La sindrome compartimentale: sintomi e cause

La sindrome compartimentale colpisce con maggiore frequenza la parte inferiore delle gambe e gli avambracci. Può essere causata da attività ripetitive come lo jogging.
La sindrome compartimentale: sintomi e cause
Diego Pereira

Revisionato e approvato da il dottore Diego Pereira.

Ultimo aggiornamento: 04 gennaio, 2023

La sindrome compartimentale è un disturbo muscolare e nervoso spesso collegato all’attività sportiva. Provoca dolore, tensione e talvolta incapacità di muovere la gamba o il braccio.

Può colpire chiunque, ma è più frequente nei giovani e negli sportivi che svolgono attività intense e ripetitive.

Ne sono più colpite la parte inferiore della gamba e l’avambraccio. Può interessare anche la mano, il piede, la coscia o la parte superiore del braccio.

La sindrome compartimentale cronica da attività sportiva risponde di solito bene alla terapia non chirurgica e a una diversa attività fisica.

Sintomi

Uomo con dolore al polpaccio da sindrome compartimentale

I sintomi comprendono:

  • Dolore, bruciore o crampi in un’area specifica dell’arto, di solito la parte inferiore della gamba.
  • Tensione.
  • Gonfiore o formicolio.
  • Debolezza dell’arto interessato.

Il dolore segue di solito questo schema:

  1. Comincia puntualmente durante l’attività fisica.
  2. Peggiora in modo progressivo.
  3. Terminata l’attività, diventa meno intenso o sparisce del tutto nel giro di 15 minuti.

Sospendere l’attività sportiva o realizzare soltanto esercizi a bassa intensità allevia i sintomi, sebbene, in genere, sia solo un miglioramento temporaneo. Con la ripresa dell’attività fisica, i sintomi ricompaiono.

Cause

I gruppi muscolari sono separati da spessi strati di tessuto chiamati fasce. Ogni fascia determina uno spazio che prende il nome di compartimento. Questo comprende i tessuti muscolari, nervosi e i vasi sanguigni. La fascia circonda l’insieme di queste strutture e non si espande.

L’infiammazione del compartimento provoca un aumento della pressione che va a schiacciare i muscoli, i vasi sanguigni e i nervi.

Se la pressione è alta, il flusso di sangue al compartimento si riduce e alla lunga causa un danno permanente a muscoli e nervi. Quando il mancato apporto di ossigeno si prolunga per un lungo periodo, il muscolo può andare incontro a necrosi con perdita della gamba o del braccio.

Cause della sindrome compartimentale acuta

La sindrome compartimentale acuta può essere causata da:

  • Lesione a seguito di trauma o intervento chirurgico.
  • Frattura ossea.
  • Ingessatura o bendaggi troppo stretti.
  • Riduzione dell’afflusso di sangue.

Cause della sindrome compartimentale cronica

Sportiva seduta sulla panca in palestra

La sindrome compartimentale cronica può essere provocata da attività fisiche ripetitive come lo jogging. La pressione all’interno del compartimento aumenta solo durante l’attività fisica e diminuisce al termine.

Questa condizione è di solito meno invalidante e non porta alla perdita della funzionalità o dell’arto. Il dolore, tuttavia, può ostacolare l’attività e ridurre la resistenza.

La causa della sindrome cronica non è del tutto chiara. Alcuni studi suggeriscono che alla base di questo disturbo vi sia il modo in cui viene realizzato il movimento.

Un altro motivo potrebbe essere un’estensione eccessiva del muscolo durante l’esercizio. Oppure una particolare rigidità della fascia che avvolge il compartimento o un’alta pressione nei vasi sanguigni.

Fattori di rischio

Alcuni fattori aumentano il rischio di sviluppare questa sindrome, tra cui:

  • L’età. Sebbene la sindrome compartimentale cronica dello sportivo possa colpire a qualunque età, è più frequente negli atleti con meno di 30 anni, senza distinzione di sesso.
  • Tipo di esercizio. L’attività ripetitiva ad alto impatto è un importante fattore di rischio.
  • Allenamento eccessivo (attività sportiva troppo intensa o frequente).

La sindrome compartimentale cronica non è di solito una malattia grave. Inoltre, se trattata nel modo corretto non produce danni permanenti.

Tuttavia, il dolore, la debolezza e il formicolio possono richiedere l’abbandono dell’attività sportiva o comunque una riduzione del livello di intensità.


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