infettate dal batterio del Clostridium difficile senza avere la diarrea. In generale si tratta di pazienti che hanno subito una degenza ospedaliera relativamente lunga.
  • Senza colite: si stima che un quarto delle persone che assumono antibiotici per un lungo periodo contrae l’infezione da Clostridium difficile. Appare solo la diarrea, senza dolore addominale né febbre.
  • Colite non pseudomembranosa: in questo caso la diarrea è grave: fino a quindici volte al giorno. Di solito si manifestano febbre, dolore addominale e sangue nelle feci. Se non viene trattata in tempo, porta alla disidratazione, con tutti i pericoli che questa condizione comporta.
  • Colite pseudomembranosa: clinicamente molto simile alla precedente, con gli stessi sintomi, ma con una diversa morfologia. Viene diagnosticata quando il paziente viene sottoposto a colonscopia durante il quadro infettivo. Nella colonscopia appaiono delle membrane gialle che attecchiscono all’intestino crasso.
  • Fulminante: è la forma più estrema e pericolosa di diarrea da Clostridium difficile. È associata a un’entità nota come megacolon tossico, in cui l’intestino crasso risulta molto disteso e paralizzato. Per un paziente con colite fulminante il rischio di morte è molto alto, fino a nove casi su dieci.
Fisiologia dell'Intestino crasso.
Il colon è la parte più colpita dal Clostridium difficile.

Trattamento dell’infezione da Clostridium difficile

Una volta diagnosticata l’infezione da Clostridium difficile attraverso un’endoscopia o un esame sierologico, bisogna capire come intervenire per curarla.

Oltre alle misure volte a prevenire la disidratazione, verranno prescritti specifici antibiotici. Questo perché l’infezione potrebbe essere causata proprio da un antibiotico. Si sono dimostrati efficaci la vancomicina e la fidaxomicina.

Un’opzione alternativa è il metronidazolo, scelta riservata solo quando non sono disponibili la vancomicina e la fidaxomicina.

A un secondo livello, per i casi ad alto rischio, dovrebbe essere eseguita una chirurgia del colon. La procedura prevede la rimozione della sezione dell’intestino crasso che mostra delle placche gialle o dal megacolon tossico dal corpo.

La diarrea da Clostridium difficile è una malattia grave e pericolosa. In caso di dubbi, è bene consultare il medico. Con un trattamento tempestivo, il rischio di mortalità si riduce notevolmente.


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