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Il kombucha è una bevanda ottenuta da una varietà di tè che ha subito un processo di fermentazione da parte di batteri e funghi. Gli vengono attribuite molte proprietà, ma è importante conoscere anche gli effetti collaterali.
I microrganismi che hanno il compito di fermentare il tè zuccherato da cui si ottiene questa bevanda prendono il nome di funghi kombucha. Il tè kombucha possiede numerose proprietà, ma è bene sapere che non è privo di effetti collaterali.
Alla fase iniziale del processo di fermentazione partecipano diversi microbi, ma con il passare dei giorni sopravvivono soltanto quelli che compongono il corpo gelatinoso caratteristico del kombucha. Il resto muore a causa dell’alto grado di acidità e delle sostanze antibiotiche che vengono prodotte.
Il sapore del tè kombucha dipende dal tempo di fermentazione; più delicato e dolce all’inizio, acquista via via un sapore più intenso e acido.
Tra le caratteristiche nutrizionali del tè kombucha ricordiamo:
La mancanza di studi su questa bevanda non ci permette di affermare che i benefici che le vengono attribuiti dalla tradizione siano veri. Ciononostante, gli antiossidanti e i microrganismi presenti sono collegati a un miglioramento della digestione.
Avrebbe, inoltre, effetti positivi sulla salute cardiovascolare ed epatica, ma anche sullo stress. Secondo uno studio pubblicato sulla rivista Critical Reviews in Eukaryotic Gene Expression, gli antiossidanti del tè sono in grado di prevenire alcune neoplasie.
Occorre ricordare che questa bevanda si ottiene dal tè verde o nero. Offre pertanto gli stessi benefici di queste piante:
Il tè kombucha, in particolare, agisce in modo positivo sul tratto gastrointestinale grazie alla presenza di probiotici. È stato dimostrato che i microrganismi che provengono dai prodotti fermentati sono in grado di prevenire e trattare le malattie infiammatorie di tipo intestinale.
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Nonostante i diversi benefici offerti da questa bevanda, il suo consumo non è del tutto privo di rischi. Ecco quali sono.
I maggiori rischi del consumo di tè di kombucha consistono nella contaminazione con altri microrganismi se non viene preparato rispettando misure igieniche specifiche.
Durante il processo di fermentazione, il tè di Kombcha può essere esposto a numerose contaminazioni da parte di batteri e lieviti nocivi. Se non fermenta abbastanza a lungo, la bevanda non raggiunge il grado di acidità e alcolico necessario per eliminare questi microrganismi.
Spesso viene rilevata la presenza di muffa Aspergillus, in grado di generare sostanze epatotossiche; a questa si aggiungono i batteri del genere Helicobacter pylori o Salmonella. La bevanda è sconsigliata a chi soffre di malattie intestinali o epatiche.
Si sconsiglia il consumo anche alla persone immunodepresse o con deficit del sistema immunitario. Le donne in gravidanza o che allattano, i bambini sotto i cinque anni di età, i pazienti con HIV o qualsiasi altra infezione devono evitare di bere il Kombucha.
Anche chi non appartiene a nessuno dei gruppi a rischio deve consumare questa bevanda con moderazione. Un consumo eccessivo, di fatto, può causare disturbi digestivi, stando a uno studio pubblicato sul Journal of General Internal Medicine.
Va inoltre notato che si tratta di una bevanda ad alto contenuto di alcol e zucchero; pertanto occorre valutare la dieta nel suo complesso per essere sicuri di non superare i limiti consigliati per queste due sostanze.
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Il tè di Kombucha elaborato in modo industriale offre garanzie riguardo alla corretta sterilizzazione. Tuttavia, perde il suo effetto probiotico, diventando una bevanda a scarso interesse nutrizionale.
In sintesi, possiamo considerare questa bevanda sana se non si eccede. Non garantisce, tuttavia, benefici a breve o lungo termine oltre a quelli offerti dal classico tè. C’è chi sostiene, dunque, che sia meglio bere il tè, poiché privo di alcol e di microrganismi che potrebbero scatenare intolleranze.