Irite: definizione, possibili cause e complicazioni

I sintomi dell'irite sono piuttosto generici, pertanto la diagnosi di questo disturbo risulta spesso difficile. La persona con irite può andare incontro a gravi complicazioni.

Collirio per calmare la irite.

Il bulbo oculare è una struttura specializzata nella cattura e trasmissione degli stimoli luminosi. L’iride, invece, regola la quantità di luce assorbita dalla retina. L’alterazione di questa struttura può dunque causare diversi fastidi. Volete sapere in cosa consiste l’irite e qual è la causa? Ne parliamo in questo articolo.

L’iride è la parte pigmentata situata tra la cornea e il cristallino. Costituisce l’uvea o tunica media dell’occhio insieme al corpo ciliare e alla coroide. Inoltre, presenta una serie di muscoli che si contraggono e si rilassano, regolando l’estensione della pupilla.

L’infiammazione (o gonfiore) dell’iride è nota come irite o uveite anteriore. In genere, si sviluppa velocemente e interessa un solo occhio sebbene talvolta colpisca entrambi. Il trattamento precoce è fondamentale per prevenire gravi complicanze come il glaucoma e la perdita della vista.

Sintomi dell’irite

Nella maggior parte dei casi, l’irite è fastidiosa per il paziente in quanto interferisce con la vista, ripercuotendosi negativamente sulle attività quotidiane. Le principali manifestazioni cliniche legate all’infiammazione dell’iride sono:

  • Dolore e sensibilità oculare.
  • Sensazione di avere un corpo estraneo nell’occhio.
  • Occhi arrossati.
  • Aumento della lacrimazione.
  • Sensibilità alla luce intensa e brillante.
  • Vista annebbiata o sfocata.
  • Mal di testa.

L’irite tende a manifestarsi in maniera acuta e improvvisa, per poi attenuarsi in meno di 6 settimane. In alcuni soggetti può avere carattere cronico e prolungarsi oltre i 3 mesi.

Mal di testa.
L’irite può manifestarsi con dolore agli occhi e un forte mal di testa accompagnato da vista annebbiata.

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Cause e fattori di rischio

L’uveite anteriore colpisce spesso gli adulti di età compresa tra i 20 e i 50 anni. Tuttavia, può manifestarsi anche nei bambini e negli adolescenti. Le cause del disturbo sono estremamente varie, il che rende la diagnosi particolarmente difficoltosa.

Si ritiene che l’irite possa essere causata da fattori esterni, quali traumi e infezioni, così come da alterazioni endogene del bulbo oculare o come conseguenza di patologie sistemiche.

Le cause  più comuni sono i traumi contusivi ad alta intensità e le ferite penetranti. D’altro canto, le cause di irite legate a stati non traumatici sono le seguenti:

  • Infezione da virus Herpes Zoster.
  • Toxoplasmosi.
  • Tubercolosi.
  • Sifilide.
  • HIV/AIDS.
  • Artrite reattiva o psoriasica.
  • Malattia infiammatoria intestinale
  • Sarcoidosi.
  • Sindrome di Reiter.
  • Malattia di Lyme.
  • Alcuni farmaci, come la rifabutina e il cidofovir.

Di recente è stato riscontrato un legame tra il virus emorragico Ebola e patologie come l’uveite e la panuveite in oltre il 15% dei pazienti. Allo stesso modo, esistono alcuni fattori in grado di aumentare il rischio di irite e le probabilità di complicazioni, tra i quali:

  • Consumo di tabacco e di sigarette.
  • Alterazione ereditaria del gene HLA-B27, responsabile della stabilità del sistema immunitario.
  • Malattie sessualmente trasmissibili.
  • Patologie autoimmuni.

Complicazioni dell’irite

Il decorso negativo dell’infiammazione retinica è legato alla diagnosi tardiva e al trattamento intempestivo o inappropriato. Le principali complicazioni dell’irite sono:

  • Cataratta: consiste in un’opacizzazione del cristallino che interferisce con la capacità di rifrazione, che porta alla progressiva perdita della vista. Di fatto, è la complicazione più frequente dell’uveite, presente in più del 30% dei casi.
  • Edema maculare: è un ispessimento della macula retinica che può manifestarsi con o senza lesioni cistiche. Le problematiche vanno da vista offuscata a perdita della vista. È responsabile di oltre il 20% delle complicazioni.
  • Alterazioni retiniche: sono associate al distacco o alla lacerazione della retina, formazione di vasi patologici e occlusioni vascolari, riscontrate nel 15% dei casi, con decorso negativo.
  • Maculopatie: correlate alla necrosi maculare, così come alla membrana neovascolare coroideale (CNVM) e alla membrana epiretinica (ERM). Esse rappresentano più del 14% delle complicazioni dell’uveite.
  • Altre complicazioni: depositi di calcio e pupille irregolari.
Cataratta.
La cataratta, che consiste nell’opacizzazione del cristallino, è la complicazione più comune dell’irite.

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Diagnosi

La diagnosi di irite viene formulata a seguito di esame completo del bulbo oculare da parte dell’oculista. La sintomatologia oculare, individuabile attraverso l’esame, permette di accertare il sospetto clinico. Ciò è di solito confermato dai seguenti esami:

  • Valutazione oculare esterna: il medico valuta comparativamente le diverse strutture dell’occhio al fine di identificare o escludere eventuali alterazioni. Analogamente, analizzerà la reattività della pupilla attraverso una piccola lampada, così come il sistema di vascolarizzazione, le secrezioni e l’arrossamento del bulbo.
  • Test di acuità visiva e dei campi visivi: con l’aiuto di tabelle o grafici con figure e lettere, lo specialista valuterà la capacità di messa a fuoco del bulbo oculare e la risposta adattativa. Allo stesso modo, attraverso la campimetria, identificherà l’integrità o l’alterazione dei quadranti visivi.
  • Esame del fondo oculare: attraverso l’oftalmoscopio verranno osservate le strutture interne dell’occhio, utilizzando delle lenti d’ingrandimento. Il medico valuterà eventuali anomalie della retina, della macula, del disco ottico e dei vasi retinici.

Trattamento dell’irite

Il protocollo terapeutico si concentra sulla riduzione dei sintomi oculari e sul controllo della malattia che causa il processo infiammatorio.

Oltre a ciò, ha  lo scopo di prevenire lo sviluppo di ulteriori complicazioni come ad esempio la perdita della vista. In genere, include i seguenti farmaci:

  • Soluzioni oculari midriatiche: gocce che dilatano la pupilla, riducendo il dolore e la sensibilità.
  • Corticosteroidi: gocce per calmare il gonfiore e l’infiammazione dell’iride, così come per ridurre la pressione intraoculare. Calmano il rossore, il dolore e la sensazione di avere sabbia o un corpo estraneo dentro l’occhio.
  • Analgesici e antinfiammatori orali: alcuni farmaci come il paracetamolo e l’ibuprofene possono essere utilizzati per ridurre il dolore e l’infiammazione.

Se il dolore permane dopo diverse settimane di trattamento, lo specialista può ricorrere all’uso di corticosteroidi orali o in forma di infiltrazioni intorno al bulbo oculare. Per quanto riguarda la sensibilità alla luce, si consiglia di indossare occhiali da sole o fotocromatici.

Non esitate a rivolgervi all’oculista

In presenza di sintomi a carico del bulbo oculare, che rendono difficile la corretta visione, conviene rivolgersi subito al medico.

L’occhio è un organo estremamente delicato che richiede cure e attenzioni tempestive per prevenire complicazioni che riducono la vista o ne causano la perdita totale.

Bibliografia

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