La sindrome del caregiver, prendersi cura di chi si prende cura degli altri

Per potersi occupare degli altri, è prima fondamentale stare bene, quindi non dimenticatevi di prendervi cura di voi stessi
La sindrome del caregiver, prendersi cura di chi si prende cura degli altri

Ultimo aggiornamento: 28 gennaio, 2021

La sindrome del caregiver è una realtà molto diffusa che colpisce tutte quelle persone che hanno la responsabilità di rendere più facile la vita degli altri e prendersi cura delle loro necessità.

Molti di noi hanno qualcuno di cui prendersi cura: una madre anziana, un suocero malato o persino un figlio disabile che ha bisogno di assistenza costantemente.

Tuttavia, poco a poco, questo compito diventa un sovraccarico fisico ed emotivo che non bisogna mai ignorare.

Si sviluppa molto lentamente, la quotidianità consiste nell’essere sempre concentrati sull’altra persona che dipende da noi e finiamo per abbandonare noi stessi.

Dimentichiamo di “essere persone” e ci identifichiamo solo con qualcuno che deve prendersi cura degli altri (caregiver)

Esiste una via di mezzo? Come si fa ad affrontare queste situazioni così comuni nella società odierna? Ve ne parliamo in questo articolo.

La sindrome del caregiver: un peso che spesso portano le donne

Cura degli anziani

Le statistiche riflettono una realtà molto chiara: la responsabilità di prendersi cura degli altri ricade quasi sempre sulle donne.

Si tratta di un compito svolto con amore e dedizione dovuto al forte legame affettivo ed emotivo che esiste e nessuno può semplicemente abbandonare un familiare o una persona che ha bisogno di noi per affrontare la vita di tutti i giorni.

Conseguenze da prendere in considerazione:

  • Quasi il 60% di coloro che sono obbligati a prendersi cura di un familiare deve abbandonare la propria carriera lavorativa.
  • Prendersi cura di qualcuno significa assisterlo 24 ore su 24.
  • È un compito che va portato avanti con affetto e dedizione ed è per questo che, a volte, è normale essere ansiosi e pensare che l’altra persona ha sempre bisogno di noi urgentemente e che non ce ne stiamo prendendo cura come dovremmo quando ci concediamo una “piccola pausa” o affidiamo a qualcun altro questo arduo compito per qualche giorno.
  • La maggior parte di coloro che accettano questa responsabilità non è pronta a farlo. Ciò significa che si soffrirà un sovraccarico fisico perché non si sa come spostare o portare in giro il proprio familiare, come prendersene cura, come somministrargli i farmaci, come dargli da mangiare, come gestire la sua igiene…
  • I “caregiver” hanno un’età media tra i 50 e i 60 anni, il che significa che anche loro hanno i propri limiti e dolori fisici.
  • Si cerca di conciliare questa responsabilità con la cura di altri familiari, come figli o nipoti.
  • I “caregiver” finiscono per perdere i propri momenti di svago e i propri hobby. La loro vita si trasforma in un vortice dal quale non riescono a uscire e, giorno dopo giorno, la pressione fisica ed emotiva causa una distruzione insostenibile.

Segnali d’allarme della sindrome del caregiver

Stanchezza

È normale che chi è affetto da questa sindrome non si renda conto della propria debolezza emotiva e fisica.

È molto comune vedere caregiver che dimagriscono, hanno problemi alla schiena, stanchezza cronica, attacchi di stress e, spesso, soffrono anche di depressione senza saperlo.

Vediamo quali sono i principali segnali d’allarme:

  • Stanchezza fisica e mentale.
  • Difficoltà a dormire.
  • Sbalzi d’umore frequenti.
  • Variazioni di peso molto evidenti.
  • Dipendenza da calmanti e analgesici.
  • Isolamento sociale.
  • Difficoltà cognitive, come perdita della memoria, problemi di concentrazione…

Consigli per prevenire la sindrome del caregiver

Attività ricreative

Può interessarvi anche: Anziani malati, consigli per aiutarli

  • Stabilite un orario, per assicurarvi di avere del tempo per voi stessi tutti i giorni.
  • Imparate a scaricare un po’ di responsabilità sugli altri, è fondamentale. Prendersi cura di un’altra persona non è il compito di un solo individuo, quindi dovete accordarvi con altri familiari e anche con i servizi sociali. Ciò non significa che non tenete abbastanza all’altra persona o che non vi preoccupate di lei. Al contrario, avrete più aiuti a disposizione e, inoltre, starete meglio voi, per potervi prendere cura come si deve dell’altra persona. Ricordatevi che, se voi state bene, potete offrire il meglio di voi stessi. Se invece state male, se siete depressi, non riuscirete a fare un buon lavoro.
  • Informatevi sul problema della persona di cui vi prendete cura. Chiedete aiuto a dei professionisti che possano spiegarvi e aiutarvi con il vostro compito.
  • Non dimenticatevi della vostra vita sociale e uscite con i vostri amici ogni volta che potete. Prendetevi cura delle vostre emozioni e della vostra felicità quotidiana.
  • Fate un po’ di attività fisica, anche se leggera e all’aria aperta, perché è molto importante. Uscite a camminare tutti i giorni, fate stretching a casa e fate attenzione soprattutto alla vostra schiena.
  • Quando sentite che non ce la fate più, chiedete aiuto ad un professionista. Chiedere aiuto a un dottore o ai servizi sociali non si limita alle necessità della persona che dipende da voi. Anche voi siete importanti e, se non ce la fate più, tutto il resto crolla. Chiedere aiuto quando ne sentite il bisogno è fondamentale.

Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Dueñas, E., Martínez, M. A., Morales, B., Muñoz, C., Viáfara, A. S., & Herrera, J. A. (2014). Síndrome del cuidador de adultos mayores discapacitados y sus implicaciones psicosociales.
  • Pérez Trullen, J. M., Abanto Alda, J., & Labarta Mancho, J. (1996). El síndrome del cuidador en los procesos de deterioro cognoscitivo (demencia). Atención Primaria18(4), 194-202.
  • Ramírez, B. S. B., & Aguilar, S. A. (2009). Desgaste físico y emocional del cuidador primario en cáncer. México: Universidad Autónoma de Tamaulipas.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.