Il bullismo è uno dei problemi più comuni in ogni scuola. Per questo motivo, bisogna fare attenzione ai segnali che potrebbero indicarci che nostro figlio è vittima di bullismo. Il bullismo è un comportamento di umiliazione, maltrattamento psicologico o fisico che si produce tra gli studenti in maniera continuativa.
Sfortunatamente, questi comportamenti sono sempre più frequenti e si presentano già dai primi anni di scuola, quando i bambini hanno tra i 3 e i 6 anni.
Proprio per questo è davvero importante prevenirli e saper riconoscere i principali sintomi di chi subisce bullismo, visto che spesso passano completamente inosservati. Questo succede spesso perché la vittima prova vergogna o senso di colpa per ciò che sta affrontando e mostra remore quando si tratta di chiedere aiuto.
Come capire si nostro figlio è vittima di bullismo?
È fondamentale, sin da tenera età, educare i nostri figli a valori come il rispetto, l’amicizia, la fiducia e a non rispondere in maniera aggressiva se qualcuno li aggredisce.
Devono capire che possono parlare di qualsiasi problema ed esprimere i loro sentimenti, dubbi o paure con i genitori, i fratelli o i familiari. Devono capire che, in famiglia, troveranno sempre sostegno. Se non comunichiamo in maniera corretta con nostro figlio, non potremo renderci conto se è vittima di bullismo a scuola.
I bambini possono avere paura e non osare raccontarlo a casa o provare vergogna. I grandi, inoltre, devono osservare certe condotte o comportamenti che potrebbero indicare che qualcosa non va, a scuola o con gli amici.
Leggete anche: Vittima di bullismo: 5 indizi
Condotte di un bambino che potrebbero indicare che è vittima di bullismo
1. Non vuole andare a scuola
Solitamente i bambini inventano un malessere per non andare a scuola ma, quando vengono portati dal medico, si trovano in perfetta salute.
Dovete incoraggiarli a dire la verità, infondergli fiducia affinché possano esprimere a voce ciò che li fa stare male o perché non vogliono andare a scuola. Il punto è instillare fiducia, in modo che si esprimano verbalmente su cosa è che li fa stare male.
2. Cambiamenti di comportamento
- Sono cambiamenti che si verificano lentamente e che influiscono poco a poco sulla loro personalità. Iniziano a non voler parlare con gli amici di sempre né con la famiglia, quando prima erano bambini estroversi.
- Diventano nervosi quando devono andare a scuola, iniziano a presentare sbalzi d’umore e a essere tristi.
Leggete anche: Sindrome del bambino scosso: che cos’è?.
3. A volte possono soffrire di scatti d’ira, violenza o essere molto irritabili
Tra gli adolescenti è difficile riconoscere questi comportamenti e notarli come campanelli d’allarme, poiché in questa fase vitale sono molto frequenti. Ciononostante, dobbiamo fare attenzione nel caso in cui a scatenarli fosse il bullismo.
4. Perdono materiale scolastico o vestiti
Iniziano a perdere materiale scolastico oppure oggetti personali. I bulli utilizzano spesso questi metodi per impaurire le loro vittime.
5. Iniziano a chiedere soldi
Il ricatto è un comportamento tipico dei bulli. Se il bambino chiede denaro per spese che non sa giustificare o che non hanno nulla ache fare con le sue abitudini di consumo, allora sta cedendo alla pressione del bullo.
6. Sintomi psicosomatici
Esperti in violenza psicologica e bullismo affermano che il più delle volte la violenza che soffrono i bambini a scuola è di tipo psicologico.
Il bambino può presentare diversi sintomi fisici e psicologici. Tra i più frequenti troviamo:
- Malessere al risveglio;
- Nausea e mal di testa;
- Disturbi del sonno.
- Tremolio e palpitazioni;
- Problemi digestivi e disturbi alimentari;
Leggete anche: 7 sintomi dello stress da non sottovalutare
7. Cambiamenti nel rendimento scolastico
I bambini possono iniziare anche a disinteressarsi per lo studio, soffrire di mancanza di concentrazione e attenzione.
Segnali che indicano che il bullo è nostro figlio
Può anche darsi che sia nostro figlio il bullo nei confronti dei suoi compagni. A questo punto, prestate attenzione agli indicatori che in genere manifestano i bambini che bullizzano gli altri, in modo da intervenire a seconda della circostanza.
Questi segnali sono:
- Il bambino o adolescente di solito è coinvolto in aggressioni fisiche o verbali.
- Notate che è amico di bulli.
- Riceve diverse note a scuola.
- Arriva a casa con soldi extra o con oggetti che non possedeva; non sa rispondere quando gli chiediamo da dove provengono.
- Incolpa gli altri dei propri errori o problemi.
- Si mostra competitivo e, di solito, si preoccupa per la propria reputazione e popolarità tra i suoi pari.
- Non si assume la responsabilità delle proprie azioni.
Quale atteggiamento devono assumere i genitori?
Se ci accorgiamo che nostro figlio è vittima di bullismo o di qualche tipo di molestia, la prima cosa da fare è non incolpare il bambino né noi come genitori.
- Che si sia presentato questo problema non significa che siamo cattivi genitori. Il bambino deve avvertire fiducia e sicurezza in casa, e deve godere di un clima positivo.
- Il bambino deve capire che non è solo e che può sempre chiedere aiuto, perché verrà ascoltato.
- Se vi è accorgete che è vittima di bullismo, dovete mantenere la calma. Non mostratevi preoccupati. Il bambino deve vedere in noi determinazione, positivismo e un carattere forte.
- È importante recarsi a scuola e parlare con un responsabile. Ci aiuterà a trovare un professionista che ci spiegherà come risolvere il problema.
- Bisogna mantenere una relazione di comunicazione con la scuola per poter contare sul suo sostegno e, tramite la mutua collaborazione, aiutare i bambini ed educarli alla non violenza.
- Bisogna fare leva sulla tolleranza, sull’amicizia e sul rispetto mutuo affinché i bambini diventino adulti responsabili e liberi.
- La casa è la principale fonte di amore ed educazione per i bambini. È in essa che imparano i valori e i comportamenti.
Dobbiamo essere coscienti di questo ed evitare gli affronti, come l’aggressione fisica e verbale, affinché i bambini non li imitino.
I professioni nei casi di bullismo
Il bullismo necessita un’attenzione da parte del corpo docenti e del sistema scuola, un impegno assoluto per quanto riguarda il ruolo degli educatori che va oltre i fatti che succedono dentro la scuola o sui quali non c’è chiarezza.
La loro sensibilità e autorevolezza saranno messe alla prova per connettere gli alunni in un clima di fiducia che permetta di individuare e dare visibilità a segnali e contesti di bullismo e violenza.
La realtà oggi si complica quando compare il cyberbullismo in tutte le sue terribili varianti; il grooming, l’happy slapping o il dating violence, tra le varie forme.
Sembra fondamentale poter contare su strumenti e risorse a portata di mano per intervenire in una situazione di bullismo e, in particolare, è necessario contare su un protocollo che permetta di procedere nel quadro di strategie di apprendimento. Quel protocollo deve contemplare la partecipazione della famiglia e della comunità nei processi di prevenzione, dialogo e mediazione.
Infine, è di vitale importanza capire che il bullismo non si risolve da sé. Anzi, senza un intervento adatto di tutti gli attori coinvolti sfocerà in problemi più grandi, persino in conseguenze fatali per la vittima.
Bibliografia
Tutte le fonti citate sono state attentamente esaminate dal nostro team per garantirne la qualità, affidabilità, rilevanza e validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.
- Calderón Guerrero, G. (2020). El acoso escolar, la acción docente y la responsabilidad de la escuela. Andamios, 17(43), 345-366. http://www.scielo.org.mx/scielo.php?pid=S1870-00632020000200345&script=sci_arttext_plus&tlng=es
- Dirección General de Familia y Menor. (2007). Atención al maltrato infantil desde el ámbito educativo (Manual para el profesional). Murcia: Consejería de Política Social, Mujer e Inmigración.
- Moreno, R. M. E., Giménez, M. B., & Ruiz, S. Á. (2021). Elaboración de un cuestionario para identificar la formación del profesorado en relación con el bullying. Revista Internacional de apoyo a la inclusión, logopedia, sociedad y multiculturalidad, 7(2), 36-52. https://dialnet.unirioja.es/servlet/articulo?codigo=7973676
- Piñuel, I., y Oñate, A. (2007). Mobbing escolar: Violencia y acoso psicológico contra los niños. Madrid: CEAC.
- Sanmartín, J. (2007). “Violencia y acoso escolar”, Mente y Cerebro, 26: 12-19.