Prolattina: perché si alterano i valori normali

La prolattina è un ormone molto importante durante la gravidanza e l'allattamento, poiché permette alla donna di produrre il latte che servirà a nutrire il neonato. Descriviamo le funzioni di questo ormone e le possibili conseguenze di un'alterazione dei suoi valori.

Valori della prolattina.

La prolattina è un ormone peptidico, ovvero costituito da proteine. Attraverso l’unione di diversi amminoacidi, si forma una sostanza più complessa che prende il nome di ormone. Quest’ultimo può alterare alcune funzioni fisiologiche.

Nell’essere umano, la prolattina viene prodotta dall’ipofisi nella quale si distinguono chiaramente due parti: l’adenoipofisi nella regione anteriore e la neuroipofisi nella regione posteriore. All’interno dell’adenoipofisi si forma la prolattina, insieme ad altri ormoni, come la tirotropina o l’ormone luteinizzante.

Le cellule incaricate di tale produzione prendono il nome di lattotrope, proprio perché la prolattina avrà tra le sue funzioni principali quella di stimolare la produzione del latte nelle ghiandole mammarie. Ma interviene anche sul ciclo mestruale della donna.

Questo ormone è stato sconosciuto al mondo della medicina fino al 1928 sebbene si pensi si tratti dell’ormone più antico del regno animale, visto che è stato riscontrato in diversi insetti e pesci.

Il volume di questo ormone è regolato da un meccanismo di feedback positivo, vale a dire che maggiore sarà lo stimolo di produzione, più verrà prodotto nelle cellule. Per esempio, durante l’allattamento vengono inviati segnali nervosi all’ipofisi affinché produca più prolattina.

A cosa serve la prolattina?

Nella donna la funzione della prolattina è associata principalmente alla produzione di latte nelle ghiandole mammarie. L’ormone invia il segnale alle mammelle affinché vengano sintetizzati il lattosio, la caseina e la lattoalbumina: tutte proteine che formeranno il latte materno.

La prolattina inizia ad aumentare il suo volume all’interno del corpo della donna in gravidanza già prima del parto, ma altri ormoni, come il progesterone, impediscono la fuoriuscita del latte. Durante il parto i livelli di progesterone si abbassano e a quel punto la prolattina può agire liberamente per l’allattamento.

Nell’uomo, invece, la prolattina interviene sulle ghiandole surrenali. Non si tratta di un effetto particolarmente evidente per quanto ne sa la scienza allo stato attuale. Tuttavia, è stato scoperto che potrebbe essere coinvolta nel periodo refrattario dell’uomo subito dopo i rapporti sessuali.

Allattamento al seno.
La funzione principale della prolattina è quella di stimolare la produzione di latte materno.

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Valori normali di questo ormone

Come tutte le sostanze che circolano all’interno dell’organismo umano, la prolattina presenta valori ottimali per svolgere le funzioni necessarie. Questi valori variano nelle seguenti situazioni:

  • Uomini: devono presentare meno di 20 ng/ml di prolattina nel sangue.
  • Donne non in stato interessante: la prolattina dovrebbe oscillare tra i 2 e i 29 ng/ml.
  • Gestanti: il valore auspicabile è superiore, fino a 209 ng/ml.
  • Dopo la menopausa: in queste donne il valore oscilla in un intervallo minore, tra i 2 e i 20 ng/ml

In una donna non incinta un valore di prolattina superiore a 100 ng/ml richiede approfondimenti per risalire alla causa di un volume così eccessivo. In genere, le cause più comuni sono da attribuire all’assunzione di determinati farmaci e alla presenza di tumori benigni dell’ipofisi.

L’esame biochimico per scoprire i valori di prolattina si esegue mediante prelievo del sangue, per cui non è complicato. Non è necessario che tutti si sottopongano alla misurazione di questo ormone, ma sappiamo che va fatto nei seguenti casi:

  • Persone con problemi di infertilità.
  • Donne che presentano ciclo mestruale irregolare.
  • Madri che riscontrano irregolarità nella produzione del latte.
Sintomi della iperprolattinemia.
Un ciclo mestruale irregolare può essere dovuto all’iperprolattinemia.

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Ammalarsi a causa dell’aumento del volume di prolattina

La condizione più comune in caso di alterazione dei valori di questo ormone è l’aumento della sua concentrazione nel sangue. Questo quadro prende il nome di iperprolattinemia, e se interessa donne non in gravidanza, quasi di sicuro sfocia in un piccolo tumore dell’ipofisi. 

Questi tumori sono noti come prolattinomi e la maggior parte di essi sono benigni e non cambiano dimensione con il passare del tempo. Una piccola parte di questi sono grandi e tendono a crescere, per cui richiedono un intervento chirurgico.

Si parla di iperprolattinemia anche quando le donne si sottopongono ad attività fisica molto intensa o quando affrontano periodi di stress. Inoltre, anche alcuni farmaci, tra i vari effetti collaterali, presentano un aumento di questo ormone (ad esempio, i farmaci antidepressivi). Nei casi di ipotiroidismo si verifica un aumento della prolattina che non risponde ad altre cause.

Studi recenti associano l’obesità a un aumento dei valori di prolattina. In alcune persone, un aumento di prolattina potrebbe provocare in risposta un aumento dell’appetito.

I medici che assistono donne con iperprolattinemia non possono neppure scartare la sindrome dell’ovaio policistico. Dovranno prescrivere test diagnostici per immagini di tipo ginecologico e altri esami di laboratorio per confermare la diagnosi.

Per concludere, ci troviamo di fronte a un ormone di fondamentale importanza -soprattutto per le donne- e che può subire oscillazione. In caso di sintomi associati all’apparato riproduttivo o all’allattamento bisognerà consultare uno specialista, in modo da poter escludere l’iperprolattinemia o di applicare il trattamento più indicato, qualora fosse necessario.

Bibliografia

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