Conseguenze dell’alcol sulla salute dentale

Quanto alcol è da considerare troppo quando si parla di salute dei denti? Dalle patologie gravi come il cancro del cavo orale all'innocua alitosi, il consumo di alcol è sempre negativo.

Conseguenze dell'alcol sulla salute dentale

L’alcol è la seconda droga più consumata in diversi paesi e le sue conseguenze sono estremamente dannose per la salute dentale. Ciò significa che dobbiamo prestare attenzione non solo all’alcolismo in quanto tale, ma anche all’uso ricreativo che superi i limiti di sicurezza.

Essendo una sostanza comune, il suo consumo negli ambienti ricreativi è generalmente accettato. Quello che pochi sanno è che, nel tempo, l’alcol influisce sulla salute dei denti.

Cancro della cavità orale, carie, malattia parodontale, lichen planus orale, alitosi, usura superficiale e ingiallimento sono solo alcuni dei disturbi legati all’alcolismo. Ma non bisogna dimenticare il trauma maxillo-facciale.

Quanto alcol è da ritenere pericoloso per la salute dentale?

La quantità di alcol che si può bere in un giorno o in una settimana per restare entro limiti accettabili è un tema di forte dibattito scientifico. C’è chi fa appello all’astinenza completa, poiché ritiene che sia dannoso anche a piccole dosi.

Tuttavia, secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC), il limite di sicurezza è di 1 drink al giorno per le donne e fino a 2 per gli uomini. L’ente britannico Chief Medical Officer non è d’accordo, e stabilisce che uomini e donne debbano rientrare nello stesso limite di sicurezza.

Qual è il limite? Questo è il motivo per cui sono state sviluppate le misure unitarie. Un’unità di alcol corrisponde a 10 millilitri di sostanza pura o 8 grammi di essa. Per esempio:

  • Un normale bicchiere di vino ha più di 2 unità.
  • Una bottiglia di vino ha 10 unità.
  • Una pinta di birra ha le stesse unità di un normale bicchiere di vino.

Il consiglio è di non superare le 14 unità di alcol a settimana per rientrare negli intervalli accettabili. Tuttavia è inteso che anche una singola unità è sufficiente a fare qualche danno. Le donne in gravidanza, ovviamente, hanno l’indicazione di 0 unità.

Quando si superano le 14 unità a settimana, esiste un moderato rischio di danni da alcol, sia nella salute dei denti che nel resto degli organi. Se si superano le 35 unità settimanali, allora siamo di fronte a un quadro di dipendenza dalle conseguenze molto gravi, al punto da mettere a rischio la vita.

Relazione tra alcol e malattie del cavo orale

Abbiamo detto che l’alcol è negativo per la salute dei denti e ammettiamo che qualsiasi quantità sia sufficiente a causare danni. Una persona con dipendenza sarà più a rischio, ma non è escluso da conseguenze chi ne fa un uso sociale e ricreativo.

Come vedremo in questo elenco, dalle patologie gravi come il cancro del cavo orale all’innocua alitosi, l’alcol è sempre negativo.

Alcolismo.
L’alcolismo è una situazione estremamente grave: non può essere affrontata in modo superficiale e richiede una terapia multidisciplinare.

Cancro della cavità orale

Il cancro del cavo orale è una delle tante patologie oncologiche che hanno l’alcol come fattore di rischio. Si potrebbe citare anche il cancro del fegato e del colon, per esempio.

I dati stabiliscono che fino a un terzo dei tumori del cavo orale e della faringe sono legati all’alcolismo. In altre parole, le persone che superano i limiti delle unità considerate a basso rischio aumentano le possibilità di ammalarsi di cancro.

Il motivo per cui ciò accade ha a che fare con l’aggressività della sostanza sulle mucose della bocca. Sebbene non sia del tutto chiaro il motivo per cui l’alcol danneggi le cellule, viene paragonato all’effetto del fumo.

Sia il tabacco che l’alcol aumentano i radicali liberi presenti nei tessuti. Queste specie reattive dell’ossigeno sono in grado di bloccare i meccanismi che le cellule hanno per guarire e limitare la proliferazione. Senza questa barriera di controllo, la crescita incontrollata provoca un tumore.

Tra le lesioni cancerose sospette citiamo:

  • Afte o ulcere nella mucosa della bocca che non guariscono completamente dopo una settimana. Cioè, diventano croniche.
  • Nodulo nella cavità orale che non è spiegato da un’altra patologia comune.
  • Macchie sulle mucose che crescono nel tempo o che non scompaiono.

Leggete anche: Tumore alla bocca: sintomi, fattori di rischio e prevenzione

Carie

È stato riscontrato che gli alcolisti presentano più carie rispetto al resto della popolazione. Non è chiaro il perché. Sebbene apparentemente esiste una relazione diretta, in realtà sono numerosi i fattori di rischio delle patologie orali nella vita di una persona che soffre di questa dipendenza. Una cattiva alimentazione e la mancanza di igiene dentale, così come la disidratazione, sono elementi che aumentano le possibilità.

Un’altra spiegazione è che l’alcol riduce la produzione di saliva da parte delle ghiandole salivari e il pH della saliva diminuisce.

Se a questo aggiungiamo l’abitudine di alcuni consumatori di mescolare l’alcol con altre bevande energetiche gassate o zuccherate, abbiamo un terreno fertile per le carie. Lo zucchero aggiunto è un chiaro fattore di rischio per chiunque.

L’alcol ha anche la capacità di aumentare l’adesione dei batteri ai denti e di modificare il microbiota orale, un ecosistema molto suscettibile all’aggressione. Sappiamo che l’intero apparato digerente dipende nel suo processo di salute-malattia dalla corretta convivenza con alcuni microrganismi. La bocca non fa eccezione.

Malattia parodontale

La malattia parodontale è la patologia che colpisce i tessuti di sostegno dei denti. L’evidenza scientifica è chiara nell’associare il consumo di alcol a questo problema.

Anche in questo caso, come per le carie, si presume che ci siano altri fattori in gioco nelle persone che bevono molto, come la scarsa igiene dentale. In ogni caso, il sanguinamento gengivale o gengivite è più frequente in chi beve più unità settimanali di alcol, anche se non supera i limiti ritenuti sicuri.

Il meccanismo che spiega l’associazione è complesso. L’alcol è in grado di modificare la risposta immunitaria. In altre parole, indebolisce l’organismo e riduce la capacità di reagire agli agenti microbici esterni. Allo stesso tempo, la guarigione è più lenta.

La parodontite potrebbe manifestarsi a causa della ridotta capacità di reagire ai batteri che si depositano nei solchi o nelle tasche intorno ai denti. Nel tempo, la malattia parodontale insorge ed è difficile fermare la perdita dei denti.

Leggete anche: Combattere la gengivite: rimedi naturali

Lichen planus orale

Il lichen planus orale è un’infiammazione della mucosa della bocca con una frequenza inferiore al 2% nella popolazione. Sebbene la sua eziologia non sia chiara, come per molte altre patologie, l’alcol viene identificato come fattore di rischio.

In teoria, si tratta di una malattia autoimmune. Il corpo stesso attacca la mucosa e genera le lesioni. Questo inizierebbe, tuttavia, da un’aggressione meccanica (come una ferita), chimica (come l’alcol) o biologica (placca batterica).

A volte di colore bianco, altre volte rosso, non è raro che si sviluppi una superinfezione batterica sulla lesione, il che complica l’evoluzione.

Può causare dolore, bruciore e fastidio alla bocca. Il trattamento sintomatico è relativamente semplice, con l’uso di corticosteroidi locali o orali. Tuttavia, alcuni farmaci sistemici possono essere necessari in caso di esacerbazione con molti sintomi. Deve essere controllato regolarmente per la sua associazione con il cancro del cavo orale.

Alitosi

L’alitosi è l’odore cattivo dell’alito percepito dalla persona stessa. Quando una terza persona lo percepisce, si considera il sintomo come oggettivo, ma è comunque un segno di difficile definizione.

L’alcol e il tabacco sono due sostanze responsabili dell’alitosi. Molte volte questo sintomo è incluso nei parametri clinici per sospettare l’alcolismo anche se, come dicevamo, è solo un’indicazione. Altre cause di alitosi sono organiche e rispondono a malattie sistemiche.

Il motivo dell’alitosi da alcol è dovuto ad una combinazione di fattori, al di là dell’odore della bevanda stessa. Abbiamo già detto che il consumo della sostanza riduce la produzione di saliva, quindi la bocca  viene privata di questo meccanismo di autopulizia.

In questi casi specifici il trattamento sarà l’astensione dal bere. In ogni caso, sembra più facile a dirsi che a farsi. L’approccio alle dipendenze è multidisciplinare. Nei consumi leggeri è più semplice proporre la sostituzione delle bevande.

L’alitosi dovuta al consumo di alcol è legata all’odore della bevanda stessa e alla riduzione nella produzione di saliva.

Usura e ingiallimento

Tra le conseguenze estetiche dell’alcol sulla salute dentale abbiamo l’ingiallimento. Tuttavia, questo non accade con tutte le bevande.

In teoria, il vino rosso è il principale colorante dei denti, anche se in misura molto minore, ad esempio, del tabacco. Ciò si spiega con le sostanze cromogene presenti nella bevanda che aderiscono alle dentature con una maggiore quantità di placca batterica.

Se l’usura dello smalto da consumo di bevande gassate è ben documentata, sono minori le prove della relazione tra alcol e questo effetto. In ogni caso, alcune indicazioni mostrano che l’acidità che si genera in bocca a causa dell’abbassamento del pH favorisce la perdita di tessuto nei denti.

L’usura dello smalto ha anche altre conseguenze. A lungo termine, i pazienti con questo problema hanno una maggiore prevalenza di carie.

Traumi maxillo-facciali

L’alcolismo è un problema sociale. Un consumo eccessivo che altera i riflessi favorisce l’aumento degli incidenti stradali. Aumentano anche le liti tra i gruppi di popolazione che fanno un consumo elevato di alcol.

In questo senso, i traumi mascellari e facciali influiscono sulla salute dei denti. Anche se indirettamente, è un altro effetto che va considerato e che rappresenta un grande onere per il sistema sanitario.

Quasi la metà dei traumi facciali avvenuti su strada è legata ad un consumo eccessivo di alcol da parte di uno dei soggetti coinvolti. E se si subisce un trauma al viso, allora si corre il rischio di rottura e perdita completa dei denti.

Conseguenze dell’alcol sulla salute dentale: il ruolo del dentista

Le conseguenze dell’alcol sulla salute dentale sono campo d’interesse per i professionisti della salute orale. Si potrebbe pensare che il dentista non abbia alcuna interferenza in una dipendenza di questo tipo, ma in realtà ha un ruolo importante.

Le ricerche scientifiche al riguardo mostrano che il semplice consiglio di smettere di bere alcolici, in sede di visita di controllo, può essere sufficiente. Non è necessario insistere molto, ma è importante sottolinearlo in modo che il paziente ne sia consapevole.

Il dentista ha spesso il privilegio di interagire con il consumatore di alcol ancora prima del medico. Ebbene, a volte la visita volta alla diagnosi dei disturbi della cavità orale precede altri interventi.

In ogni caso, la responsabilità ultima è nostra. Se dopo aver letto questo articolo ritenete di consumare più unità del limite raccomandato o notate cambiamenti di salute che potrebbero corrispondere all’abuso di alcol, cercate un aiuto medico.

Negli operatori sanitari troverete ascolto e consigli utili per ridurre il consumo. In questo modo saranno minori le conseguenze dell’alcol sulla salute dentale.

Bibliografia

Tutte le fonti citate sono state attentamente esaminate dal nostro team per garantirne la qualità, affidabilità, rilevanza e validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.

  • Boffetta, P., Hashibe, M., La Vecchia, C., Zatonski, W., & Rehm, J. (2006). The burden of cancer attributable to alcohol drinking. international Journal of Cancer119(4), 884-887.
  • Jansson, L. (2008). Association between alcohol consumption and dental health. Journal of clinical periodontology35(5), 379-384.
  • Fan, X., Peters, B. A., Jacobs, E. J., Gapstur, S. M., Purdue, M. P., Freedman, N. D., … & Ahn, J. (2018). Drinking alcohol is associated with variation in the human oral microbiome in a large study of American adults. Microbiome6(1), 1-15.
  • Tezal, M., Grossi, S. G., Ho, A. W., & Genco, R. J. (2001). The effect of alcohol consumption on periodontal disease. Journal of Periodontology72(2), 183-189.
  • Lages, E. J., Costa, F. O., Cortelli, S. C., Cortelli, J. R., Cota, L. O., Cyrino, R. M., … & Gomez, R. S. (2015). Alcohol consumption and periodontitis: quantification of periodontal pathogens and cytokines. Journal of periodontology86(9), 1058-1068.
  • Bermejo-Fenoll, A., & López-Jornet, P. (2004). Liquen plano oral: Naturaleza, aspectos clínicos y tratamiento. RCOE9(4), 395-408.
  • Suzuki, N., Yoneda, M., Naito, T., Iwamoto, T., Yamada, K., Hisama, K., … & Hirofuji, T. (2009). The relationship between alcohol consumption and oral malodour. International dental journal59(1), 31-34.
  • Contreras-Cortés, C. P., Capetillo-Hernández, G. R., Torres-Capetillo, E. G., Tiburcio-Morteo, L., Ochoa-Martínez, R. E., Cousillas-García, A., & Lecourtois-Amézquita, M. G. (2021). Erosive effect caused by carbonated, alcoholic and rehydrating beverages to dental enamel. Revista Mexicana de Medicina Forense y Ciencias de la Salud5(S3), 153-156.
  • Hutchison, I. L., Magennis, P., Shepherd, J. P., & Brown, A. E. (1998). The BAOMS United Kingdom survey of facial injuries part 1: aetiology and the association with alcohol consumption. British journal of oral and maxillofacial surgery36(1), 3-13.
  • Kaner, E. F., Beyer, F. R., Muirhead, C., Campbell, F., Pienaar, E. D., Bertholet, N., … & Burnand, B. (2018). Effectiveness of brief alcohol interventions in primary care populations. Cochrane database of systematic reviews, (2).
Torna in alto