Il pentothal è un farmaco utilizzato come anestetico generale. Questa sostanza appartiene al gruppo dei barbiturici, utilizzati come sedativi e analgesici per l’azione depressiva sul sistema nervoso centrale.
Possiamo trovare il pentholan anche sotto il nome di tiopental sodico dato che è un medicinale derivato dall’acido tiobarbiturico.
Oggigiorno è poco impiegato poiché esistono altri farmaci che provocano meno effetti collaterali a dosi minori.
I pazienti riferivano di sentirsi lenti e leggermente disorientati al risveglio. Riportavano quasi tutti sintomi simili ai postumi di una sbornia.
In ogni caso si tratta di un medicinale ad azione ultrarapida, che in passato si cercò di usare per indurre il paziente in stato di ipnosi. Tale effetto, però, venne alla fine smentito in quanto le prove scientifiche dimostrarono che si trattava di un anestetico che durava pochi minuti.
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Qual è il meccanismo di azione del pentothal?
Il pentothal, come tutti i barbiturici, si unisce ai recettori GABA. Il meccanismo di azione è lo stesso di altri calmanti, come le benzodiazepine (anche se il sottotipo di recettore è diverso).
Quando la sostanza si unisce al recettore, formano un complesso univoco che modula la trasmissione di informazioni al sistema nervoso centrale.
Come risultato finale dell’interazione, si produce l’effetto sedativo e anestetico. In presenza di convulsioni, le bloccherà modulando il neurotrasmettitore GABA. Il pentothal, infatti, viene impiegato anche come anticonvulsivo.
Il paziente sedato entra in uno stato di calma che ne riduce il metabolismo centrale. Poiché le esigenze nutritive sono molto basse, diminuisce anche l’afflusso di sangue. Il farmaco riduce dunque il flusso sanguigno e, di conseguenza, la pressione intracranica.
In quali casi si ricorre al pentothal?
La principale indicazione per l’uso del pentothal è l’intubazione orotracheale. Le caratteristiche di farmaco con azione anestetica ultrarapida lo rendono il candidato perfetto.
L’aspetto più interessante in questo senso è che, a dosi molto basse, permette di annullare il riflesso faringeo e facilitare così l’intubazione.
Ciò si rivela particolarmente utile in situazioni di urgenza. Casi in cui il paziente non respira correttamente e presenta un trauma in bocca. La presenza di sangue, o corpi estranei (oggetti, denti), rende difficile la visualizzazione del canale per intubare. In questo caso si opta per l’anestesia inalatoria.
Il pentothal può essere impiegato anche come anestetico generale in interventi brevi. Anche se, come già detto, tale pratica è caduta in disuso. Oggigiorno si preferisce l’impiego di altri tipi di farmaci.
Principalmente perché si tratta di un anestetico e sedativo, ma non di un analgesico. Vale a dire, non calma il dolore. Rilassa solo il paziente.
Esistono situazioni concrete nelle quali può essere un’opzione valutabile. Per esempio, per preparare il paziente a una neurochirurgia quando in seguito a un trauma cranio-encefalico presenta ipertensione cranica refrattaria.
È indicato anche nel caso di pazienti psichiatrici con convulsioni che non rispondono ad altri trattamenti.
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Quali controindicazioni presenta il pentothal?
I casi in cui la somministrazione di pentothal è controindicata sono riassumibili nei seguenti punti:
- Ipersensibilità ai barbiturici. Significa che con una piccola dose l’effetto sul paziente è molto intenso e duraturo. Trattandosi di un anestetico, può provocare insufficienza respiratoria.
- Insieme ad altri depressori del sistema nervoso centrale. In particolar modo l’alcol. Funzionano in maniera simile e se ne potenzia l’effetto.
- Gravidanza e allattamento. Il pentotahl viene assorbito dal feto e ne inibisce il sistema nervoso.
- Lavori in cui bisogna maneggiare sostanze pericolose o guidare. L’effetto sedativo riduce la capacità di concentrazione.
Somministrazione del pentothal?
Il pentothal viene somministrato sempre per via endovenosa a eccezione dell’anestesia inalatoria per intubare.
Esistono varianti nella posologia, ma di solito si ricorre a dosi iniettabili da 2-4 mg/kg. Bisogna considerare che ogni persona presenta una sensibilità diversa, pertanto è indispensabile iniziare con la dose più bassa e aumentarla un po’ alla volta.
L’effetto massimo si raggiunge un minuto dopo la somministrazione. Come detto nei precedenti paragrafi, l’effetto di questo farmaco dura pochi minuti se non si somministra una dose di mantenimento.
Bibliografia
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