Effetti degli omega 3 sul cervello

La letteratura scientifica ha individuato una relazione tra il consumo di acidi grassi omega 3 e la salute del cervello. In questo articolo vi parleremo dei loro benefici e delle fonti che li contengono.
Effetti degli omega 3 sul cervello
Saúl Sánchez Arias

Scritto e verificato il nutrizionista Saúl Sánchez Arias.

Ultimo aggiornamento: 24 agosto, 2022

Avete mai sentito parlare degli effetti degli omega 3 sul cervello? Gli omega 3 sono acidi grassi essenziali per il nostro organismo. Si trovano perlopiù nel pesce azzurro, nella frutta secca e negli oli vegetali, ma anche negli integratori.

Secondo il rapporto pubblicato sull’Annual Review of Food Science and Technology, un consumo regolare di questo nutriente offre diversi benefici alla nostra salute. A dimostrazione di ciò ne ricordiamo le proprietà antinfiammatorie, oltre alla capacità di ridurre il rischio di diverse malattie croniche.

Diversi studi di ricerca hanno dimostrato che questo nutriente apporta benefici anche al cervello e alle sue funzioni. In questo articolo desideriamo condividere con voi maggiori informazioni sugli effetti degli omega 3 sul cervello.

Effetti degli acidi grassi omega 3 sul cervello

Sono stati pubblicati diversi studi che associano uno scarso consumo di omega 3 a un deterioramento del rendimento cerebrale. A quanto sembra, questi acidi grassi sono nutrienti di base per le cellule del cervello, perché si uniscono alle membrane cellulari.

D’altro canto, il consumo regolare di questi acidi grassi migliora il funzionamento dei neurorecettori, come spiegato in dettaglio dal rapporto pubblicato su Biomolecules & Therapeutics. La bibliografia scientifica associa il deficit di omega 3 anche all’insorgenza di disturbi cognitivi, come la depressione o il disturbo bipolare.

Eppure sono necessarie ulteriori pubblicazioni per presentare risultati conclusivi. Ciononostante, oggi molti trattamenti applicabili ai processi cognitivi si concentrano sui cambiamenti del microbiota e sull’assunzione di omega 3.

Fonti di acidi grassi omega 3
Il consumo di acidi grassi omega 3 è associato a un miglioramento delle funzioni cognitive. Ad oggi questo tema è ancora oggetto di studi.

Omega 3 e Omega 6

Un aspetto molto importante da tenere a mente nella dieta è l’equilibrio degli acidi grassi omega 3 e omega 6. I primi sono precursori delle molecole antinfiammatorie, i secondi sono precursori delle molecole infiammatorie. Non bisogna perdere di vista la relazione 1.1 per prevenire eventuali processi infiammatori dell’organismo.

I cibi raffinati sono tendenzialmente ricchi di omega 6, mentre il pesce azzurro e gli oli vegetali lo sono di acidi omega 3. Le moderne abitudini alimentari  provocano uno squilibrio a favore dei primi, a causa delle elevate quantità di cibi processati e da fast-food.

Risulta importante, quindi, aumentare il consumo di cibi freschi. A tale scopo, pesce azzurro, frutta secca e oli vegetali sono elementi che non possono mancare nella dieta se vogliamo incrementare il consumo di acidi omega 3 e ripristinare l’equilibrio dei grassi.

Integratori di omega 3

È piuttosto comune integrare gli omega 3 per diversi motivi. Nell’ambito sportivo, ad esempio, si assumono questi integratori in caso di lesioni per calmare l’infiammazione. Negli adulti sani, inoltre, possono essere assunti allo scopo di prevenire malattie complesse a medio o a lungo termine.

Al tempo stesso, e stando ai recenti articoli pubblicati in letteratura scientifica, bisognerebbe assumere integratori di omega 3 per intervenire sui processi associati ai disturbi cognitivi o al declino cognitivo. Abbinarli a dei prebiotici e probiotici può essere utile al fine di intervenire su alcuni processi associati alla depressione.

Integratori di omega 3
Gli integratori a base di omega 3 sono un’adeguata fonte di questo nutriente in casi particolari, quali il contesto sportivo o la presenza di alcune malattie.

Due porzioni di pesce azzurro a settimana

Per garantire il corretto apporto di acidi omega 3 è fondamentale consumare pesce azzurro. Fino a pochi anni fa il consumo di questo alimento era limitato, in quanto si temeva potesse incidere sul profilo lipidico. Tuttavia, oggi sappiamo che l’ingestione di grassi mono e polinsaturi non solo non incide sull’aumento dei livelli di colesterolo, anzi può persino abbassarli leggermente.

Gli attuali consigli di nutrizione prevedono un consumo di almeno 2 porzioni di pesce azzurro a settimana. Queste porzioni vanno abbinate al consumo regolare di oli vegetali a crudo. Sottoporre gli oli a temperature elevate causa, infatti, la perdita di alcuni nutrienti e di alcune proprietà.

Oltre a ciò, riscaldare gli oli attiva processi che provocano, a medio e a lungo termine, la comparsa di prodotti di scarto, tossici per l’organismo, come nel caso dell’acrilammide.

Conclusioni

Il consumo regolare di acidi grassi omega 3 è fondamentale. Bisogna ridurre l’ingestione di alimenti processati, aumentando invece quello di prodotti freschi, allo scopo di ripristinare l’equilibrio tra acidi grassi omega 3 e omega 6.

Questi acidi grassi sono in grado di prevenire determinate malattie cognitive, o almeno è quanto dimostrato dalla letteratura scientifica a oggi. Tuttavia, mancano ulteriori approfondimenti che possano confermare queste prove.

Nonostante i diversi effetti degli omega 3 sul cervello e la nostra salute in generale, è bene tenere a mente che si tratta di nutrienti altamente calorici. Proprio per questo, bisogna includerli in una dieta bilanciata e normo-calorica. Così facendo, eviteremo l’aumento di peso e la comparsa di malattie a esso associate.


Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.


  • Chang CY., Ke DS., Chen JY., Essential fatty acids and human brain. Acta Neuro Taiwa, 2009. 18 (4): 231-41.
  • Tanaka., Farooqui AA., Siddiqi NJ., et al., Effects of docosahexaenoic acid on neurotransmission. Biomol Ther (Seoul), 2012. 20 (2): 152-57.
  •  Deacon G., Kettle C., Hayes D., Dennis C., Tucci J., Omega 3 polyunsaturated fatty acids and the treatment of depression. Crit Rev Food Sci Nutr, 2017. 57 (1): 212-223.
  •  Appleton KM., Sallis HM., Perry R., Ness AR., Churchill R., Omega 3 fatty acids for depression in adults. Cochrane Database Syst Rev, 2015.

Questo testo è fornito solo a scopo informativo e non sostituisce la consultazione con un professionista. In caso di dubbi, consulta il tuo specialista.