Il candesartan è un farmaco somministrabile per via orale per regolare la pressione arteriosa nei soggetti ipertesi. Appartiene alla famiglia degli antagonisti dei recettori di angiotensina II, noti anche con il nome di ARB-II.
Questi farmaci vengono utilizzati nel caso in cui il paziente non tolleri il trattamento con gli ACE-inibitori o inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina. La terapia a base di ACE-inibitori di solito provoca tosse secca o angioedema. In questi casi si passa al trattamento con gli ARB-II.
D’altra parte, il candesartan è un metabolita attivo del profarmaco candesartan cilexetil, da somministrare per via orale. A seguito di una serie di reazioni chimiche, si trasforma in principio attivo, responsabile del meccanismo d’azione.
Candesartan per il trattamento di ipertensione e insufficienza cardiaca
Anche se questo farmaco è impiegato soprattutto nel trattamento dell’ipertensione, viene somministrato anche ai pazienti affetti da insufficienza cardiaca.
A questo proposito, i risultati dello studio CHARM, condotto nel 2000, hanno dimostrato l’efficacia clinica del candesartan nella riduzione di morbilità e mortalità quando somministrato per trattare l’insufficienza cardiaca.
Ecco che, mentre gli ACE-inibitori non vengono ancora considerati una terapia di elezione per l’insufficienza cardiaca, il candesartan risulta utile ed efficace. Vediamo più in dettaglio le due patologie citate.
Cos’è l’ipertensione?
L’ipertensione arteriosa è una malattia che si manifesta con un innalzamento dei livelli della pressione sanguigna in modo prolungato e costante. Nello specifico, la pressione arteriosa sistolica deve essere pari o superiore a 140 mmHg e la tensione arteriosa diastolica deve superare i 90 mmHg.
Ci riferiamo alla pressione che il cuore esercita sulle arterie per indurle a pompare sangue in direzione dei vari organi del corpo. L’innalzamento della stessa avviene quando il cuore si contrae; viceversa si verifica un abbassamento quando quest’organo si rilassa.
D’altra parte, è importante conoscere la cosiddetta ipertensione arteriosa secondaria, conseguenza di altre malattie organiche, solitamente di origine renale o endocrina.
L’ipertensione arteriosa è oggi una delle patologie più comuni nei Paesi industrializzati. La si considera uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo di patologie cardiovascolari quali:
- Insufficienza cardiaca.
- Malattie renali e cerebrali.
- Disturbi oculari.
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E l’insufficienza cardiaca?
Questa malattia è conseguenza di uno squilibrio tra la capacità del cuore di pompare sangue e le esigenze dell’organismo. Può scatenarsi per diversi motivi. Tra questi:
- Malattie del cuore: cardiopatia ischemica o valvulopatie.
- Insufficienza cardiaca dovuta a una maggiore richiesta di apporto: alcune patologie, come l’anemia, infezioni diffuse nel corpo o le malattie della tiroide possono stimolare una maggiore richiesta di sangue. Ciò rende un cuore sano incapace di soddisfare la richiesta di sangue.
D’altra parte, l’ipertensione può manifestarsi con diversi sintomi oppure essere asintomatica per lungo tempo. Quando compaiono, i sintomi più comuni sono:
- Stanchezza.
- Difficoltà respiratorie.
- Sensazione di pesantezza dello stomaco.
- Senso di nausea, confusione o mente annebbiata.
- Ritenzione idrica.
Quali sono gli effetti del candesartan sull’organismo?
Questo farmaco inibisce i recettori AT1 dell’angiotensina II. Quest’ultima è una molecola proteica, nonché principale peptide del sistema renina-angiotensina. Tra i vari processi fisiologici, questo sistema regola la pressione sanguigna.
Attraverso una serie di reazioni biochimiche, l’angiotensina II aumenta la pressione arteriosa. È dunque possibile evitare ciò tramite il l’assunzione del candesartan in quanto antagonizza i recettori a cui si lega l’angiotensina.
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Conclusioni
Il candesartan è un farmaco indicato principalmente per regolare l’ipertensione arteriosa. Per riuscire a svolgere questa funzione, antagonizza i recettori dell’angiotensina II, una molecola proteica che aumenta la pressione arteriosa.
Si tratta di un farmaco soggetto a prescrizione medica, per cui l’automedicazione è sempre sconsigliata. Comunicate al medico l’eventuale assunzione di un altro farmaco, poiché potrebbero interagire tra loro. Ma soprattutto, seguite sempre le indicazioni del medico.
Bibliografia
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