L’edema osseo è un processo infiammatorio che in genere colpisce la parte interna dell’osso, nota come osso trabecolare, ovvero la parte spugnosa all’interno delle ossa. Le cause vanno da traumi a malattie degenerative. È comune tra le persone che iniziano a praticare attività fisica molto intensa dopo periodi prolungati di sedentarietà.
Gli esperti spiegano che si tratta di una patologia comune nella pratica clinica di reumatologia in seguito al maggiore impiego e disponibilità delle risonanze magnetiche come esame diagnostico. È dunque diventato più facile individuare questo problema. Ma quali sono le sue caratteristiche?
Cos’è un edema osseo?
Le ossa sono formate da due tessuti diversi. Uno è l’osso corticale, formato da materiale duro e compatto che circonda l’involucro esterno dell’osso. L’altra è il cosiddetto osso trabecolare, un tessuto più spugnoso che costituisce la parte interna.
Non dimentichiamo che quest’ultima sezione ossea è attraversata da numerosi vasi sanguigni, dato che anche le ossa devono ricevere nutrimento. Secondo un articolo pubblicato dall’Università FASTA, Argentina, l’infiammazione si produce a causa dell’accumulo di liquidi all’interno dell’osso trabecolare.
Molte volte questo si verifica a causa della rottura dei vasi sanguigni, con conseguente sanguinamento all’interno dell’osso. Un’altra causa può essere l’accumulo di liquido infiammatorio a seguito di lesione. In entrambi i casi, l’edema osseo è una sorta di ematoma interno.
Questa condizione può interessare anche l’osso corticale, situazione tuttavia meno comune. Infine, si distingue tra due diversi tipi di edema ossea a seconda della sua reversibilità:
- Sindrome dell’edema osseo transitorio (SEOT): si tratta di uno stato infiammatorio reversibile, che si riduce grazie al trattamento e con il passare del tempo.
- Osteonecrosi: provoca la morte delle cellule che costituiscono l’osso (osteociti). È considerata una patologia irreversibile.
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Perché si verifica?
La maggior parte degli edema ossei si produce a seguito di lesioni e cadute, sforzo fisico intenso o eccessivo allenamento. Ciononostante, uno studio condotto dal reparto di Reumatologia della città di Elche, Spagna, afferma che in molti casi le cause non sono del tutto chiare.
Sebbene in genere il fattore scatenante sia un grave trauma, bisogna considerare la possibilità di una serie di microlesioni ripetute nell’arco di un certo periodo di tempo. Per esempio, durante una gara di 10 chilometri, il corridore colpirà il suolo all’incirca 8000 volte; ciò provocherà fratture della struttura ossea interna e dei muscoli e dei legamenti.
A ogni modo, l’esercizio fisico non è l’unico fattore scatenante; patologie come l’osteoartrite, la necrosi avascolare (ovvero assenza di irrorazione di sangue), l’osteoporosi e la sindrome dolorosa regionale complessa favoriscono questo stato infiammatorio. In altre parole, tutte quelle condizioni che deteriorano l’osso lo predispone alla frattura.
Sintomi dell’edema osseo
Le manifestazioni cliniche dell’edema osseo possono variare a seconda della gravità. Secondo le informazioni pubblicate sul portale Reumatología clínica, i principali sintomi sono:
- Dolore localizzato dell’osso interessato.
- Malessere determinato dallo sforzo dell’osso lesionato. Il dolore aumenta quando si fa attività fisica.
- In assenza di adeguate procedure di intervento, il dolore viene accusato anche a riposo.
- Nei casi più gravi, la persona può manifestare malessere durante le normali attività quotidiane, come camminare.
Per la loro natura, è facile intuire che gli edemi colpiscono più spesso le ginocchia, i metatarsi del piede e del calcagno. I sintomi variano anche in funzione dell’area interessata.
Diagnosi
Questa lesione non è rilevabile con una tradizionale radiografia, per cui diventa necessario eseguire una risonanza magnetica. Oltre a questo, studi scientifici evidenziano che alcune tecniche innovative possono essere molto valide.
Ne è un esempio la Tomografia Computerizzata a Due livelli energetici (DECT) – che ricostruisce l’immagine a partire della scomposizione dei materiali.
Qual è il trattamento indicato?
Secondo gli esperti in traumatologia, il trattamento dell’edema osseo consta di diverse fasi che illustriamo qui di seguito:
- Il riposo è fondamentale per una guarigione ottimale. Per trovare sollievo dai sintomi acuti, è fondamentale utilizzare le stampelle. Per almeno quattro settimane, sarà necessario ridurre il carico e gli sforzi.
- È possibile assumere diversi farmaci per calmare il dolore, come gli analgesici, bisfofonati, vitamine e altri integratori per aumentare la densità ossea; infine, può essere prescritto il principio attivo Iloprost per favorire la vasodilatazione.
- Dopo un’iniziale terapia farmacologica, si consiglia di affrontare la convalescenza con delle sedute di fisioterapia. La fase riabilitativa può includere magnetoterapia, termoterapia, rilassamento muscolare, attività acquatica e altre tecniche.
Nei casi più gravi può essere necessario un intervento chirurgico di decompressione spinale con perforazione multipla, note come forage, per drenare i liquidi accumulatisi nell’osso.
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Misure per prevenire l’edema osseo
Come recita un proverbio popolare: “meglio prevenire che curare”. Non bisogna spingere il corpo oltre i suoi limiti, e se si desidera realizzare attività fisica intensa, è importante sottoporsi alla supervisione di un personal trainer che valuti l’esecuzione dell’esercizio.
D’altra parte, in presenza di fastidi durante la deambulazione, la corsa o qualunque altra attività, è fondamentale rivolgersi al medico. Che si tratti di un edema osseo, di una frattura o di una distorsione, è necessaria un’opportuna diagnosi per intervenire in tempo e prevenire complicazioni.
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