Cos’è l’omofobia interiorizzata?

L'omofobia interiorizzata consiste in tutti quegli atti omofobici che vengono praticati tra i membri di una comunità. Scoprite di più in questo articolo.

Cos'è l'omofobia interiorizzata?

Secondo il dizionario dell’American Psychological Association (APA), l’omofobia interiorizzata è la paura, il pregiudizio o la rabbia nei confronti dell’omosessualità. Di conseguenza si generano episodi di discriminazione e violenza. Sebbene si parli molto di omofobia nei confronti della società, raramente si fa riferimento all’omofobia interiorizzata.

L’omofobia interiorizzata è un concetto utilizzato da un paio d’anni per descrivere atti di omofobia che si verificano tra persone che fanno parte della comunità. Cioè, tra gay, lesbiche, persone gender fluid e altri. Sebbene si possa manifestare verso gli altri, può essere fatto anche verso se stessi. Ne parliamo in questo articolo.

Caratteristiche dell’omofobia interiorizzata

È probabile che molti lettori trovino paradossale che ci siano atti di omofobia tra coloro che fanno parte della stessa comunità omosessuale. Chi lo fa difficilmente se ne rende conto, quindi è un problema che spesso si cerca di nascondere.

In ogni caso, l’omofobia interiorizzata consiste in tutti quegli atti consci e inconsci che un membro della comunità LGTB+ pratica contro se stesso e contro gli altri membri. Sebbene ogni caso sia diverso, la maggior parte degli episodi di questo tipo si sviluppa a causa di pregiudizi nati durante l’infanzia o l’adolescenza.

In linea di massima, l’omofobia interiorizzata non differisce dall’omofobia praticata da coloro che non si identificano all’interno della comunità. Spesso si tratta di atti discriminatori giustificati dall’intolleranza e dall’aspetto fisico, che non di rado possono scaturire in episodi di violenza. Per fare un esempio, un atto di omofobia interiorizzata è il rifiuto di un omosessuale nei confronti di un altro perché non lo considera abbastanza virile.

Ci sono molte teorie sul motivo per cui si manifesta questo comportamento. In linea di massima, si tratta di un’ulteriore manifestazione di pregiudizio, rifiuto e stigma all’interno della società.

All’interno di una società, infatti, l’influenza dei genitori, della religione, degli amici o delle ideologie può affondare le sue radici così profondamente da generare rifiuto persino all’interno della propria comunità.

Omofobia interiorizzata nella comunità LGTB+
L’omofobia interiorizzata all’interno della comunità LGTB+ è una realtà spesso sconosciuta.

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Conseguenze dell’omofobia interiorizzata

Come ci si potrebbe aspettare, le conseguenze dell’omofobia interiorizzata non passano inosservate. Queste colpiscono sia la persona in questione che chi gli sta intorno. Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Counseling Psychology nel 2009, l’omofobia interiorizzata è un ostacolo allo sviluppo di una relazione tra gay, lesbiche e bisessuali.

Ad esempio, coloro che sviluppano questo atteggiamento si vergognano di mostrare la loro relazione in pubblico, manifestare determinati comportamenti e persino avere una vita sessuale attiva. A questo proposito, una ricerca pubblicata nel 2016 su European Psychiatry sottolinea che questi episodi sono degli ostacoli verso il raggiungimento di una vita sessuale sana. Pensate che possono persino anche anticipare dei quadri di depressione.

Ma c’è di più. Uno studio pubblicato sull’International Journal for Equity in Health nel 2017 ha rilevato che chi manifesta atteggiamenti di questo tipo tende anche a nascondere la propria identità sessuale e a sviluppare un certo disagio psicologico. L’evidenza indica anche che la somma di tutto quanto sopra è un ostacolo quando si tratta di trovare un partner.

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L’omofobia interiorizzata può essere misurata?

Anche se numerosi esperti e ricercatori hanno progettato delle scale per misurare l’omofobia interiorizzata, la verità è che non sempre è possibile misurare questi comportamenti.

Vediamo alcuni esempi di come possono manifestarsi:

  • Interazione ridotta con il partner in pubblico.
  • Inclinazione e attrazione nei confronti di profili molto maschili o molto femminili (ovvero, persone che sembrano a tutti gli effetti eterosessuali).
  • Negazione di fronte ad espliciti episodi di omofobia (sia propri che di altri).
  • Sentimenti di vergogna verso la propria inclinazione sessuale.
  • Repulsione verso coloro che sono più aperti riguardo alle loro inclinazioni sessuali o romantiche.
  • Tendenza a mantenere segrete le proprie relazioni, evitando di parlarne con amici, familiari o colleghi.

Insomma, qualsiasi atto di intolleranza o discriminazione verso la propria comunità o verso se stessi può essere classificato come omofobia interiorizzata. Questa spesso porta a pratiche sessuali non sicure, abuso di alcol e droghe e persino a comportamenti violenti.

Depressione dovuta all'omofobia interiorizzata.
L’omofobia interiorizzata può portare ad ansia e depressione, con gravi conseguenze per la salute.

Cosa si può fare per evitarla?

Come abbiamo detto, l’omofobia interiorizzata è un problema reale che colpisce chi la pratica, chi gli sta intorno e la società in generale. Poiché molti casi si sviluppano a causa di pregiudizi o esperienze che provengono dall’infanzia e dall’adolescenza, la terapia psicologica è sicuramente l’alternativa più efficace.

Un altro fattore scatenante sono i dubbi, le insicurezze e le paure intorno alla propria inclinazione sessuale. Pertanto, l’omofobia interiorizzata si manifesterà maggiormente nei confronti degli altri membri della comunità. In ogni caso, la terapia può essere di grande aiuto per affrontarla e superarla.

A questo proposito, le persone che si identificano come lesbiche, gay o gender fluid possono essere di grande aiuto. Conoscere la loro esperienza in prima persona è fondamentale per comprendere e superare questo stigma della società.

Inoltre, vi consigliamo di:

  • Evitare di fare battute sugli omosessuali.
  • Essere aperti nei confronti delle varie manifestazioni che fanno parte della comunità.
  • Evitare i giudizi negativi sugli omosessuali.
  • Imparare ad accettare se stessi, nel bene e nel male.
  • Comprendere il ruolo che la comunità gay ha svolto nel corso della storia, sia per quanto riguarda la discriminazione di cui è stata vittima per decenni, sia tutto ciò che ha fatto per ottenere maggiore libertà.
  • Accettare che alcuni commenti sono semplicemente inopportuni e che vanno evitati.
  • Condannare qualsiasi atto di omofobia.

Non è necessario identificarsi pienamente con il collettivo LGTB+. Rispettarlo, però, è il minimo che possiamo fare.

Considerando che ci vogliono anni per assimilare l’omosessualità interiorizzata, a volte ci vuole anche tempo per liberarsi di questi pregiudizi. Di certo, si tratta di un lavoro lento che richiede tutto il nostro impegno per ottenere i migliori risultati e continuare ad andare avanti.

Bibliografia

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