Sindrome da dumping, di cosa si tratta?

La sindrome da dumping è una patologia che si presenta a seguito di un intervento di chirurgia gastrica. Nella maggior parte dei casi i sintomi spariscono da sé gradualmente. Soltanto in pochi casi vi sono complicazioni.
Sindrome da dumping, di cosa si tratta?

Ultimo aggiornamento: 09 agosto, 2022

La sindrome da dumping è uno dei possibili effetti indesiderati di un intervento di chirurgia gastrica ed è nota anche come sindrome da svuotamento rapido. Quasi tutti i pazienti presentano uno o più sintomi di questo tipo in fase post operatoria.

Vi sono, di fatto, reports sulla sindrome da dumping fin dalle prime operazioni di chirurgia gastrica della storia. Nel 1881 Theodor Billroth la descrisse nel dettaglio per la prima volta. Da parte sua, Hertz fece riferimento allo “svuotamento rapido” di un paziente che fu sottoposto a gastrectomia parziale nel 1913.

Tuttavia, soltanto nel 1922 è stato possibile osservare per la prima volta il procedimento di svuotamento rapido nei pazienti attraverso apposite analisi radiologiche. Le fu dato il nome di sindrome da dumping per il significato della parola inglese che significa buttare, scaricare.

Cos’è la sindrome da dumping?

Gli effetti della sindrome da dumping.

La sindrome da dumping è una complicanza derivata da un intervento chirurgico all’apparato digerente. Il contenuto dello stomaco passa troppo in fretta all’intestino tenue, prima che gli alimenti siano del tutto digeriti dallo stomaco.

Questa condizione viene definita anche “svuotamento rapido” e può scatenare una serie di difficoltà gastrointestinali e non solo. Il paziente può presentare nausea, coliche, crampi o diarrea, tra gli altri sintomi. È possibile anche accusare ipoglicemia, debolezza, giramenti di testa e/o sudorazione.

La possibilità e la gravità della sindrome da dumping dipendono in gran parte dal tipo di chirurgia gastrica eseguita. Può durare fino a un anno. Nella maggior parte dei casi i sintomi spariscono spontaneamente in modo graduale.

La digestione

Lo stomaco lavora come un deposito degli alimenti. In esso vengono prodotti acidi ed enzimi che permettono la decomposizione iniziale dei cibi producendo una sostanza chiamata chimo. In altre parole, lo stomaco trasforma gli alimenti per renderli più facilmente assimilabili dagli altri organi.

Il percorso dei cibi prosegue nell’intestino tenue, la cui principale funzione è quella di assorbire l’alimento digerito. Tra lo stomaco e l’intestino esiste una sorta di valvola che regola il passaggio del chimo dallo stomaco alla parte superiore dell’intestino tenue. Tale valvola si chiama sfintere del piloro.

In condizioni normali, il chimo passa lentamente da un organo all’altro. A seguito di chirurgia gastrica, tuttavia, lo sfintere pilorico può essere compromesso per cui il passa troppo velocemente al duodeno, ossia la parte superiore dell’intestino tenue. La sindrome da dumping si può verificare anche senza intaccare questa valvola.

Tipi di sindrome da dumping

Ragazza con crampi allo stomaco per sindrome da dumping.

Esistono due tipi di sindrome da dumping, entrambi caratterizzati dall’espulsione troppo veloce di grossi volumi di contenuto dallo stomaco all’intestino tenue. La differenza dipende dalla fase iniziale, le caratteristiche del meccanismo e i suoi effetti:

  • Precoce. In questa modalità lo svuotamento dello stomaco ha luogo tra i 30 e 45 minuti dopo l’ingerimento del cibo. È la tipologia più frequente e provoca:
    • Sensazione di pesantezza.
    • Nausea.
    • Vomito.
    • Diarrea.
    • Coliche.
    • Ipotensione.
    • Tachicardia.
    • Sudore.
    • Debolezza.
  • Tardiva. Si verifica dopo 2-4 ore dopo aver mangiato. Il rapido passaggio dei cibi ricchi di zuccheri nell’intestino tenue causa a sua volta una liberazione sproporzionata di insulina, portando all’ipoglicemia.

Ulteriori informazioni

Per prevenire i rischi che si verifichi la sindrome da dumping è raccomandabile suddividere l’assunzione del cibo in cinque o sei pasti al giorno, senza bere alcun liquido durante l’ingerimento. Le bevande devono essere consumate dopo circa mezz’ora/un’ora dal pasto.

È inoltre consigliato limitare l’uso di carboidrati o cibi ricchi di zucchero, ingerendoli sempre accompagnati da verdure, carne o pesce. È conveniente anche mangiare lentamente e non esagerare con i latticini e derivati. Normalmente queste misure bastano per ridurre e trattare la sindrome.

Se si sviluppa la patologia, è necessario seguire le istruzioni del medico, che con ogni probabilità vi somministrerà dei medicinali volti a ridurre i sintomi. Se nessuna di queste misure funziona, potrebbe essere necessario un ulteriore intervento chirurgico per correggere il problema.


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