Ustioni da acqua bollente e primo soccorso

Le bruciature da acqua calda sono molto comuni. Se sono gravi, bisognerà recarsi da un medico, ma se non lo sono, prendete appunti, vi spiegheremo come trattarle. 

Ustioni con acqua calda

Stiamo preparando la cena oppure ci apprestiamo a gustare un buon tè caldo. Magari apriamo il rubinetto per lavarci le mani e l’acqua esce più calda di quanto ci saremmo aspettati. In cucina, le ustioni da acqua bollente sono molto frequenti.

In questo articolo vi spiegheremo cosa possiamo fare per intervenire immediatamente nei casi in cui le alte temperature abbiano provocato vere e proprie ustioni da acqua bollente.

Tipi di ustioni

Prima di scegliere il tipo di trattamento cui ricorrere per trattare quanto prima un’ustione, è necessario sapere che ne esistono tre gradi o tipi:

Primo grado

Danneggia lo strato esterno o superficiale della pelle. I sintomi sono arrossamento, gonfiore e un po’ di dolore. La zona spella dopo circa sette giorni e dopo due settimane recupera il suo aspetto normale.

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Secondo grado

Pentola di acqua bollente

È un po’ più grave rispetto alla precedente perché si brucia anche il secondo strato di pelle. Genera vesciche ed infiammazioni. Il dolore è molto forte e le e vesciche scompaiono da sole dopo una settimana.

La guarigione completa avviene dopo 3 settimane e, in alcuni casi, la pelle presenta un colore più chiaro dopo la cicatrizzazione.

Terzo grado

Sono le più gravi e si tratta di emergenze che hanno bisogno di un trattamento medico urgente. L’ustione oltrepassa tutti gli strati della pelle ed è davvero dolorosa.

Ustioni da acqua bollente

Ustioni da acqua bollente

Sono molto comuni in ambito domestico. Mettere una pentola con acqua sul fuoco può diventare un pericolo e trasformarsi in una tragedia se sono presenti bambini in casa. I casi di bambini che si bruciano con acqua bollente purtroppo non sono isolati e tali incidenti finiscono spesso per provocare gravi conseguenze.  Quindi, è importante fare molta attenzione e collocare le pentole il più lontano possibile dal bordo.

Se ci schizza solo un po’ d’acqua calda o se il contatto con la pelle è minimo, sentiremo solo un po’ di dolore sul momento, che probabilmente scomparirà dopo poco. Una buona soluzione per calmare il bruciore consiste nel bagnare la zona con acqua fredda, sia immergendola in un recipiente sia lasciando scorrere l’acqua del rubinetto per almeno 5 minuti per rinfrescarla.

Se l’ustione è un po’ più grave, possiamo agire allo stesso mondo, ma facendo scorrere l’acqua fredda per più tempo. In caso di ustioni di secondo grado, fate scorrere l’acqua sulla zona interessata per almeno 15 minuti. Il trattamento da seguire cambia a seconda della zona; possiamo ad esempio esempio fare un impacco con un asciugamano bagnato oppure applicare un po’ di ghiaccio con un sacchetto di plastica (evitate sempre il contatto diretto con la pelle).

Trattamenti per le ustioni della pelle

Incidenti domestici con bambini

Mentre state rinfrescando la ferita, approfittatene per valutare i danni alla pelle. Se dopo qualche minuto il dolore non cessa e vi rendete conto che l’arrossamento è eccessivo e che si stanno persino formando delle vesciche, valutate l’opportunità di recarvi al pronto soccorso. 

Se, al contrario, i sintomi cominciano a diminuire, potete continuare il trattamento fai-da-te. Prendete una garza e inumiditela con acqua. Avvolgete la zona da trattare e lasciatela così tra i 30 e i 60 minuti. Se necessario, cambiatela e mettetene una nuova. In tal modo, eviterete che l’ustione entri in contatto con oggetti, superfici o agenti dannosi.

L’aloe vera è uno dei migliori rimedi per le scottature superficiali della pelle, sia che esse siano state causate da acqua bollente, da olio o dal sole. Questa pianta non può mancare in casa. Aprite semplicemente una foglia orizzontalmente ed estraetene il gel.

Questo liquido viscoso possiede moltissime proprietà capaci di restituire alla pelle la sua idratazione originale. Versatelo sull’area da trattare e lasciate agire finché non si assorba completamente. Se volete, potete coprire la zona con una garza sterile anche se è meglio che la ferita “respiri”.

Ustioni da acqua bollente: quando andare all’ospedale

Pentola di acqua che bolle

Immaginiamo che vi cada addosso un recipiente di acqua bollente. Può darsi che i vestiti rimangano attaccati alla pelle. Non cercate di toglierveli da soli. Bagnatevi con acqua fredda e andate immediatamente al pronto soccorso. Lì si incaricheranno di togliervi i vestiti affinché non soffriate conseguenze gravi.

Se a causa di un’ustione da acqua bollente vi vengono delle vesciche, non dovete scoppiarle perchè potreste provocare lesioni molto gravi, come una cicatrice o persino un’infezione. Bendatele durante il giorno e fatele arieggiare ogni tanto. Attenzione, alle dimensioni della vescichetta: se sono grandi, vi consigliamo di rivolgervi ad un medico affinché se ne occupi lui stesso.

Se la vescica fa molto male ed esercita una forte pressione tanto da non permettervi di muovere la zona con normalità, potete realizzare un’incisione per eliminare il liquido accumulato all’interno. Facendo molta attenzione ed usando dell’acqua disinfettata, forate uno dei lati della vescica (mai il centro) affinché dreni adeguatamente.

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Come trattare le ustioni da acqua bollente in casa

Ci riferiamo ovviamente solo alle ustioni superficiali, quelle per intenderci che arrivano fino al secondo grado. Dopo aver bagnato ed immerso la zona, si consiglia di:

  • Applicate un po’ di vaselina e coprite con una garza sterile.
  • Bendate il primo giorno con una fasciatura non troppo stretta.
  • Prendete una pillola per i dolori (come ad esempio l’Ibuprofene).
  • Cambiate la fasciatura di notte e fate prendere aria alla zona ustionata di mattina.
  • Inumidite la fasciatura prima di toglierla affinché non si attacchi alla pelle.
  • Dopo circa 7 giorni, pulite ed eliminate la pelle morta utilizzando una garza imbevuta di soluzione isotonica (non c’è bisogno di forzare, verrà via con facilità).
Bibliografia

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  • Belmonte Torras, J. A., Marín De La Cruz, D., Gornés Benajam, M. B., Gubern Pi, L., & Guinot Madridejos, A. (2004). Quemaduras por agua caliente sanitaria. Anales de Pediatria. https://doi.org/10.1157/13068030
  • Local, T. (2014). Tratamiento de las quemaduras. Universidad Computense de Madrid.
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