Nutrienti per la prevenzione dell’Alzheimer

Il morbo di Alzheimer è una malattia neurodegenerativa che deriva dalla complessa interazione di più meccanismi che a oggi non sono stati completamente compresi. Scoprite quali sono i principali programmi alimentari e i nutrienti coinvolti!

Nutrenti per la prevenzione dello Alzheimer.

Esistono alcuni modelli alimentari e nutrienti per la prevenzione dell’Alzheimer che possono ritardare lo sviluppo e il decorso della malattia. Va comunque ricordato che si tratta di una patologia cronica e incurabile al giorno d’oggi. Possiamo solo ritardarne la comparsa migliorando alcune abitudini di vita, sebbene la componente genetica svolga un fattore chiave.

Nelle righe che seguono presentiamo alcune strategie a tavola che possono essere utili per ridurre l’incidenza di questa patologia. Sono supportate dalla scienza, anche se questo non significa che seguirle impedirà la comparsa dell’Alzheimer. Prendete nota.

Cos’è l’Alzheimer?

Il  morbo di Alzheimer è la demenza più comune tra gli anziani, colpisce 1 persona su 4 di età pari o superiore a 85 anni. Il declino delle funzioni cognitive deriva dall’interazione di diversi fattori:

  • Età.
  • Ambiente.
  • Livello scolastico.
  • Vulnerabilità genetica.

La prevalenza delle malattie neurodegenerative è aumentata notevolmente a causa della proporzione di anziani nel mondo e, in una certa misura, a causa delle scorrette abitudini alimentari che favoriscono l’insorgenza del danno neuronale.

Fattori di rischio per lo sviluppo dell’Alzheimer

Sebbene la sua origine sia ancora sconosciuta, è noto che lo stress ossidativo, la disfunzione nei mitocondri (organello cellulare) e l’infiammazione sono fattori centrali di questa malattia. Nello specifico, i radicali liberi in eccesso danneggiano il DNA, i lipidi e le proteine, contribuendo alla patogenesi della malattia.

Oltre a ciò, la maggiore permeabilità delle membrane intestinali e cerebrali può favorire l’accumulo di sostanze tossiche che aumentano il rischio di sviluppare la patologia, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista F1000Research. I principali disturbi associati a questi danni sono i fattori di rischio cardiovascolare:

  • Obesità.
  • Dislipidemia
  • Ipertensione arteriosa
  • Insulino-resistenza e diabete.

Interazione tra nutrizione e morbo di Alzheimer

Diversi autori hanno esplorato l’influenza di alcuni nutrienti e il ruolo di diverse abitudini alimentari nello sviluppo e nel decorso di questa malattia neurodegenerativa.

Nello specifico, l’attuale dieta occidentale è associata all’elevata incidenza e prevalenza di malattie cronico degenerative, poiché favorisce un ambiente infiammatorio nell’organismo.

Patatine e altro cibo spazzatura.
La dieta occidentale è spesso associata a un maggiore rischio di malattie croniche, poiché infiamma l’organismo.

Meccanismi molecolari e nutrienti per la prevenzione dell’Alzheimer

Attualmente è noto che alcuni nutrienti proteggono contro numerosi fattori di sviluppo della malattia. Nello specifico, è stato studiato il ruolo degli omega 3, delle vitamine E e B, nonché della colina e dell’uridina per la prevenzione e il trattamento.

Tuttavia, non disponiamo ancora di sufficienti evidenze in merito all’impatto dell’integrazione isolata di questi nutrienti sul morbo di Alzheimer. I piani alimentari che contengono prodotti poco sani sono stati oggetto di studio per affrontare numerosi fattori di rischio.

Dieta mediterranea

La letteratura scientifica la descrive come a un potenziale trattamento neuroprotettivo. È noto che la dieta mediterranea è caratterizzata da un elevato consumo di verdura, frutta, cereali integrali e acidi grassi vegetali. La dieta mediterranea è un modello dietetico sano, in quanto ricca di:

  • Acidi grassi monoinsaturi (principalmente olio d’oliva)
  • Acidi grassi polinsaturi (presenti nel pesce)
  • Numerosi antiossidanti come composti di zolfo, antociani, catechine, flavonoidi, indoli e luteina.
  • Vitamine A, complesso B, D ed E
  • Minerali cardioprotettivi come calcio, magnesio e potassio; così come iodio, sodio e selenio.
Dieta mediterranea.
La dieta mediterranea è un modello nutrizionale e contiene nutrienti per la prevenzione dell’Alzheimer.

Dieta mediterranea e morbo di Alzheimer

Studi clinici hanno studiato l’influenza di questa dieta sul declino cognitivo e sulle malattie neurodegenerative. Uno studio pubblicato sulla rivista Archives of Neurology, condotto su una popolazione americana, ha osservato che maggiore è l’aderenza alla dieta mediterranea, minore è il rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer.

Inoltre, è stato riscontrato che questo tipo di dieta è in grado di preservare un maggior volume di materia grigia, oltre a produrre un minore accumulo di sostanze β-amiloidi che sono legate ad un aumentato rischio di sviluppare la malattia.

Leggete anche: Principio di Alzheimer: è possibile fermare il processo?

Dieta DASH e nutrienti per la prevenzione dell’Alzheimer

La dieta DASH è un modello alimentare creato dal National Heart, Lung and Blood Institute (NHLBI). Questo piano alimentare prevede sostanze nutritive che abbassano la pressione sanguigna e proteggono da vari fattori di rischio cardiovascolare, che giocano un ruolo nello sviluppo della demenza e nella fisiopatologia dell’Alzheimer.

Studi, come quello pubblicato sulla rivista Neurology di Tangney et al, hanno dimostrato che l’aderenza a questa dieta è significativamente associata a un minor declino cognitivo e a una riduzione dell’incidenza del morbo di Alzheimer.

Cibi e padella.
La dieta DASH è un altro modello alimentare di riferimento per ridurre il rischio di demenza e Alzheimer con l’alimentazione.

Dieta MIND

La dieta MIND è una combinazione della dieta mediterranea e della dieta DASH e il suo impatto è stato studiato nel ritardare il processo neurodegenerativo e nel diminuire i tassi di incidenza del morbo di Alzheimer. Si basa su 10 cibi sani per il cervello:

  • Legumi.
  • Noccioline.
  • Olio d’oliva.
  • Frutti rossi (ricchi di polifenoli).
  • Verdure a foglia verde (ricche di polifenoli).
  • Carni magre come il pesce (ricco di omega 3) e il pollo.

Allo stesso modo, esclude i cibi tipici della dieta occidentale che contribuiscono al rischio cardiovascolare: carne rossa, burro e margarina, formaggi, pasticcini e dolci.

Dieta chetogenica

La dieta chetogenica è una dieta povera di carboidrati (CH) e ricca di acidi grassi, che ha un effetto digiuno sull’organismo, producendo uno stato di chetosi. Questo piano è stato utilizzato per più di 100 anni, soprattutto per il trattamento dell’epilessia resistente ai farmaci.

Mentre la dieta di solito ha un contributo del 55% di CH, del 30% di acidi grassi e del 15% di proteine, le proporzioni nella dieta chetogenica sono l’8% di CH, il 90% di acidi grassi e il 7% di proteine.

Di conseguenza, questi cambiamenti nei modelli dietetici sono difficili da mantenere e sgradevoli, soprattutto se devono essere sostenuti per un lungo periodo di tempo.

Uomo con bistecca.
La dieta chetogenica è associata ad effetti neuroprotettivi. Tuttavia, è uno schema alimentare che deve essere adottato con cautela.

Dieta chetogenica: impatto dei corpi chetonici e dei nutrienti per la prevenzione dell’Alzheimer

Gli effetti neuroprotettivi di questa dieta sono legati ai cambiamenti biochimici che si verificano dopo la produzione di corpi chetonici, che aumentano la respirazione nei mitocondri e migliorano il loro funzionamento. Allo stesso modo, hanno attività antiossidante. Questi effetti sono stati classificati dagli esperti come protettivi contro lo sviluppo di malattie neurodegenerative.

Allo stesso modo, il consumo di acidi grassi polinsaturi (omega 3) da questa dieta favorisce l’eccitabilità delle membrane neuronali, riducendo le condizioni infiammatorie e la produzione di radicali liberi.

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Cambiamenti nella dieta e nei nutrienti per la prevenzione dell’Alzheimer

Per concludere, anche se è vero che la malattia di Alzheimer è il risultato dell’interazione di più meccanismi che, ad oggi, non sono stati completamente compresi. È stata trovata una correlazione tra fattori di rischio cardiovascolare, deterioramento cognitivo, sviluppo di demenza e incidenza di malattie neurodegenerative.

Pertanto, una misura per la prevenzione e il trattamento di queste malattie è fornire al corpo nutrienti che combattono l’infiammazione, promuovono l’attività antiossidante e riducono l’accumulo di sostanze che promuovono la morte neuronale.

Bibliografia

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  • Wlodarek D., Role of ketogenic diets in Neurodegenerative disease (Alzheimer’s disease and Parkinson’s disease) Nutrients, 2019.
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