Il cancro al seno è il tumore più comune tra la popolazione femminile. Solo in Italia, per esempio, questo cancro colpisce circa 48.200 donne ogni anno, nonché un 29% di tutti i tumori diagnosticati tra le donne.
Oggigiorno, una diagnosi precoce continua a essere il modo più efficace per aumentare il tasso di sopravvivenza delle pazienti. Esistono infatti diversi trattamenti in grado di combattere i tumori nella loro fase iniziale.
Nonostante ciò, il cancro al seno continua a essere una delle patologie che causa più morti tra le donne.
Le nuove tecnologie e il progresso della medicina si impegnano costantemente per trovare nuovi rimedi sempre più efficaci per le donne che hanno un tumore al seno in corso.
Uno dei trattamenti più recenti è stato presentato alla Conferenza europea sul cancro al seno, svoltasi ad Amsterdam (Paesi Bassi); quest’ultimo ha attirato l’attenzione di molti, poiché potrebbe distruggere certi tumori in soli 11 giorni.
A creare la cura è stato un gruppo di ricercatori diretto dalla professoressa Judith Bliss, dell’Istituto per la ricerca sul cancro (ICR) del Regno Unito. Il trattamento si basa su una coppia di farmaci e potrebbe rappresentare un’alternativa alla chemioterapia.
La scoperta è nata da un test clinico finanziato dal Cancer Research UK e i risultati ottenuti potrebbero essere molto soddisfacenti se si inizia il trattamento dopo aver diagnosticato un cancro in fase iniziale.
Il metodo
Per portare a termine questo test, Bliss e il suo team hanno analizzato gli effetti dei farmaci Trastuzumab e Lapatinib su pazienti affette da cancro al seno di tipo HER2-positivo subito dopo la diagnosi e prima dell’intervento chirurgico.
Allo studio hanno partecipato 257 donne alle quali era appena stato diagnosticato il cancro al seno HER2. I ricercatori hanno diviso le pazienti in tre gruppi per condurre un trattamento di 11 giorni, tra la diagnosi iniziale e la data dell’intervento.
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Uno dei gruppi ha assunto lo Trastuzumab, un altro il Lapatinib, e un terzo gruppo non ha ricevuto alcun trattamento.
Prendendo in considerazione alcuni studi precedenti che suggerivano l’efficacia della combinazione di Trastuzumab e Lapatinib contro il cancro al seno HER2, i ricercatori hanno modificato l’esperimento in corso d’opera. Infatti, hanno deciso di somministrare alle donne che avevano iniziato a prendere il Lapatinib anche delle dosi di Trastuzumab.
Per comprendere meglio gli effetti dei farmaci, gli studiosi hanno confrontato alcuni dati raccolti prima e dopo il trattamento di 11 giorni. I dati riguardavano i marcatori biologici della proliferazione cellulare, i livelli di proteina Ki-67 e la apoptosi, o morte cellulare programmata.
I risultati dei test clinici
Dopo 11 giorni di trattamento, i ricercatori hanno stabilito che, nel 17% delle 66 donne curate con entrambi i farmaci, i tumori si erano ridotti. Si noti che dato che le dimensioni erano diventate inferiori a 5 mm di diametro, non era possibile misurare il livello di proliferazione cellulare.
In più dell’11% dei casi, inoltre, i medicinali avevano eliminato del tutto i tumori, il che ha dimostrato una risposta patologica piuttosto completa.
Tra le donne che avevano assunto il trastuzumab, invece, la riduzione dei tumori o la loro eliminazione totale è stata solo del 3%.
Le donne che, invece, non hanno ricevuto nessun tipo di trattamento, presentavano ancora le stesse condizioni.
I risultati hanno sorpreso i ricercatori, poiché questo trattamento potrebbe combattere alcuni tipi di cancro senza dover ricorrere alla chemioterapia.
Si ritiene che il cancro al seno di tipo HER2 è quello con più probabilità di ripresentarsi. Pertanto, questa scoperta potrebbe rappresentare un’enorme speranza per le pazienti che ne soffrono.
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Un possibile trattamento per il tumore al seno
Visti i risultati ottenuti da questo studio, i ricercatori hanno dichiarato che la combinazione di Trastuzumab e Lapatinib prima dell’intervento chirurgico potrebbe essere un possibile trattamento per le donne affette da questo cancro.
Il suo successo potrebbe eliminare la necessità si sottoporsi alla chemioterapia, un trattamento ben più aggressivo.
Il professor Nigel Bundred, docente di oncologia e collaboratore dello studio, ha dichiarato:
“Si tratta di una scoperta con grandi potenzialità, perché ci consente di identificare un gruppo di pazienti che, entro 11 giorni, ha assistito alla scomparsa del tumore con una sola terapia anti-HER2 e che potenzialmente potrebbe non avere bisogno in seguito della chemioterapia. Questo ci dà la possibilità di impostare un trattamento per ogni singola donna”.
La dottoressa Bliss ha fatto una dichiarazione al quotidiano The Telegraph sottolineando che le possibilità di eradicare questo tipo di tumore in 11 giorni sono davvero notevoli.
Per adesso, gli effetti dei farmaci continueranno a essere monitorati, ma si crede che siano uno strumento utile a combattere questa malattia e che dà una grande speranza.
Bibliografia
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- Oncohealth Institute. http://www.oncohealth.eu/es/area-paciente/cancer/informacion-soporte-paciente/informacion-general/tratamiento/terapia-biologica/listado-farmacos/trastuzumab
- Cancer Research UK. https://scienceblog.cancerresearchuk.org/2016/03/11/unprecedented-breast-cancer-trial-results-explained/