Quando portare il bambino dallo psicologo? 12 possibili motivi

Intervenire in tenera età permette di prevenire possibili disturbi in età adulta. È invece da evitare un atteggiamento di indifferenza o negligenza o pensare che tutto si risolverà da solo.
Quando portare il bambino dallo psicologo? 12 possibili motivi

Ultimo aggiornamento: 27 febbraio, 2022

Come valutare quel cambiamento nel comportamento di vostro figlio e decidere di portarlo da uno psicologo? Molte madri e padri sono combattuti tra senso di colpa, incertezza e angoscia quando prendono questa decisione.

Vediamo, quindi, di scacciare pregiudizi e paure infondate che ritardano le attenzioni necessarie. Noterete che non c’è niente di sbagliato nel portare il bambino dallo psicologo, anzi, che può essere controproducente ritardare la cura.

Oltre ai motivi legati a uno qualsiasi dei disturbi generali dello sviluppo, ci sono altre situazioni in cui è consigliabile portare il bambino dallo psicologo:

  1. Presenta un comportamento provocatorio, ostile o violento nei confronti del suo ambiente. Spesso ricevete lamentele perché il bambino si comporta in modo irrispettoso nei confronti degli insegnanti o rompe oggetti.
  2. Dolore: dopo una situazione di perdita di un familiare molto caro.
  3. Sta attraversando alcune situazioni che lo stanno influenzando o potrebbero farlo. Ad esempio, il divorzio dei genitori, il trasferimento in un altro paese.
  4. Difficoltà legate al sonno (incubi, terrori notturni).
  5. Disturbi alimentari.
  6. Encopresi o enuresi (incontinenza fecale o urinaria),
  7. Cambiamenti bruschi nel rendimento scolastico.
  8. Tristezza costante, pianto, depressione. Si arrabbia molto quando viene separato dai suoi genitori.
  9. Mostra un’eccessiva paura in situazioni che non sono pericolose, strane o non sicure.
  10. Presenta comportamenti ripetitivi, stereotipati, ossessivi.
  11. È vittima di bullismo a scuola.
  12. È iperattivo, ha difficoltà a concentrarsi sulla risoluzione dei compiti.
Il bullismo è un motivo per portare il bambino dallo psicologo.
Il bullismo è un fenomeno comune e il suo trattamento tempestivo migliora la qualità della vita del bambino.

Altri aspetti da considerare

Molti di questi motivi possono meritare una consulenza specialistica o sessioni di follow-up. In caso di dubbio, è meglio chiedere, invece che adottare un atteggiamento di indifferenza o negligenza. In alcune occasioni si pecca di ingenuità o si sottovalutano i problemi dei bambini, credendo che tutto si risolverà da solo.

È anche vero che in alcuni casi ci sono emozioni tipiche e attese di cui non bisogna allarmarsi, ma concedere tempo. In questo caso, si deve offrire supporto e avere un ruolo di contenimento. Con il passare dei giorni, occorre verificare se sono avvenuti cambiamenti e come si sente il bambino.

Infine, deve essere lo psicologo a consigliare o meno la terapia. A volte può bastare un primo approccio in cui verranno impartite istruzioni da seguire a casa. La situazione e il contesto sono strettamente correlate ai sintomi.

Portare il bambino dallo psicologo: vantaggi e svantaggi

Quando si prende questa decisione, è bene valutare le conseguenze.

Il primo vantaggio ha a che fare con il benessere del bambino. Offrire gli strumenti e le risorse necessarie a sentirsi meglio è sempre vantaggioso.

D’altra parte, la prevenzione migliora la prognosi. Molti disturbi che influiscono sulla qualità della vita in età adulta hanno la loro insorgenza nell’infanzia.

Come svantaggio, si può menzionare il fatto che alcuni bambini potrebbero sentirsi “strani per il fatto di dover andare da uno psicologo, poiché la stigmatizzazione che riguarda la salute mentale è presente a tutti i livelli. Ciò può influire sulla collaborazione durante le sedute.

Come accompagnare e sostenere nel processo?

È importante normalizzare la sessione dallo psicologo o la necessità di ricevere aiuto. Non c’è niente di sbagliato in questo. Pertanto, è meglio essere onesti e dire al bambino che siamo preoccupati, evitando inutili segreti o bugie.

Parlare con il bambino, sia per chiedere cosa sta succedendo, sia per esprimere il nostro sostegno, è fondamentale. Tutti, adulti o bambini, possiamo sentire malessere o avere difficoltà in diverse aree. Aiutate vostro figlio a comprendere che questo non lo rende un bambino cattivo né influenza l’amore che sentite per lui.

Un altro consiglio è mantenere un contatto diretto con insegnanti e gli altri educatori. I bambini trascorrono diverse ore fuori casa, in situazioni che sfuggono al controllo dei genitori. Chiedere se è successo qualcosa in particolare può aiutarvi a capire il comportamento e l’umore a casa.

Le figure di riferimento devono anche cercare di controllare le proprie emozioni, evitando di trasmettere ansia, pressione o angoscia. In caso contrario, il bambino percepisce queste emozioni e ne verrà influenzato.

Parlare con il bambino.
Il sostegno emotivo dei genitori è un complemento alla terapia psicologica.

Di chi è la sofferenza?

Quando si parla di tenera età, le sedute dallo psicologo sono avviate dai genitori. È perfettamente normale e salutare preoccuparsi dei propri figli.

Tuttavia, spesso la psicoterapia viene utilizzata sul bambino quando, in realtà, la difficoltà è vissuta dagli adulti. Si consideri ad esempio il caso di genitori iperprotettivi o ansiosi che si preoccupano eccessivamente. In questo senso, si tratta di identificare chi sta vivendo una certa emozione e valutare se sia il bambino a soffrire.

Infine, per capire il bambino, è essenziale osservare e ascoltare attentamente, oltre che trascorrere del tempo con lui. Solo così potremo sapere se è avvenuto un reale cambiamento nel suo comportamento e ottenere informazioni che possano orientare.


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