Atosiban: indicazioni e avvertenze

Quando l'atosiban è assunto dalla donna incinta a rischio di rottura prematura delle membrane, i benefici del parto ritardato devono essere valutati rispetto al potenziale rischio di corioamnionite.

Neonato prematuro in incubatrice.

Atosiban è un farmaco che viene somministrato per via endovenosa per ritardare il travaglio pretermine. Il suo effetto è dovuto alla capacità di inibire l’azione dell’ossitocina e della vasopressina, due ormoni che inducono il travaglio.

Bloccando l’azione dell’ossitocina a livello dell’utero, l’atosiban inibisce anche le contrazioni uterine. È stato sviluppato in Svezia e la prima citazione in merito nella letteratura scientifica risale al 1985.

Indicazioni in merito all’assunzione di atosiban

Durata contrazioni parto.

Questo farmaco è indicato per ritardare un imminente parto pretermine. Viene somministrato, soprattutto, alle donne che presentano alcune delle seguenti situazioni:

  • Dilatazione della cervice da 1 a 3 cm (0-3 per le donne che non avevano partorito in precedenza) e appianamento in percentuale maggiore o uguale al 50%.
  • Età gestazionale compresa tra la 24esima e la 33esima settimana complete.
  • Frequenza cardiaca fetale normale.

Cause di parto prematuro

Spesso le cause del parto prematuro non possono essere chiaramente identificate. Di solito è dovuto a una combinazione di fattori come:

  • Patologie pregresse della madre: diabete, ipertensione e malattie della tiroide o dei surrreni.
  • Infezioni.
  • Stress psicosociale.
  • Età della madre: il rischio di parto prematuro aumenta se la donna ha meno di 18 anni o più di 35.
  • Sostanze nocive o tossiche specifiche.
  • Problemi nello sviluppo del feto.

Anche altri fattori esterni possono aumentare il rischio di parto pretermine. Ciò include, ad esempio, il consumo eccessivo di nicotina e alcol.

È importante notare che il rischio di aborto spontaneo può essere ridotto se la donna incinta assume cibi sani ed evita gli sforzi fisici.

Leggete anche: Gravidanza in estate: come affrontare il caldo?

Avvertenze durante il trattamento a base di atosiban

Quando assunto dalla donna incinta a rischio di rottura prematura delle membrane, i benefici del parto ritardato devono essere valutati rispetto al potenziale rischio di corioamnionite.

La corioamnionite è un’infezione del liquido amniotico e delle membrane che lo contengono. Il liquido amniotico è un fluido che circonda e protegge l’embrione, e poi il feto, nello sviluppo del sacco amniotico.

Questo fluido consente al feto di muoversi all’interno delle pareti uterine senza che queste aderiscano troppo al suo corpo. Oltre a ciò, fornisce al feto la corretta idratazione.

È bene sottolineare che non esiste alcuna esperienza in merito al trattamento con atosiban in pazienti affette da malattie renali, come l’insufficienza renale. Lo stesso vale per l’insufficienza epatica. Per questo motivo, bisogna prestare particolare attenzione in questi casi.

Scoprite: Rimedi naturali per l’insufficienza renale

Altre informazioni utili

Trattamento intravenoso con atosiban gravidanza.

Per le donne che portano avanti una gravidanza multipla ed età gestazionale compresa tra la 24esima e la 27esima settimane, l’esperienza clinica con atosiban è limitata. Visto il ridotto numero di pazienti trattate con questo farmaco, i dati offerti dagli studi non risultano concludenti.

Lo stesso vale per l’efficacia di un secondo trattamento in una donna precedentemente sottopposta a terapia con atosiban, ovvero il ritrattamento.

In caso di ritardo di crescita intrauterina, la decisione di proseguire o effettuare nuovamente il trattamento con questo farmaco dipenderà dalla valutazione dello sviluppo fetale.

Inoltre, durante il trattamento con atosiban, e in caso di persistenza delle contrazioni uterine, è opportuno che i medici monitorino le contrazioni e la frequenza cardiaca fetale.

In caso di gravidanza multipla, i farmaci calcio-antagonisti o betamimetici sono associati a un significativo aumento del rischio di edema polmonare.

Ne consegue che atosiban deve essere assunto con cautela in caso di gravidanze multiple e/o in concomitanza con altri medicinali che ne possano potenziare l’effetto.

Conclusioni

Atosiban è un medicinale dagli effetti opposti dell’ossitocina, uno degli ormoni che preparano il corpo al parto.

In seguito a ciò, viene usato per scongiurare il rischio di parto prematuro. Tuttavia, è molto importante conoscerne i rischi e le precauzioni da adottare quando si inizia un trattamento con questo medicinale.

Bibliografia

Tutte le fonti citate sono state attentamente esaminate dal nostro team per garantirne la qualità, affidabilità, rilevanza e validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.

  • Marshall, K. (2007). Atosiban. In xPharm: The Comprehensive Pharmacology Reference. https://doi.org/10.1016/B978-008055232-3.61261-9
  • Reversi, A., Rimoldi, V., Marrocco, T., Cassoni, P., Bussolati, G., Parenti, M., & Chini, B. (2005). The oxytocin receptor antagonist atosiban inhibits cell growth via a “biased agonist” mechanism. Journal of Biological Chemistry. https://doi.org/10.1074/jbc.M409945200
  • Tsatsaris, V., Carbonne, B., & Cabrol, D. (2004). Atosiban for preterm labour. Drugs. https://doi.org/10.2165/00003495-200464040-00003
Torna in alto