Pangasio: perché ha una cattiva fama?

La produzione di pangasio è sempre più diffusa. Lo troviamo sulle tavole di tutto il mondo, ma periodicamente si riaccende la controversia. Perché il suo consumo viene sconsigliato?
Pangasio: perché ha una cattiva fama?
Anna Vilarrasa

Scritto e verificato la nutrizionista Anna Vilarrasa.

Ultimo aggiornamento: 24 agosto, 2022

Le notizie allarmanti sul pangasio hanno convinto diverse catene di supermercati a ritirarlo dai banchi di pesce. Lo stesso vale per le mense scolastiche, in Italia e in diversi paesi europei. Continua a essere, invece, uno dei pesci più consumati in altri paesi europei e negli Stati Uniti.

Le autorità per la sicurezza alimentare insistono su un rigido controllo in fase di produzione e di trasporto e al momento non esiste nessun allarme sanitario relativo al consumo di pangasio. In che cosa consiste quindi la polemica, esistono motivi validi per smettere di mangiare questo pesce?

Che cos’è il pangasio?

Il pangasio (Pangasius hypophthalmus) è un pesce di acqua dolce endemico nei fiumi Mekong e Chao Phraya. Attualmente, tuttavia, una gran parte proviene dagli allevamenti ittici, per lo più concentrati nel sud est asiatico (Vietnam, Thailandia, Cambogia e Laos).

Appartiene alla categoria dei pesci bianchi come la sogliola, il merluzzo o la cernia. Il pesce bianco, in generale, è consigliato per il suo contenuto di proteine ad alto valore biologico, sali minerali e vitamine A, B1 e D.

In questo pesce, tuttavia, questi elementi nutrizionali sono di solito contenuti in minori quantità. Su 100 grammi, il pangasio offre meno proteine rispetto al nasello o la sogliola, e una diversa composizione lipidica. Contiene, inoltre, meno vitamina A e D.

Filetto di pesce con verdure.

Il pangasio è un pesce molto presente nelle mense di ospedali, case di cura, scuole e anche al ristorante. Questo soprattutto grazie al prezzo accessibile, alla sua presentazione in filetti privi di pelle e di spine, e al sapore delicato.

Perché il pangasio è sotto accusa?

Il consumo di pangasio è sotto i riflettori da alcuni anni, ma al momento non esiste nessun allarme alimentare specifico da parte delle autorità competenti. Vediamo quali sono i punti a sfavore del consumo di pangasio.

1. È un pesce inquinato

Uno dei punti a sfavore è la possibile contaminazione da inquinanti. Circa il 90% di tutto il pangasio consumato viene pescato nel Mekong, uno dei fiumi più inquinati al mondo. Anche gli allevamenti ittici non sono esenti da contaminazione.

Uno studio su 23 campioni di pangasio (surgelati e freschi) condotto nel 2017 in Spagna dall’associazione consumatori OCU, ha fornito i seguenti risultati:

  • In 4 campioni sono stati trovate tracce di trifluoralina, un erbicida vietato in Europa.
  • In 9 campioni sono state trovate tracce di mercurio. Malgrado le quantità non superassero il limite consentito di 0,5 mg per kg, si avvicinavano alla metà di questo limite. Si tratta di una percentuale di mercurio considerata rischiosa per i bambini, sebbene non per gli adulti e che comunque non supererebbe il livello che si può riscontrare in pesci come il tonno o il pesce spada.

2. Sostenibilità ambientale e alimentare

Alcuni esperti sconsigliano il consumo di pangasio per motivi ambientali. Acquistare il pesce proveniente da paesi lontani non è ecosostenibie.

Il problema riguarda il processo di produzione, il trasporto e la distribuzione. Occorre infatti tenere conto dell’impatto sul territorio causato dagli allevamenti intensivi. Tra le conseguenze si può citare la deforestazione delle mangrovie vietnamite e i cambiamenti subiti dall’agricoltura nelle aree circostanti. Intorno al fiume Mekong si è smesso di coltivare il riso, uno dei pilastri della dieta asiatica.

Pesci sul banco.

3. Processo di produzione

Il pangasio è principalmente un pesce d’allevamento. L’allevamento ittico intensivo porta con sé una serie di conseguenze negative sull’ambiente e sul tessuto sociale.

Da una parte, aumenta la concentrazione di sostanze inquinanti nelle acque, legate a un uso indiscriminato di antibiotici, e ai rifiuti organici, come le feci degli stessi pesci. Inoltre, il pangasio, ammassato in piccoli spazi e nutriti a mangime, rappresenta un pericolo per le specie autoctone.

L’impatto sociale degli allevamenti ittici intensivi non è da meno. Il pangasio è un pesce economico e questo lo si deve, in parte, ai bassi stipendi e alle cattive condizioni di lavoro.

Come fare una buona scelta?

Nonostante la sua cattiva reputazione, mangiare il pangasio non è pericoloso. Un consumo sicuro significa limitarlo a una volta alla settimana nel caso degli adulti, ogni due per i bambini.

Altro discorso è, invece un consumo responsabile e sano. Se vogliamo acquistare il pesce affidandoci a criteri di sostenibilità, rispetto delle tradizioni gastronomiche e salute, dobbiamo dare la priorità ai seguenti aspetti:

  • Acquistare pesce non di allevamento e che sia stato pescato con metodi rispettosi dell’ambiente.
  • Preferire le varietà regionali acquistando pesce di prossimità, al mercato o alla pescheria locale.
  • Preferire le specie più piccole perché nei loro tessuti si accumulano meno metalli pesanti.
  • Alternare il consumo di specie diverse. La varietà nella dieta è il modo migliore per assicurarci un maggiore equilibrio nutrizionale e meno rischi per la salute.

Il pesce, in quanto fonte di proteine, sali minerali e acidi grassi essenziali, è un buon alleato della nostra dieta. Il segreto è, come sempre, fare una buona scelta.


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