La pancreatite acuta è un’infiammazione improvvisa del pancreas. In genere, una volta guariti, si recupera la totale funzione di questa ghiandola. Questi episodi interessano con maggiore frequenza le persone di età compresa tra i 50 e i 70 anni.
Qualunque persona in buono stato di salute può soffrire di pancreatite acuta. Tuttavia, nella maggior parte dei casi interessa chi soffre di una qualche condizione di salute che lo rende più propenso. Il fattore di rischio più comune è costituito dai calcoli della colecisti.
Un altro fattore che può provocare la pancreatite acuta è il consumo di alcol, quando questo viene ingerito in grandi quantità o con frequenza particolarmente assidua. Anche le cattive abitudini alimentari incidono sulla comparsa di questa malattia.
Che cos’è la pancreatite acuta
La pancreatite è l’infiammazione del pancreas, una ghiandola posta nella parte superiore dell’addome, dietro lo stomaco. Produce enzimi che contribuiscono ai processi digestivi, ma secerne anche ormoni che intervengono nell’elaborazione degli zuccheri, o glucosio. Esistono due tipi di pancreatite:
- Pancreatite acuta: è quella che si presenta in forma improvvisa e persiste solamente per alcuni giorni.
- Pancreatite cronica: è quella che si mantiene attiva per più di sei mesi.
La prima può essere grave, moderata o lieve, in base all’effetto che produce sulle funzioni dell’organismo e alle complicazioni che trae con sé. In termini generali, quando la pancreatite è lieve o moderata, di solito non comporta conseguenze fatali. Se è grave, il rischio di morte è alto.
Cause
Le principali cause della pancreatite acuta sono le seguenti:
- Calcoli biliari: corrispondono a circa il 40% dei casi. Anche se non è del tutto chiaro il meccanismo completo del loro sviluppo, si ritiene che i calcoli ostruiscano il dotto pancreatico, provocando l’attivazione del processo enzimatico all’interno del pancreas. Tutto ciò porta alla distruzione del tessuto dell’organo.
- Consumo di alcol: corrisponde a circa il 30% dei casi. Il consumo sistematico di alcol, per quanto l’ingestione possa essere moderata, porta a pancreatite cronica dopo alcuni anni. Non si presenta in tutti i bevitori, affinché si scateni devono essere presenti altri fattori.
- Altri fattori: è stata identificata una mutazione genetica nel gene del tripsinogeno cationico che provoca la pancreatite acuta nell’80% dei portatori. Si tratta di una complicazione che compare anche nel 5-10% dei casi di persone che hanno subito una colangiopancreatografia endoscopica retrograda (ERCP).
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Sintomi della pancreatite acuta
Il sintomo tipico della pancreatite acuta è il dolore addominale. È presente in più del 95% dei casi. Possiede un’intensità che varia da moderata a grave e si manifesta attraverso la sensazione di un pugnale che attraversa il corpo fino alla schiena. Solo l’inattività porta un po’ di sollievo. Questo dolore si presenta in maniera improvvisa.
Nell’80 o 90% dei casi compaiono anche nausea e vomito. All’inizio quest’ultimo ha carattere alimentare, per poi diventare bilioso o acquoso. Altrettanto frequente è la presenza di distensione addominale e febbricola.
In alcuni casi compaiono anche altri sintomi, che comprendono insufficienza respiratoria o renale, insufficienza cardiaca, abbassamento della pressione arteriosa e alterazioni mentali. Nel caso della pancreatite lieve, il dolore è molto più moderato e gli altri sintomi possono passare inosservati.
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Trattamento
In genere questi episodi vengono trattati in forma ospedaliera. Per prima cosa, viene prescritto un digiuno di uno o due giorni. Quando l’infiammazione si attenua, si inizia una dieta liquida e, successivamente, una dieta leggera. Si somministrano anche farmaci per il dolore e liquidi per via endovenosa per evitare la disidratazione.
Dopo la fase iniziale bisogna avviare un trattamento specifico in base alle cause che hanno provocato la pancreatite. Il che può comprendere procedimenti per sbloccare le vie biliari, intervento chirurgico alla colecisti, intervento al pancreas o trattamento per l’alcolismo.
Quando l’episodio è stato superato, la persona dovrebbe seguire una dieta a basso contenuto di grassi e con abbondante ingestione di liquidi. Allo stesso tempo, si raccomanda di smettere di bere alcol ed evitare il consumo di tabacco.
La prognosi dipende dalla gravità dell’episodio. Le prospettive sono meno incoraggianti se il paziente ha più di 60 anni, è affetto da altri problemi di salute, è obeso, presenta sintomi di ipovolemia, sindrome da risposta infiammatoria sistemica (SIRS) o versamento pleurico, oppure dà segni di cambiamenti nel suo stato mentale.
Bibliografia
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