L’albendazolo è un principio attivo della famiglia dei benzimidazoli, indicato soprattutto nel trattamento di diverse malattie provocate dall’infestazione di parassiti intestinali e tissutali. Il suo uso è indicato sia per gli adulti sia per i bambini al di sopra dei 2 anni di età, in un unico dosaggio o sotto forma di trattamento a breve termine.
Come agisce l’albendazolo sull’organismo?
L’azione antiparassitaria dell’albendazolo si deve all’effetto che quest’ultimo ha sui microtubuli, che si trovano nel citoplasma delle cellule dei parassiti. Danneggiando queste strutture, l’antiparassitario riesce a rompere le cellule, quindi queste ultime sono incapaci di svolgere le loro funzioni, come quella secretoria o assorbente. Non ha, invece, alcun effetto sulle cellule umane.
Ecco che le sostanze secrete si accumulano nell’apparato del Golgi del parassita producendo, dunque, una riduzione della captazione di glucosio e dei valori di glicogeno come fonte di energie. Oltre a ciò, poiché la maggior parte delle sostanze che si accumulano nell’apparato del Golgi sono enzimi proteolitici liberati all’interno della cellula, ecco che si produce un’autolisi della cellula coinvolta; ovvero la cellula muore. Grazie a ciò sopraggiunge la morte del parassita.
Indicazioni terapeutiche dell’albendazolo
I vari studi condotti sull’albendazolo dimostrano l’efficacia di questo antiparassitario nel trattamento delle infezioni causate da:
- Enterobius vermicularis.
- Ascaris lumbricoides, che è un verme intestinale.
- Ancylostoma duodenare e Necator americanus, altri due vermi.
- Trichus trichiura.
- Strongyloidi stercoralis.
Ciò nonostante, non è solo indicato nei casi di infezione dovuta a questi microrganismi, ma anche nel trattamento delle infezioni da Hymenolepis nana e Taenia spp, responsabili dell’infezione da tenia.
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Dosi da somministrare
Il dosaggio dell’albendazolo, così come la sua posologia, variano a seconda dell’età del paziente e dalla patologia da trattare. Ecco che nelle persone adulte verrà somministrata un’unica dose da 400 mg per via orale per il trattamento di ascariasi, enterobaisi e unicinariasi.
Per quanto riguarda infezioni come la tricocefalosi, la tenia o la fascicolosi, oltre che alle infezioni gravi, la somministrazione sarà di una dose al giorno da 400 mg per 3 giorni. Nel caso in cui il quadro clinico non accenni a migliorare a distanza di 3 settimane, bisognerà iniziare una seconda linea di trattamento. Valgono le stesse indicazioni per i bambini con più di due anni, mentre per i minori di due anni l’albendazolo è controindicato.
Controindicazioni nella somministrazione dell’albendazolo
Nonostante nel corso degli studi clinici albendazolo si sia dimostrato sicuro, è controindicato in una serie di condizioni. Ad esempio, in caso di ipersensibilità nota al principio attivo o agli eccipienti che ne compongono la formulazione, il paziente non potrà essere trattato con questo medicinale.
Inoltre, come già detto, l’albendazolo viene somministrato ed è stato testato su persone adulte e bambini sopra i due anni. Dunque, i bambini al di sotto dei due anni non possono essere sottoposti a questo trattamento.
D’altra parte, è controindicato anche il suo utilizzo da parte delle donne in gravidanza o in allattamento, a causa delle conseguenze per il neonato. Di fatto, ha dimostrato di avere effetti teratogenici ed embriotossici in corso di studio sugli animali.
Infine, bisogna dire che non sono note le interazioni con altri farmaci. Proprio per questo, se state già assumendo altri farmaci, è fondamentale che lo comunichiate al medico o al farmacista prima di assumere l’albendazolo, in modo da evitare complicazioni di salute.
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Effetti indesiderati
Come tutti i farmaci in commercio, anche quelli a base di albendazolo non sono esentida una serie di possibili effetti indesiderati. Per effetti indesiderati si intendono tutti quei fenomeni non auspicabili e non intenzionali durante il trattamento con un determinato farmaco. Per quanto riguarda l’albendazolo, gli studi clinici riportano i seguenti effetti indesiderati:
- Aumento dei livelli enzimatici epatici.
- Disturbi gastrointestinali, come mal di stomaco, nausea e vomito.
- Leucopenia, con una riduzione del numero di leucociti, una determinata tipologia di cellule ematiche.
- Nausea e mal di testa.
- Perdita di capelli.
- Febbre.
- Seppur rari, sono stati riportati casi di pancitopenia, granulocitopenia e aplasia del midollo osseo.
Conclusioni
L’albendazolo è un principio attivo utilizzato nel trattamento delle patologie parassitarie, ma è di fondamentale importanza assumerlo con cautela, poiché un uso scorretto potrebbe comportare gravi conseguenze per la salute. In caso dubbi, potete chiedere consiglio al medico e al farmacista.
Bibliografia
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