Calcolare l'indice glicemico: come e perché?

Il calcolo dell'indice glicemico (IG) è utile per i diabetici, ma anche in altri casi, tra cui l'ipoglicemia. In cosa consiste? Come si calcola? Ne parliamo in questo articolo.
Calcolare l'indice glicemico: come e perché?

Ultimo aggiornamento: 24 agosto, 2022

L’indice glicemico (IG) è un parametro che ha acquisito un’estrema importanza negli ultimi anni, soprattutto per i soggetti diabetici. In alcuni casi, dunque, è fondamentale saper calcolare l’indice glicemico.

Tale parametro misura la capacità di un alimento di aumentare la glicemia dopo il pasto. La glicemia è la quantità di glucosio presente nel sangue, prodotta dalla digestione dei carboidrati contenuti negli alimenti.

È stato introdotto circa 30 anni fa, con l’intenzione di classificare gli alimenti in base alla velocità con cui aumentano la glicemia. Tuttavia, la sua utilità non si limita solo al caso dei pazienti diabetici. In questo articolo vi spieghiamo tutto quello che c’è da sapere al riguardo e come calcolare l’indice glicemico.

Cos’è l’indice glicemico (IG)?

Indice glicemico degli alimenti
L’indice glicemico è un parametro con il quale è possibile stabilire la capacità di un alimento di aumentare i livelli di glucosio nel sangue dopo il pasto.

Per poter comprendere correttamente l’importanza dell’indice glicemico, faremo prima una breve ripasso del diabete e della sua rilevanza riguardo a questa patologia. Il diabete è una malattia nella quale i livelli di glucosio nel sangue (glicemia) risultano estremamente alti. Ciò si verifica in quanto il corpo non produce insulina o non riesce a usarla correttamente. L’insulina consente al glucosio di penetrare nelle cellule.

L’eccesso di glucosio nel sangue può causare nel tempo svariati danni all’organismo. Diversi studi mettono in relazione il diabete con le patologie cardiache, oculari e renali, tra le altre.

In risposta a questo problema, è nato il parametro dell’indice glicemico. L’obiettivo era quello di misurare i livelli di glucosio nel sangue dopo l’assunzione dei diversi alimenti. In questo modo, diventava possibile scegliere i cibi più adatti in base al proprio stato di salute.

Per esempio, un soggetto diabetico necessita di alimenti che contengono un minore indice glicemico. Tuttavia, quando una persona entra in ipoglicemia (condizione in cui la glicemia è molto bassa e che mette a rischio la vita del soggetto) ha bisogno di consumare alimenti con un indice glicemico più alto.

Come calcolare l’indice glicemico?

Possiamo affermare che l’indice glicemico è un’espressione numerica della variazione della glicemia dopo l’ingestione di un determinato alimento. In realtà, si tratta di un semplice test di laboratorio. Attualmente, esistono numerosi misuratori che consentono di calcolare l’indice glicemico.

Permette di conoscere la velocità con la quale i carboidrati presenti nei cibi passano nel sangue sotto forma di glucosio. L’IG si misura su una scala compresa tra 0 e 110. Nel seguente modo:

  • Da 0 a 55 è basso.
  • Tra 56 e 69 il valore è medio.
  • Da 70 a 110 è alto.

Più è alto il valore, maggiore è la velocità con la quale aumenta il glucosio nel sangue. Nel caso dei diabetici, tale picco andrebbe evitato. Per tale ragione, l’IG è utile per pianificare i pasti.

Come varia l’IG?

Frullati sani
L’indice glicemico degli alimenti varia in funzione di alcuni fattori come l’elaborazione o la modalità di consumo. In tal senso, per esempio, il succo di frutta ha un indice glicemico più alto della frutta allo stato naturale.

Come già accennato, questo parametro può aiutarci a pianificare i nostri pasti. Tuttavia, esistono molti altri fattori in gioco, come il carico glicemico. Risulta indispensabile, pertanto, consultare uno specialista prima di iniziare una dieta.

L’indice glicemico di uno stesso alimento, inoltre, varia in funzione di determinati aspetti. Per esempio, nel caso di frutta e verdura, tale parametro aumenta sensibilmente quando sono mature.

Analogamente, influisce anche l’elaborazione dei cibi e la modalità di consumo. Il succo di frutta ha un IG più alto rispetto al frutto da cui è ottenuto. È interessante notare che anche il modo in cui è cotto il pane può influenzare questo parametro. E ancora, il tempo di cottura della pasta può determinare un indice più o meno alto. La pasta al dente ha un indice inferiore rispetto a quello di una cottura lunga.

In conclusione

Calcolare l’indice glicemico è utile in determinate situazioni, come nel caso dei diabetici, in quanto consente loro di tenere relativamente sotto controllo i picchi di glucosio nel sangue dopo i pasti.

Alcuni degli alimenti più consigliati sono i legumi, le verdure e la maggior parte della frutta. Le fibre tendono infatti a ridurre l’indice glicemico di un alimento.

D’altro canto, può esserci utile per aiutare una persona che soffre di ipoglicemia. La scelta di un alimento con un indice alto è fondamentale per migliorare tale condizione.

Tuttavia, la cosa più opportuna da fare è consultare un medico o un nutrizionista per ottenere maggiori informazioni sull’argomento prima di apportare delle modifiche alla propria alimentazione.


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